Rassegna giurisprudenziale del 12 marzo

Questa rassegna giurisprudenziale si propone di esaminare le principali novità delle sentenze e ordinanze della settimana.

Proposta di definizione accelerata ex art. 380-bis c.p.c.: sanabilità dei vizi e divergenza tra proposta e decisione

La Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5580/2025, pubblicata il 3 marzo (trovi il testo dell’ordinanza qui), nel decidere su un ricorso in materia di divorzio, ha chiarito l’ambito di applicazione della proposta di definizione accelerata ex art. 380-bis c.p.c. In particolare, l’ordinanza si concentra sui casi in cui le ragioni della pronuncia non siano conformi alla proposta di definizione iniziale e sull’incidenza di eventuali vizi formali nel processo. 

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Nullità della donazione all’amministratore di sostegno: applicabilità dell’art. 779 c.c.

La Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3941/2025, depositata il 16 febbraio (trovi il testo dell’ordinanza qui), si è pronunciata su un caso riguardante la validità degli atti di donazione a favore dell’amministratore di sostegno. Il tema centrale della controversia ha riguardato l’applicabilità dell’art. 779 c.c. agli amministratori di sostegno che abbiano ricevuto donazioni dai beneficiari della misura assistenziale. La decisione si è soffermata sull’interpretazione delle norme in materia di incapacità a ricevere donazioni e sulle garanzie di trasparenza nella gestione del patrimonio dei soggetti vulnerabili.

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Mutuo solutorio: la sentenza delle Sezioni Unite

Con la sentenza n. 5841 del 05.03.2025, le Sezioni Unite sono finalmente intervenute per chiarire ogni questione relativa alla qualificazione del cd. mutuo solutorio. Nel corso degli anni era infatti sorto un acceso contrasto giurisprudenziale che ha richiesto l’intervento nomofilattico della Cassazione per rispondere a tre quesiti specifici:

  1. il mutuo solutorio è valido? In particolare, può considerarsi esistente una effettiva traditio delle somme date in mutuo quando le stesse siano contestualmente destinate a ripianare debiti pregressi?
  2. il mutuo solutorio costituisce, a tutti gli effetti, titolo esecutivo?
  3. il mutuo solutorio può considerarsi valido titolo esecutivo anche laddove il ripianamento delle passività mediante le somme erogate in mutuo, con operazione di giroconto, sia operato dalla Banca autonomamente e immediatamente, senza un effettivo consenso del mutuatario?

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Opposizione all’esecuzione forzata: oggetto del giudizio di opposizione e legittimazione ad agire dei terzi

La Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5719/2025, depositata il 4 marzo (trovi il testo della sentenza qui), si è pronunciata su una complessa controversia riguardante l’opposizione all’esecuzione forzata ex art. 615 c.p.c. In particolare, la pronuncia ha individuato l’oggetto del giudizio di opposizione e ha fornito chiarimenti sull’ammissibilità della partecipazione di terzi e sui limiti di contestazione del titolo esecutivo, quando questo sia di natura stragiudiziale. La sentenza è interessante in quanto spiega quando un terzo può contestare l’esecuzione, anche se non direttamente assoggettato alla procedura esecutiva. 

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Mutuo “condizionato” con costituzione deposito irregolare: le Sezioni Unite

Soltanto un giorno dopo aver chiarito la validità del mutuo solutoriole Sezioni Unite, con la sentenza n. 5968 del 06.03.2025, si sono pronunciate anche in tema di mutuo condizionato, chiarendo una volta per tutte (pur in assenza di un vero e proprio contrasto giurisprudenziale sul punto) la sua natura di titolo esecutivo anche quando sia stata contestualmente pattuita tra le parti la costituzione della somma mutuata in deposito o pegno irregolare, con obbligo della banca mandante di svincolarla al verificarsi di quanto convenuto.

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Effetto dell’assoluzione penale nel processo tributario: alle Sezioni Unite

La Sezione Tributaria della Corte di Cassazione (Ordinanza 04 marzo 2025, n. 5714) invoca l’intervento delle Sezioni Unite ritenendo due questioni di massima particolare importanza: l’estensione anche al rapporto impositivo degli effetti della sentenza penale irrevocabile di assoluzione dal reato tributario, emessa a esito del dibattimento con la formula “perché il fatto non sussiste”, nonché l’applicabilità della nuova disciplina all’ipotesi di assoluzione con la formula prevista dal comma 2 dell’art. 530 c.p.p.

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Proprietà: diritti autodeterminati e mutatio libelli

La Seconda Sezione Civile della Cassazione, con la sentenza n. 5569/2025, depositata il 3 marzo (trovi il testo della sentenza qui), nell’ambito di una controversia in materia di diritti reali, ha affrontato la questione della mutatio libelli in relazione ai diritti autodeterminati, come la proprietà. La decisione ha offerto importanti chiarimenti sull’ammissibilità delle modifiche della domanda nel corso del giudizio. 

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Trattenimento dei migranti e responsabilità civile dello Stato: le Sezioni Unite sul caso Diciotti

Le Sezioni Unite, con la sentenza n. 5992/2025, pubblicata il 6 marzo (trovi la sentenza qui), si sono pronunciate su un caso di rilevanza costituzionale e internazionale, relativo al trattenimento dei migranti a bordo della nave Diciotti nell’agosto 2018. La vicenda ha sollevato interrogativi sulla qualificazione giuridica degli atti del Governo: essi rientrano nella categoria degli atti politici, insindacabili dal giudice ordinario, o in quella degli atti amministrativi, soggetti al controllo di legittimità? Inoltre, la sentenza ha fornito importanti chiarimenti sulla configurabilità di una responsabilità civile dello Stato per lesione della libertà personale

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Responsabilità da cose in custodia: infiltrazioni e prova del danno alla salute

La Terza Sezione civile della Cassazione, con l’ordinanza n. 5791/2025, depositata il 4 marzo (trovi il testo dell’ordinanza qui), si è pronunciata su un caso in materia di danni da infiltrazioni in ambito condominiale. La vicenda trae origine da una controversia tra proprietari di immobili adiacenti, con contestazioni relative alla legittimazione attiva e passiva, alla natura dei danni e alla corretta individuazione dei soggetti obbligati al risarcimento. La decisione della Corte si inserisce in un contesto più ampio di interpretazione della disciplina sulla responsabilità da cose in custodia e sulla prova del danno alla salute derivante da infiltrazioni. 

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Amministrazione di sostegno e art. 8 CEDU: quando la misura lede il diritto al rispetto della vita privata?

La Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5088/2025 (trovi il testo dell’ordinanza qui), si è pronunciata su una controversia relativa all’apertura dell’amministrazione di sostegno, evidenziando i criteri per la sua applicazione. In particolare, la Suprema Corte, facendo riferimento ai principi sanciti in materia dalla Corte EDU, ha chiarito quando la decisione di sottoporre una persona ad una misura di protezione può costituire un’ingerenza nella vita privata ai sensi dell’art. 8 della CEDU

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Contratto preliminare: trascrizione e opponibilità ai creditori concorsuali 

La Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5550/2025, depositata il 3 marzo (trovi il testo della sentenza qui), si è pronunciata su un tema di interesse in materia di diritto fallimentare e contrattuale: la trascrizione di un contratto preliminare stipulato per scrittura privata non autenticata, la successiva convalida giudiziale della sottoscrizione e l’opponibilità ai creditori concorsuali. La questione centrale verte sulla possibilità di attribuire al promissario acquirente il privilegio speciale di cui all’art. 2775-bis c.c., nonostante la trascrizione della scrittura privata sia avvenuta dopo l’apertura della procedura di liquidazione coatta amministrativa.

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Pensione di reversibilità all’ex coniuge: i criteri di determinazione della quota

La Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5839/2025, depositata il 5 marzo (trovi il testo della sentenza qui), ha chiarito quali sono i criteri di determinazione della quota di pensione di reversibilità spettante all’ex coniuge divorziato. In particolare, la Suprema Corte si è pronunciata sulla possibilità, per il giudice, di tenere conto dell’importo dell’assegno divorzile ai fini della determinazione del quantum.

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