Legge AI in vigore dal 10 ottobre: novità e guida per avvocati e giuristi

Da oggi, 10 ottobre 2025, è in vigore la Legge n. 132/2025 che reca principi in materia di ricerca, sperimentazione, sviluppo, adozione e applicazione di sistemi e di modelli di intelligenza artificiale. Pubblicata in Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n. 223 del 25 settembre 2025, la legge (clicca qui per consultare il testo integrale) rappresenta il primo tentativo di costruire una disciplina interna coerente con l’AI Act europeo (Reg. UE 2024/1689), ma non meramente derivata da esso. Il legislatore sceglie una via “autonoma e complementare”: un sistema nazionale che affianca il diritto UE, definendo principi, governance e criteri di responsabilità per l’uso dell’AI nei settori pubblico e privato. Ecco, di seguito, una guida alle novità, con focus su cosa cambia anche per avvocati e giuristi. 

Consiglio: per approfondimenti, segnaliamo il volume “La legge Italiana sull’Intelligenza Artificiale”, a cura di Andrea Sirotti Gaudenzi e Vincenzo Franceschelli, acquistabile cliccando su Shop Maggioli o su Amazon.

La legge Italiana sull'Intelligenza Artificiale

La legge Italiana sull'Intelligenza Artificiale

Il volume presenta il primo articolato commento dedicato alla Legge 23 settembre 2025, n. 132, che detta le norme che consentono di disciplinare in ambito italiano il fenomeno dell’intelligenza artificiale e il settore giuridico degli algoritmi avanzati.
Il testo offre una panoramica completa delle principali questioni giuridiche affrontate dal legislatore italiano, tra cui la tutela del diritto d’autore e la disciplina della protezione dei dati personali raccolti per l’addestramento dei modelli e per il funzionamento dei sistemi di intelligenza artificiale.
Sono analizzate tutte le modifiche normative previste dalla nuova legge, che è intervenuta anche sul codice civile, sul codice di procedura civile e sul codice penale, introducendo nuove fattispecie di reato. La puntuale analisi della riforma e il confronto con le fonti europee (l’AI Act e il GDPR) sono accompagnati da schemi e tabelle, e da un agile glossario giuridico.

Vincenzo Franceschelli
Come professore straordinario prima, e poi come ordinario, ha insegnato nelle Università di Trieste, Siena, Parma, Milano e Milano Bicocca. È Vicepresidente del CNU - Consiglio Nazionale degli Utenti presso l’AGCom Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. È stato Visiting Professor presso la Seton Hall University Law School di New Jersey, USA. Direttore responsabile della Rivista di Diritto Industriale e autore di numerose monografie e contributi scientifici in varie riviste.
Andrea Sirotti Gaudenzi
Avvocato e docente universitario. Svolge attività di insegnamento presso Atenei e centri di formazione in Italia e all’estero. È responsabile scientifico di vari enti, tra cui l’Istituto nazionale per la formazione continua di Roma. Direttore di collane e trattati giuridici, è autore di numerosi volumi, tra cui “Manuale pratico dei marchi e brevetti”, “Il nuovo diritto d’autore” e “Codice della proprietà industriale”. I suoi articoli vengono pubblicati su varie testate giuridiche.

Leggi descrizione
Vincenzo Franceschelli, Andrea Sirotti Gaudenzi, 2025, Maggioli Editore
25.00 € 23.75 €

Professioni intellettuali e giustizia: l’AI come strumento, non come giudice

Il legislatore dedica un intero titolo alle professioni intellettuali, e in particolare a quella forense. L’art. 13 stabilisce che l’AI possa essere impiegata solo per funzioni di supporto, come la ricerca giurisprudenziale, l’analisi documentale o la redazione di bozze, ma non per sostituire la valutazione giuridica e la capacità argomentativa del professionista.

L’avvocato dovrà inoltre informare il cliente in modo chiaro e trasparente sull’eventuale uso di sistemi automatizzati nello svolgimento dell’incarico. Si tratta di un nuovo obbligo deontologico, che rafforza il rapporto fiduciario e la responsabilità professionale.

L’art. 15 estende questi principi al settore della giustizia. L’uso di sistemi di intelligenza artificiale nei tribunali è ammesso esclusivamente per finalità organizzative o statistiche: gestione del contenzioso, analisi di dati processuali, smistamento di atti. Le decisioni, tuttavia, restano riservate ai magistrati.
Ogni utilizzo di AI nel procedimento dovrà essere dichiarato e tracciato nei provvedimenti, così che le parti processuali possano verificarlo. Inoltre, la legge impone formazione specifica per magistrati e personale amministrativo, introducendo per la prima volta moduli formativi obbligatori sull’uso consapevole degli algoritmi.

La norma di chiusura, l’art. 17, modificando l’art. 9, secondo comma, del codice di procedura civile, affida al tribunale la competenza sulle controversie riguardanti il funzionamento dei sistemi di AI.

Pubblica amministrazione e lavoro: trasparenza e formazione digitale

Per la Pubblica Amministrazione, la Legge 132/2025 impone che l’AI sia utilizzata “a fini di efficienza, semplificazione e miglioramento dei servizi”, ma sempre sotto il controllo umano. Ogni procedura dovrà essere documentata e tracciabile, assicurando la conoscibilità del funzionamento dei sistemi da parte dei cittadini.

Viene inoltre istituito, presso il Ministero del Lavoro, un Osservatorio sull’Intelligenza Artificiale e il lavoro, con il compito di monitorare l’impatto dell’automazione sul mercato e di promuovere la formazione dei lavoratori e dei professionisti.
Gli Ordini professionali saranno coinvolti nel processo formativo: l’art. 24 delega il Governo a prevedere percorsi di alfabetizzazione digitale e aggiornamento continuo per tutte le categorie, compresa quella forense.

Il legislatore introduce anche il principio dell’equo compenso modulato sul rischio tecnologico: in futuro, il valore della prestazione professionale potrà tener conto dell’uso di sistemi di AI e delle relative responsabilità.

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Proprietà intellettuale: solo l’opera dell’uomo è protetta

Uno dei punti più innovativi della legge riguarda il diritto d’autore. L’art. 25 modifica la L. 633/1941 stabilendo che sono protette solo le opere dell’ingegno umano, anche se create con l’aiuto dell’AI, purché frutto di un apporto creativo umano determinante.
In altre parole, le creazioni completamente autonome delle macchine non sono protette dal copyright.
La norma introduce anche l’art. 70-septies sulla text and data mining: l’estrazione di dati o testi tramite AI è consentita, ma nei limiti previsti dalle eccezioni già disciplinate dal diritto europeo.

Diritto penale e sicurezza: nasce il reato di “deepfake”

La Legge 132/2025 incide anche sul codice penale, introducendo nuove fattispecie e aggravanti per i reati commessi mediante AI.
È previsto un aumento di pena per la truffa ai danni dello Stato realizzata con sistemi automatizzati, e viene inserita una nuova aggravante comune (art. 61, n. 11-decies c.p.) per i reati in cui l’AI rappresenti un mezzo insidioso o amplifichi l’offesa. Per approfondimenti, segnaliamo la pubblicazione del volume “La legge Italiana sull’Intelligenza Artificiale”, acquistabile cliccando su Shop Maggioli o su Amazon.

La legge Italiana sull'Intelligenza Artificiale

La legge Italiana sull'Intelligenza Artificiale

Il volume presenta il primo articolato commento dedicato alla Legge 23 settembre 2025, n. 132, che detta le norme che consentono di disciplinare in ambito italiano il fenomeno dell’intelligenza artificiale e il settore giuridico degli algoritmi avanzati.
Il testo offre una panoramica completa delle principali questioni giuridiche affrontate dal legislatore italiano, tra cui la tutela del diritto d’autore e la disciplina della protezione dei dati personali raccolti per l’addestramento dei modelli e per il funzionamento dei sistemi di intelligenza artificiale.
Sono analizzate tutte le modifiche normative previste dalla nuova legge, che è intervenuta anche sul codice civile, sul codice di procedura civile e sul codice penale, introducendo nuove fattispecie di reato. La puntuale analisi della riforma e il confronto con le fonti europee (l’AI Act e il GDPR) sono accompagnati da schemi e tabelle, e da un agile glossario giuridico.

Vincenzo Franceschelli
Come professore straordinario prima, e poi come ordinario, ha insegnato nelle Università di Trieste, Siena, Parma, Milano e Milano Bicocca. È Vicepresidente del CNU - Consiglio Nazionale degli Utenti presso l’AGCom Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. È stato Visiting Professor presso la Seton Hall University Law School di New Jersey, USA. Direttore responsabile della Rivista di Diritto Industriale e autore di numerose monografie e contributi scientifici in varie riviste.
Andrea Sirotti Gaudenzi
Avvocato e docente universitario. Svolge attività di insegnamento presso Atenei e centri di formazione in Italia e all’estero. È responsabile scientifico di vari enti, tra cui l’Istituto nazionale per la formazione continua di Roma. Direttore di collane e trattati giuridici, è autore di numerosi volumi, tra cui “Manuale pratico dei marchi e brevetti”, “Il nuovo diritto d’autore” e “Codice della proprietà industriale”. I suoi articoli vengono pubblicati su varie testate giuridiche.

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Vincenzo Franceschelli, Andrea Sirotti Gaudenzi, 2025, Maggioli Editore
25.00 € 23.75 €

La novità più rilevante è il nuovo art. 612-quater c.p., che punisce con la reclusione da uno a cinque anni la diffusione di immagini, voci o video alterati da sistemi di AI (i cosiddetti deepfake), idonei a ingannare o ledere la reputazione della vittima.

Delega al Governo e prospettive applicative

Il cuore operativo della riforma è rinviato ai decreti legislativi attuativi, che il Governo dovrà adottare entro dodici mesi. Le deleghe riguardano:

  • la definizione di regole tecniche per l’addestramento dei modelli e la gestione dei dati;

  • la disciplina della responsabilità civile e assicurativa per i danni da AI;

  • la vigilanza sulle autorità nazionali designate (AgID, ACN, Garante Privacy);

  • il coordinamento con le norme europee e con il diritto penale.

Fino all’emanazione dei decreti, la legge fissa una cornice generale, ma gli operatori – pubblici e privati – devono già iniziare a organizzare procedure interne di tracciabilità, audit e supervisione.

Conclusioni: una legge di principio con effetti immediati

La Legge 132/2025 segna un passaggio storico: l’Italia diventa il primo Paese dell’Unione a dotarsi di una legge organica sull’intelligenza artificiale. Pur in attesa dei decreti attuativi, le sue disposizioni hanno effetti immediati: obblighi di informazione per i professionisti, tracciabilità per le PA, limiti per la giustizia e nuove regole penali per l’abuso dell’AI.

Domande frequenti e checklist operativa sulla Legge 132/2025

Chi deve adeguarsi subito alla nuova legge sull’intelligenza artificiale?

Tutti gli operatori che utilizzano sistemi di intelligenza artificiale: professionisti, studi legali, pubbliche amministrazioni, imprese e forze di polizia. Gli obblighi di trasparenza, tracciabilità e informazione sono già in vigore.

Gli avvocati possono usare l’AI?

L’art. 13 della Legge n. 132/2025, prevede che l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale nel le professioni intellettuali è finalizzato al solo esercizio delle attività strumentali e di supporto all’attività professionale e con prevalenza del lavoro intellettuale oggetto della prestazione d’opera. Per assicurare il rapporto fiduciario tra professionista e cliente, le informazioni relative ai sistemi di intelligenza artificiale utilizzati dal professionista sono comunicate al soggetto destinatario della prestazione intellettuale con linguaggio chiaro, semplice ed esaustivo.

Cosa cambia per la Pubblica Amministrazione?

L’AI può essere impiegata per efficienza e semplificazione, ma ogni utilizzo deve essere documentato e tracciabile. Le decisioni finali devono sempre spettare a una persona fisica.

Come viene tutelato il diritto d’autore?

Le opere create con l’ausilio dell’AI sono protette solo se vi è un apporto creativo umano determinante. I contenuti generati interamente da un sistema automatizzato non hanno tutela. L’uso dell’AI per text e data mining è ammesso, ma entro i limiti delle eccezioni previste.

Quali sono i nuovi reati introdotti?

  • Art. 612-quater c.p.: punisce la diffusione di immagini, video o audio falsificati tramite AI (deepfake).

  • Art. 61, n. 11-decies c.p.: introduce un’aggravante comune per i reati commessi mediante AI.

  • Art. 294 c.p.: prevede pene più severe per le truffe allo Stato realizzate con strumenti automatizzati.

Cosa prevede la delega al Governo?

Entro 12 mesi dovranno essere emanati i decreti legislativi su:

  • regole tecniche per l’addestramento dei modelli;

  • responsabilità civile e assicurativa;

  • vigilanza delle autorità nazionali;

  • coordinamento con le norme europee e penali.

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