
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 156 del 30 ottobre 2025 (clicca qui per scaricare il PDF integrale della decisione), interviene nuovamente sull’art. 19 dello Statuto dei lavoratori, ridefinendo i confini del diritto di costituire rappresentanze sindacali aziendali (RSA). A dodici anni dalla storica pronuncia n. 231/2013, la Corte amplia ulteriormente l’accesso alla tutela sindacale privilegiata, includendo tra i soggetti legittimati alla costituzione delle RSA anche le associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.
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                        Il lavoro pubblico                    
                
                                    
                        Alla vigilia della nuova stagione di riforme sul lavoro pubblico, il volume si pone come autorevole commento dello stato dell’arte, ma anche – e soprattutto – come opera attenta agli aspetti pratici dell’ormai immensa e ingarbugliata matassa stratificata disciplina del pubblico impiego.
Coniugando l’ampiezza del trattato con la fruibilità del testo specialistico, il volume garantisce la approfondita disamina di tutti i temi del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, dalla contrattualizzazione alle novità “in tempo reale” della pandemia e del Governo Draghi.
Tratto distintivo dell’opera è la sua coralità, in cui i 40 autori e autrici si rivolgono a tutti gli operatori della materia (magistratura, avvocatura, segretari, dirigenti, datori di lavoro, sindacato) ma anche a chi si accosta al tema per la prima volta (a fini di studio e/o concorsuali) con puntuali rinvii interni e strutturate bibliografie per ogni argomento affrontato.
Il risultato è un testo che tratta la disciplina e le fonti (sez. I); il diritto sindacale (sez. II); l’accesso al lavoro (sez. III); i contratti di lavoro flessibile (sez. IV); il rapporto di lavoro (sez. V); la mobilità individuale (sez. VI); il potere disciplinare e le responsabilità del dipendente pubblico (sez. VII); la risoluzione del rapporto di lavoro (sez. VIII); la dirigenza pubblica (sez. IX).
Alessandro Boscati
Ordinario di Diritto del Lavoro presso l’Università degli Studi di Milano. Coordinatore scientifico del corso di perfezionamento in “Salute e Sicurezza del lavoro: organizzazione, gestione e responsabilità” organizzato dall’Università degli Studi di Milano. Già Prorettore delegato al Personale e alle politiche per il lavoro presso l’Università degli Studi di Milano. Autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche, tra cui le opere monografiche Il dirigente dello Stato. Contratto di lavoro ed organizzazione, 2006 e Patto di non concorrenza. Art. 2125, 2010, annovera una continua attività di formazione in materia di diritto del lavoro e relazioni sindacali presso Università, altri organismi pubblici e società private. In particolare, è docente ; presso laSNA (Scuola Nazionale dell’Amministrazione, già Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione) e presso la Scuola Superiore della Magistratura, nonché nei master organizzati dalle Università degli Studi di Bologna, di Roma “La Sapienza, di Venezia “Ca’ Foscari”; nelle scuole di specializzazione delle Università degli Studi di Parma, di Pavia, di Padova.
Con il coordinamento scientifico del Prof. Giuseppe Pellacani
                    
                    
                        Leggi descrizione
                    
                            
            
                A cura di Alessandro Boscati, 2021, Maggioli Editore            
            
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                Il lavoro pubblico
Alla vigilia della nuova stagione di riforme sul lavoro pubblico, il volume si pone come autorevole commento dello stato dell’arte, ma anche – e soprattutto – come opera attenta agli aspetti pratici dell’ormai immensa e ingarbugliata matassa stratificata disciplina del pubblico impiego.
Coniugando l’ampiezza del trattato con la fruibilità del testo specialistico, il volume garantisce la approfondita disamina di tutti i temi del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, dalla contrattualizzazione alle novità “in tempo reale” della pandemia e del Governo Draghi.
Tratto distintivo dell’opera è la sua coralità, in cui i 40 autori e autrici si rivolgono a tutti gli operatori della materia (magistratura, avvocatura, segretari, dirigenti, datori di lavoro, sindacato) ma anche a chi si accosta al tema per la prima volta (a fini di studio e/o concorsuali) con puntuali rinvii interni e strutturate bibliografie per ogni argomento affrontato.
Il risultato è un testo che tratta la disciplina e le fonti (sez. I); il diritto sindacale (sez. II); l’accesso al lavoro (sez. III); i contratti di lavoro flessibile (sez. IV); il rapporto di lavoro (sez. V); la mobilità individuale (sez. VI); il potere disciplinare e le responsabilità del dipendente pubblico (sez. VII); la risoluzione del rapporto di lavoro (sez. VIII); la dirigenza pubblica (sez. IX).
Alessandro Boscati
Ordinario di Diritto del Lavoro presso l’Università degli Studi di Milano. Coordinatore scientifico del corso di perfezionamento in “Salute e Sicurezza del lavoro: organizzazione, gestione e responsabilità” organizzato dall’Università degli Studi di Milano. Già Prorettore delegato al Personale e alle politiche per il lavoro presso l’Università degli Studi di Milano. Autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche, tra cui le opere monografiche Il dirigente dello Stato. Contratto di lavoro ed organizzazione, 2006 e Patto di non concorrenza. Art. 2125, 2010, annovera una continua attività di formazione in materia di diritto del lavoro e relazioni sindacali presso Università, altri organismi pubblici e società private. In particolare, è docente ; presso laSNA (Scuola Nazionale dell’Amministrazione, già Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione) e presso la Scuola Superiore della Magistratura, nonché nei master organizzati dalle Università degli Studi di Bologna, di Roma “La Sapienza, di Venezia “Ca’ Foscari”; nelle scuole di specializzazione delle Università degli Studi di Parma, di Pavia, di Padova.
Con il coordinamento scientifico del Prof. Giuseppe Pellacani
La questione di legittimità costituzionale
La questione di legittimità costituzionale è stata sollevata dal Tribunale di Modena, chiamato a decidere sul ricorso promosso dall’organizzazione sindacale ORSA – Trasporti Autoferro TPL contro la società SETA S.p.A., gestore del trasporto pubblico locale emiliano.
Il sindacato lamentava di essere stato escluso dalla possibilità di costituire una RSA presso l’unità produttiva di Modena, nonostante rappresentasse una quota significativa di lavoratori iscritti (circa il 10% della forza lavoro e oltre il 20% dei sindacalizzati).
La società datrice, richiamandosi all’art. 19, primo comma, dello Statuto dei lavoratori e alla sentenza n. 231/2013 della Corte Costituzionale, aveva opposto che tale diritto spetta soltanto ai sindacati firmatari o partecipanti alla negoziazione del contratto collettivo applicato in azienda. ORSA, non avendo preso parte a tali trattative, ne risultava esclusa.
Il giudice rimettente ha ritenuto che tale disciplina generasse un’irragionevole disparità di trattamento, consentendo di fatto al datore di lavoro di scegliere i propri interlocutori sindacali, escludendo quelli “scomodi” ma rappresentativi.
Da qui la questione di costituzionalità per contrasto con gli artt. 3 e 39 Cost., nella parte in cui la norma non consente alle organizzazioni maggiormente o significativamente rappresentative di costituire una RSA anche in assenza di attività negoziale.
La decisione della Consulta
La Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 19, primo comma, della legge n. 300/1970 (Statuto dei Lavoratori), nella parte in cui non prevede che le RSA possano essere costituite anche nell’ambito delle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.
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Il Giudice relatore ha ricostruito l’evoluzione normativa e giurisprudenziale dell’art. 19, evidenziando come, dopo il referendum del 1995 e la sentenza n. 231/2013, il sistema di selezione dei sindacati ammessi alla tutela rafforzata si fondasse su criteri meramente negoziali (firma o partecipazione alla trattativa).
Tali criteri, tuttavia, rischiano di trasformarsi da strumenti di selezione in meccanismi di esclusione, poiché consentono al datore di lavoro di condizionare la rappresentanza scegliendo con chi negoziare.
La Consulta ha richiamato il principio già espresso nella sentenza n. 231/2013, secondo cui l’art. 19 deve selezionare i sindacati in base all’effettiva rappresentatività, non alla loro disponibilità a firmare o trattare.
Poiché nel settore privato manca un sistema oggettivo di certificazione della rappresentatività (a differenza del pubblico impiego, dove il D.Lgs. 165/2001 fissa soglie e criteri), la Corte ha ritenuto necessario introdurre un parametro idoneo e verificabile.
Ha quindi individuato nella rappresentatività comparativa su base nazionale il criterio transitorio più coerente con l’ordinamento vigente, invitando il legislatore a una riforma organica dell’art. 19.
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Conclusioni
La sentenza n. 156/2025 rappresenta un nuovo punto di equilibrio tra libertà sindacale e selettività della tutela privilegiata. Per la Consulta, quindi, anche i sindacati comparativamente più rappresentativi a livello nazionale devono poter costituire RSA nelle aziende private, anche se non firmatari o partecipanti alla contrattazione collettiva applicata.
 
		 
				










