Illecito endofamiliare: risarcimento per abbandono genitoriale e diritto alla bigenitorialità

La consapevole sottrazione di un genitore ai doveri di assistenza morale e materiale verso il figlio, protrattasi nel tempo, integra un illecito endofamiliare risarcibile ai sensi dell’articolo 2059 c.c., ove ne derivi la lesione del diritto alla bigenitorialità, diritto costituzionalmente protetto. Il Formulario commentato della famiglia e delle persone, acquistabile cliccando su Shop Maggioli o su Amazon, si configura come uno strumento completo e operativo per impostare un’efficace strategia difensiva.

Formulario commentato della famiglia e delle persone

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Lucilla Nigro
Autore di formulari giuridici, unitamente al padre avv. Benito Nigro, dall’anno 1990. Avvocato cassazionista, Mediatore civile e Giudice ausiliario presso la Corte di Appello di Napoli, sino al dicembre 2022, è attualmente Giudice ordinario di pace.

 

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Lucilla Nigro, 2025, Maggioli Editore
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Impatto giuridico dell’abbandono genitoriale

Nell’ambito del diritto di famiglia si annida una questione giuridica tanto delicata quanto trascurata, ovvero l’abbandono morale e materiale di un figlio da parte di un genitore. Non si tratta solamente di una ferita affettiva, bensì di una lesione giuridica che può assumere i connotati di un vero e proprio illecito civile. La Corte di cassazione, tramite l’ordinanza n. 24719 del 07 settembre 2025 (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), ha affrontato la tematica del risarcimento del danno non patrimoniale da illecito endofamiliare, offrendo spunti ermeneutici.

Filiazione naturale e responsabilità civile

La vicenda giudiziaria riguarda una controversia in materia di filiazione e risarcimento per danno non patrimoniale da illecito endofamiliare. Nel 2018 una madre e il proprio figlio si rivolgevano il Tribunale di Bergamo per sentire dichiarare il rapporto di filiazione naturale e il diritto del figlio all’utilizzo del cognome paterno, ma anche per ottenere contributi economici di mantenimento e il risarcimento dei danni subiti a seguito dell’abbandono.

Il Tribunale lombardo, pur riconoscendo il rapporto di filiazione e ponendo a carico del padre un contributo mensile pari a 300 euro a decorrere dal dicembre 2018, rigettava le ulteriori istanze risarcitorie giustificando il punto con la mancanza di prova. In seguito, la Corte territoriale di Brescia accoglieva in modo parziale l’appello, convalidando il diritto del figlio all’impiego del cognome paterno, elevando il contributo mensile a 500 euro (indicizzato ISTAT) con decorrenza dal mese di dicembre 2018 e fino all’indipendenza del figlio, nonché stabilendo una ripartizione del 60% a carico del padre e 40% della madre per le spese straordinarie.

Al contempo, la Corte territoriale condannava il padre al rimborso, in favore della madre, di 71.700 euro per il mantenimento del figlio dalla nascita fino a novembre 2018. Veniva tuttavia confermato il rigetto della domanda risarcitoria da illecito endofamiliare per mancanza di adeguata prova del danno, malgrado il riconoscimento del fatto costitutivo.

La Corte di cassazione, con l’ordinanza del 07 settembre 2025, ha accolto in modo parziale il ricorso, affermando che la perdita della bigenitorialità costituisce un fatto noto da cui si può desumere una lesione della vita del figlio, richiedendo, per l’effetto, un nuovo esame della quantificazione del danno non patrimoniale e del contributo per il mantenimento pregresso, quindi rinviando alla Corte d’appello di Brescia per la rinnovata decisione. La Cassazione, infine, ha rigettato il ricorso incidentale del padre.

Tra equità e presunzione

Con l’ordinanza in disamina, più in dettaglio, la Suprema Corte ha cassato la pronuncia resa dalla Corte d’Appello nella parte in cui aveva negato il risarcimento del danno da illecito endofamiliare, avendo ritenuto erroneo il ragionamento probatorio. Ha ribadito che la lesione del diritto alla bigenitorialità, costituzionalmente protetto dagli articoli 2 e 30 della Carta, può essere desunta quale fatto noto, e che la liquidazione del danno può avvenire finanche in via equitativa, impiegando parametri analogici come quelli adottati per la perdita parentale. Il collegio della Prima Sezione civile ha ulteriormente censurato la motivazione contraddittoria sulla quantificazione del mantenimento pregresso, rilevando l’obbligo del giudice di motivare le opzioni equitative mediante criteri verificabili e ragionevoli.

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Danno endofamiliare

La nozione di illecito endofamiliare si riferisce alle violazioni dei doveri genitoriali che cagionano una lesione di diritti inviolabili dell’individuo, quale il diritto alla bigenitorialità. La giurisprudenza di legittimità ha gradualmente riconosciuto che dette violazioni possono dar luogo a un’autonoma azione risarcitoria ai sensi dell’articolo 2059 c.c., pure nell’ambito di procedimenti di filiazione.

La Cassazione ha chiarito che il danno non patrimoniale non può mai ritenersi “in re ipsa”, bensì deve essere allegato e dimostrato, pure tramite presunzioni semplici. Tuttavia, ha al contempo osservato che la perdita di una figura genitoriale costituisce un fatto notorio, dal quale il giudice può desumere la sofferenza e l’alterazione della vita relazionale del figlio.

Principio di diritto

Il principio che richiede anche per il danno non patrimoniale di cui all’articolo 2059 c.c. la necessità di debita allegazione e prova, pure tramite presunzioni semplici ai sensi degli articoli 2727-2729 c.c., deve essere bilanciato con la circostanza che la perdita della bigenitorialità, realizzata mediante la consapevole sottrazione ai doveri genitoriali, costituisce di per sé un fatto noto, dal quale desumere un’alterazione della vita del figlio.

Diritto alla bigenitorialità come inviolabile

La pronuncia si inserisce in un quadro evolutivo che vede il diritto alla bigenitorialità come un diritto fondamentale del minore, tutelato non solamente dalla Costituzione italiana bensì anche dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e dalle Convenzioni internazionali. La sua violazione, in specie se reiterata e consapevole, non può rimanere priva di conseguenze giuridiche.

Il riconoscimento del danno endofamiliare risarcibile rappresenta uno step importante verso una giustizia “affettiva”, che non si limita a sanzionare l’inadempimento economico, ma prende in carico la sofferenza relazionale e identitaria del figlio. In definitiva, la decisione della Prima Sezione Civile della Cassazione sembra aprire le porte a una maggiore sensibilità giuridica nei confronti delle dinamiche familiari disfunzionali.

L’assenza genitoriale, di conseguenza, non è solamente una questione privata, bensì un fatto giuridicamente rilevante, che può generare responsabilità civile. In un’epoca in cui il diritto si confronta sempre più con le fragilità umane, questa pronuncia rappresenta un segnale forte, sancendo, di fatto, che il diritto non può ignorare il dolore invisibile dei legami negati.

Danno da illecito endofamiliare: in sintesi

Ecco infine una pratica e breve checklist per orientarsi nell’applicazione dei principi affermati dalla Prima Sezione Civile della Cassazione con l’ordinanza n. 24719/2025.

Che cos’è l’illecito endofamiliare?

È la violazione dei doveri genitoriali (morali e materiali) che comporta la lesione di diritti fondamentali del figlio, come il diritto alla bigenitorialità, tutelato dalla Costituzione e dalle fonti internazionali.

L’abbandono morale e materiale del figlio è risarcibile?

Sì. La Cassazione ha chiarito che la consapevole sottrazione di un genitore ai propri doveri integra un illecito risarcibile ai sensi dell’art. 2059 c.c., quando determina la lesione del diritto alla bigenitorialità.

Come si prova il danno da perdita della bigenitorialità?

Il danno non patrimoniale non è mai “in re ipsa”: deve essere allegato e provato, anche tramite presunzioni semplici. Tuttavia, la perdita di un genitore costituisce un fatto notorio da cui il giudice può desumere la sofferenza e l’alterazione della vita del figlio.

La liquidazione del danno può avvenire in via equitativa?

Sì. La Cassazione ha affermato che il giudice può liquidare il danno equitativamente, utilizzando criteri analogici (come quelli previsti per la perdita del rapporto parentale), purché le motivazioni siano trasparenti e verificabili.

Qual è il principio di diritto affermato?

Il danno endofamiliare da abbandono genitoriale è risarcibile, e la perdita della bigenitorialità può essere considerata di per sé un fatto noto da cui desumere un’alterazione della vita del minore, bilanciando l’esigenza di prova con la tutela dei diritti fondamentali.

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