La riforma dei compensi per i CTU: criteri aggiornati e legittimità costituzionale

Dopo oltre vent’anni di stagnazione normativa, il sistema compensativo dei consulenti tecnici d’ufficio (CTU) si avvia verso una profonda revisione. Tra adeguamenti ISTAT mai applicati, retribuzioni irrisorie e un crescente contenzioso, il nuovo schema ministeriale di aggiornamento e la recente pronuncia della Corte Costituzionale n. 16/2025 segnano una svolta significativa per la valorizzazione della funzione peritale nel processo. Per un approfondimento su questi temi, ti segnaliamo il “Formulario commentato del nuovo processo civile”, di Lucilla Nigro, acquistabile sia su Shop Maggioli che su Amazon.

Formulario commentato del nuovo processo civile

Formulario commentato del nuovo processo civile

Il volume, aggiornato alla giurisprudenza più recente e agli ultimi interventi normativi, il cd. correttivo Cartabia e il correttivo mediazione, raccoglie oltre 200 formule, ciascuna corredata da norma di legge, commento, indicazione dei termini di legge o scadenze, delle preclusioni e delle massime giurisprudenziali. Il formulario si configura come uno strumento completo e operativo di grande utilità per il professionista che deve impostare un’efficace strategia difensiva nell’ambito del processo civile.
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Lucilla Nigro
Autrice di formulari giuridici, unitamente al padre avv. Benito Nigro, dall’anno 1990. Avvocato cassazionista, Mediatore civile e Giudice ausiliario presso la Corte di Appello di Napoli, sino al dicembre 2022.

 

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Lucilla Nigro, 2025, Maggioli Editore
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Inquadramento sistematico: l’obbligo legale di aggiornamento

L’articolo 50 del D.P.R. 115/2002 stabilisce che le tariffe spettanti agli ausiliari del giudice siano aggiornate con cadenza triennale, sulla base dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo. Tuttavia, tale previsione è rimasta sostanzialmente inattuata per oltre vent’anni. Le tabelle attualmente in vigore, risalenti al 2002, non riflettono né l’evoluzione delle competenze richieste al consulente tecnico d’ufficio (CTU) né l’aumento dei costi operativi.

La previsione tariffaria più emblematica è quella relativa alle vacazioni: la prima è retribuita con € 14,68, mentre quelle successive si riducono a € 8,15. Tradotto, il compenso medio orario si aggira intorno ai € 4 netti. Una cifra disallineata rispetto agli onorari dei consulenti di parte e, soprattutto, irrisoria se rapportata alla responsabilità della funzione pubblica svolta.

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La proposta ministeriale: struttura della revisione

Nel dicembre 2023, il Ministero della Giustizia ha istituito una commissione tecnica incaricata di ridefinire i parametri compensativi per i CTU. Secondo quanto anticipato da fonti autorevoli, il provvedimento ministeriale in corso di finalizzazione prevede:

  • una rivalutazione generalizzata del 61% delle tariffe;

  • una più puntuale articolazione per materia e per tipologia di incarico;

  • una distinzione retributiva tra prestazioni diurne e notturne;

  • la soppressione della penalizzazione prevista per le vacazioni successive alla prima.

L’obiettivo dichiarato è allineare i compensi all’effettivo impegno richiesto ai CTU e restituire credibilità economica a una funzione che, per decenni, ha visto progressivamente svuotata la propria attrattiva.

Il sindacato di legittimità costituzionale: la sentenza n. 16/2025

Con la sentenza n. 16 del 2025, la Corte Costituzionale è intervenuta su rinvio pregiudiziale sollevato da un giudice ordinario. Il tema riguardava la compatibilità del sistema delle vacazioni con i principi costituzionali di proporzionalità e ragionevolezza.

Il Giudice delle Leggi ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma che prevede la decurtazione del compenso nelle vacazioni successive alla prima, qualificandola come “manifestamente irragionevole”. Tale criterio, secondo la Corte, risulta inadeguato a remunerare l’effettivo valore professionale della prestazione e configura una violazione sistematica del principio dell’equo compenso, ex art. 36 Cost.

La sentenza sottolinea, inoltre, come l’omessa applicazione del meccanismo di aggiornamento triennale abbia contribuito ad accentuare l’effetto distorsivo del sistema vigente.

Le istanze degli Ordini professionali: il documento congiunto CNI-CNDCEC

Già nel novembre 2024, Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (CNDCEC) avevano trasmesso al Ministero della Giustizia un appello congiunto, nel quale si sollecitava una revisione urgente e strutturata delle tariffe per i CTU. Le richieste principali includevano:

  • la soppressione del meccanismo penalizzante delle vacazioni successive;

  • il riconoscimento formale di nuove aree di competenza tecnico-giuridica (informatica forense, ambientale, cyber security);

  • l’indicizzazione automatica ISTAT;

  • il riconoscimento delle spese sostenute (software specialistici, formazione continua, responsabilità assicurativa).

Il documento evidenziava come l’inadeguatezza degli attuali compensi mettesse a rischio la qualità della giustizia tecnica, incentivando l’abbandono dell’attività da parte dei professionisti più qualificati.

Prospettive applicative e impatto sulla giurisdizione

L’imminente approvazione del provvedimento ministeriale rappresenta, per i CTU, una svolta attesa e necessaria. Il nuovo impianto, se accompagnato da un efficace sistema di aggiornamento automatico e da un’adeguata formazione delle cancellerie giudiziarie, potrebbe determinare:

  • una più equa retribuzione delle competenze tecniche messe al servizio della giurisdizione;

  • una maggiore disponibilità dei professionisti ad accettare incarichi giudiziari;

  • un miglioramento qualitativo delle relazioni peritali in ambito civile, penale e amministrativo.

La revisione delle tabelle costituisce, in definitiva, non solo un atto di giustizia retributiva, ma anche un investimento strutturale sulla qualità della funzione peritale.

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