Prevenire il sovraindebitamento da gioco: strumenti normativi, educativi e sociali

Il gioco d’azzardo patologico non è soltanto una dipendenza: è una condizione che trascina la persona in un vortice di debiti, isolamento e fragilità. Prevenirlo significa intervenire su più fronti, combinando norme, educazione finanziaria e percorsi di sostegno psicologico e giuridico. Il libro da cui è tratto questo approfondimento illustra un modello integrato e multidisciplinare, fondamentale per comprendere come tutelare i cittadini e contrastare il sovraindebitamento da gioco.

Consiglio: per un approfondimento su questi temi, segnaliamo la pubblicazione del volume “Gioco d’azzardo patologico e sovraindebitamento”, acquistabile cliccando su Shop Maggioli o su Amazon.

Gioco d’azzardo patologico e sovraindebitamento

Gioco d’azzardo patologico e sovraindebitamento

"Il rapporto obbligatorio consiste in un vincolo giuridico in cui ci sono sempre due soggetti: un debitore ed un creditore. Ognuno di essi riveste una posizione giuridica complessa fatta di diritti ma anche di obblighi giuridici (e comportamentali), laddove nel nostro codice civile è regola di civiltà giuridica la inesigibilità della prestazione per cause non imputabili ai soggetti del rapporto obbligatorio” (Nicola Graziano).
Fin dalla prefazione emerge con chiarezza l’obiettivo di questo fascicolo: offrire una guida completa ai professionisti e alle associazioni che operano sul territorio per la tutela del consumatore, l’informazione, l’educazione al consumo e il volontariato. Dalla ludopatia come disturbo comportamentale ai suoi risvolti sanitari e all’istituto dell’amministrazione di sostegno, l’analisi esamina l’impatto del fenomeno nella sfera giuridica dei giocatori, illustrando le procedure per la risoluzione della crisi da sovraindebitamento e le attività di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo.

Claudio Liguori
Avvocato, esperto in procedure di sovraindebitamento, crisi d’impresa e diritto bancario. Presidente del comitato scientifico di Assoadvisor. Componente del Consiglio dei probiviri della Camera Civile di Nola. Svolge incarichi di docenza ed è relatore in numerosi corsi di formazione sulla crisi da sovraindebitamento.

Gabriele Melluso
Avvocato amministrativista e Presidente nazionale di Assoutenti, guida l’associazione nella tutela dei consumatori e nella promozione di una società consapevole e sostenibile. Esperto di tutela della salute, dell’ambiente e contrasto al gioco d’azzardo patologico, ha ideato e promosso progetti di rilievo nazionale come “Scommetti su di te”, “P.I.N. for Life” e “Gioco in Rete”.

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Claudio Liguori, Gabriele Melluso, 2025, Maggioli Editore
21.00 € 19.95 €

Le attività di contrasto al gioco d’azzardo

Il contrasto al gioco d’azzardo in Italia si basa su una regolamentazione che mira a ridurre l’accesso indiscriminato alle attività di gioco e a contenere la diffusione di comportamenti patologici. La normativa, a partire dalla legge 189/2012, ha introdotto divieti pubblicitari, strumenti di controllo più rigorosi sulle attività autorizzate e una tutela specifica per i minori. Con la legge 125/2016 si è rafforzata la lotta al gioco illecito, potenziando i sistemi tecnologici di tracciamento e controllo.

Accanto alla regolazione del settore, i concessionari sono tenuti a promuovere il cosiddetto gioco responsabile. Devono prevedere strumenti che consentono ai giocatori di autolimitarsi, come la sospensione volontaria, i limiti di spesa e l’accesso a funzioni che monitorano la frequenza e l’entità delle giocate. Anche la formazione degli operatori è obbligatoria e orientata alla gestione delle situazioni problematiche e all’orientamento verso servizi di supporto.

Il ruolo dello Stato si manifesta anche attraverso iniziative educative e informative. Il progetto “Gioco Responsabile”, promosso dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha avviato campagne di sensibilizzazione sui rischi del gioco, percorsi formativi nelle scuole e strumenti digitali che aiutano gli utenti a comprendere e controllare il proprio comportamento. Le piattaforme online, grazie a tecnologie di tracciamento, sono inoltre in grado di intercettare profili di rischio e intervenire tempestivamente.

Educazione finanziaria e prevenzione del gioco patologico

La prevenzione del gioco d’azzardo patologico inizia molto prima dell’ingresso in una sala scommesse: comincia dall’educazione finanziaria. Imparare a gestire denaro e risorse non è soltanto un esercizio economico, ma un percorso di consapevolezza che rende meno vulnerabili alle illusioni dei “soldi facili”.

Il progetto P.I.N. for Life ha mostrato come la gestione della paghetta possa trasformarsi in un laboratorio educativo. Attraverso la regola del 50/30/20, da applicare fin dai primi anni, i giovani imparano a distinguere tra bisogni essenziali, desideri e risparmio. Questo metodo, semplice ma efficace, stimola la pianificazione, il controllo degli impulsi e la capacità di valutare le conseguenze delle scelte economiche.

Un’educazione finanziaria solida contribuisce a prevenire il sovraindebitamento e a riconoscere i segnali delle condotte a rischio. Significa proteggere i cittadini, aiutarli a riconoscere trappole commerciali e offerte ingannevoli, favorire un rapporto sano con il denaro. Soprattutto, permette ai più giovani di comprendere che la vera “vincita” non è affidarsi al caso, ma costruire giorno dopo giorno la propria autonomia economica.

Il progetto P.I.N. for Life

Tra le esperienze più significative illustrate nel volume vi è “P.I.N. for Life – Persone Indipendenti per la Vita”, progetto di Assoutenti Campania sostenuto dalla Regione Campania. L’iniziativa rappresenta un modello di intervento integrato, che coniuga dimensione giuridica, sanitaria e sociale. Affronta non solo la dipendenza dal gioco, ma anche le sue conseguenze economiche, sociali e relazionali.

L’approccio si basa su una presa in carico multidimensionale, in cui avvocati, psicologi, assistenti sociali e mediatori finanziari lavorano in stretta collaborazione. L’obiettivo è restituire al giocatore patologico la propria “cittadinanza finanziaria”, aiutandolo a uscire dal circuito del debito, recuperare fiducia e riconquistare un ruolo attivo all’interno della comunità.

Il progetto ha ottenuto risultati concreti. Gli sportelli di ascolto hanno fornito supporto a centinaia di cittadini; i percorsi terapeutici e i laboratori esperienziali hanno aiutato a controllare il craving e prevenire le ricadute; le procedure di sovraindebitamento hanno portato alla sospensione di pignoramenti e all’emissione di decreti di esdebitazione. Importante anche il ponte operativo tra SerD e terzo settore, capace di assicurare una continuità terapeutica e giuridica altrimenti difficile da garantire.

Il valore del progetto non si limita agli interventi tecnici: P.I.N. for Life ha promosso anche iniziative sociali e culturali, come la partecipazione al Torneo di Castel Capuano “Un calcio al consumo irresponsabile”, veicolando messaggi di legalità e inclusione. Attraverso queste esperienze, il gioco – da causa di esclusione – è diventato strumento di riscatto e rinascita.

L’efficacia del modello è testimoniata dal Protocollo d’Intesa con il Comune di Portici e l’APS Presidium Debitores, che ha consolidato una rete stabile di collaborazione tra istituzioni, servizi sociali e organismi di composizione della crisi. Si tratta di un’esperienza replicabile e un riferimento per le politiche regionali di contrasto al G.A.P.

Conclusioni

Contrastare il gioco d’azzardo patologico significa intervenire su più livelli: normativo, educativo, psicologico, economico e sociale. Le esperienze e i modelli operativi descritti dimostrano che la dipendenza può essere affrontata con successo solo attraverso un approccio integrato, capace di unire prevenzione, cura e riabilitazione finanziaria e sociale.

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