Rassegna giurisprudenziale del 15 ottobre

Questa rassegna si propone di esaminare le principali novità giurisprudenziali della settimana.

Il CTU può utilizzare anche i documenti non prodotti dalle parti: ecco quando

La Seconda Sezione Civile della Cassazione, con l’ordinanza n. 24590 del 5 settembre 2025, è tornata a chiarire i confini dell’attività del CTU stabilendo quando, ed entro quali limiti, può utilizzare i documenti non prodotti dalle parti ai fini dello svolgimento dell’incarico peritale.

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Prescrizione del credito professionale: ecco quando si interrompe

La Seconda Sezione Civile della Cassazione, con la sentenza n. 26286 del 27 settembre 2025 (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), si confronta con una delle questioni più insidiose del diritto delle obbligazioni professionali: la tenuta della prescrizione presuntiva e l’individuazione degli atti idonei a interromperne il decorso. In un contesto di rapporti fiduciari ormai logorati tra professionista e cliente, la Corte di cassazione è chiamata a chiarire se determinati comportamenti — l’invio di una fattura, un pagamento parziale, una registrazione stragiudiziale — possano costituire riconoscimento del debito o interruzione della prescrizione. La pronuncia offre anche l’occasione per ribadire principi di rilievo costituzionale sul ruolo dei giudici ausiliari d’appello, sul valore probatorio delle ammissioni extraprocessuali e sull’autonomia della domanda di responsabilità aggravata ex art. 96 c.p.c. , con riflessi sistematici sull’applicazione del principio di soccombenza.

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Danno da perdita del rapporto parentale, piena risarcibilità per il decesso del neonato

La Terza Sezione Civile della Cassazione, con l’ordinanza n. 26826 del 6 ottobre 2025 (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), interviene in materia di responsabilità sanitaria per decesso perinatale, risolvendo un apparente contrasto giurisprudenziale sulla qualificazione e liquidazione del danno non patrimoniale subito dai congiunti. La Corte accoglie il ricorso incidentale dei danneggiati, cassando la sentenza d’Appello che aveva liquidato il danno da perdita del frutto del concepimento come lesione di un “rapporto affettivo potenziale” e conseguentemente dimezzato il risarcimento. Il Collegio riafferma che la perdita di un neonato o del frutto del concepimento, imputabile a negligenza medica, costituisce un vero e proprio danno da perdita del rapporto parentale, rilevante nella sua duplice dimensione di sofferenza interiore e impatto dinamico-relazionale, superando l’espressione restrittiva di “danno potenziale” e confermando l’applicazione delle Tabelle di Milano come parametro risarcitorio.

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Cartella di pagamento alle società: quando la notifica è nulla

La Corte di Cassazione, Sezione Tributaria, con l’ordinanza n. 26548 del 2 ottobre 2025 (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), affronta due aspetti fondamentali del contenzioso tributario relativo alla riscossione: l’onere della prova della notificazione della cartella di pagamento e i limiti operativi della procedura per irreperibilità assoluta delle persone giuridiche, prevista dall’art. 60, comma 1, lett. e), del D.P.R. n. 600/1973. Il provvedimento in commento consolida l’indirizzo giurisprudenziale che esige un rigore probatorio perentorio da parte dell’Agente della Riscossione e sanziona l’inosservanza degli adempimenti di ricerca in capo al messo notificatore.

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Condotta extralavorativa e licenziamento per giusta causa: il contratto tra fiducia e funzione sociale

La Cassazione, con l’ordinanza 24100 del 28 agosto 2025 (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), ha confermato la legittimità del licenziamento per giusta causa anche in presenza di un reato commesso al di fuori dell’orario di lavoro. Il presente contributo analizza i profili civilistici del vincolo fiduciario nel contratto di lavoro, interrogandosi sui limiti dell’autonomia privata e sul ruolo della funzione sociale del contratto. Attraverso una riflessione sistemica, si evidenzia come la fiducia sia il cuore pulsante dell’obbligazione lavorativa.

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Impresa familiare: perché il reddito evaso deve essere riferito al solo titolare

La Corte di Cassazione, Sezione Tributaria, con la sentenza n. 33149/2023 (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), ha stabilito che, in caso di accertamento rivolto all’impresa familiare, il maggior reddito accertato deve essere riferito soltanto al titolare dell’impresa, rimanendo escluso che possa essere attribuito pro-quota agli altri familiari collaboratori aventi diritto alla partecipazione agli utili.

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Parcheggio negato, i limiti d’uso delle aree condominiali

La Seconda Sezione Civile della Cassazione, con la sentenza n. 25227 del 15 settembre 2025 (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), ha rigettato il ricorso di una condomina che rivendicava il diritto di parcheggiare su un’area comune, basandosi su atti privati e delibere assembleari. La decisione ribadisce il principio secondo il quale l’utilizzo esclusivo di spazi condominiali, quali il parcheggio, richiede il consenso unanime dei condomini.

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Agevolazioni prima casa: conta l’unione reale, non il catasto

La Cassazione, Sezione Tributaria, con l’ordinanza n. 25866 del 22 settembre 2025 (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), interviene nuovamente sulla disciplina delle agevolazioni fiscali per l’acquisto della “prima casa”, consolidando il proprio  orientamento in merito alla complessa fattispecie dell’acquisto di unità immobiliari contigue destinate a costituire un’unica entità abitativa. La Suprema Corte, in particolare, riafferma la centralità del requisito sostanziale – ovvero l’effettiva unificazione funzionale e strutturale degli immobili – rispetto al compimento del mero adempimento formale della variazione catastale.

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Pagare il mutuo non basta: quando serve ancora il mantenimento per i figli

La Prima Sezione Civile della Cassazione, con l’ordinanza n. 25558 del 18 settembre 2025, ha affrontato nuovamente il tema del rapporto tra il pagamento del mutuo dell’abitazione familiare e l’obbligo di mantenimento dei figli. La questione riguarda la pretesa del genitore proprietario, non collocatario, di considerare la rata del mutuo come parte del contributo di mantenimento.

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Nuovo rito unico in materia di famiglia: la Consulta salva il termine breve di replica

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 146 del 13 ottobre 2025 (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), ha rigettato le questioni di legittimità costituzionale sollevate sull’art. 473-bis.17 c.p.c., in relazione agli artt. 3, 24 e 111 della Costituzione. La decisione conferma la legittimità del termine di dieci giorni previsto per le repliche dell’attore alla domanda riconvenzionale del convenuto nel nuovo rito unico in materia di persone, minorenni e famiglie, introdotto dalla Riforma Cartabia.

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