Rassegna giurisprudenziale del 23 aprile

Questa rassegna si propone di esaminare le principali novità giurisprudenziali.

Contestazioni alla CTU nella comparsa conclusionale e in appello: i confini del diritto di difesa

La Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7356/2025 (clicca qui per consultare il testo integrale dell’ordinanza), ha affrontato la seguente questione: le contestazioni e i rilievi critici delle parti alla CTU, possono essere formulati per la prima volta nella comparsa conclusionale o anche in appello? La decisione ribadisce un orientamento ormai consolidato nella giurisprudenza di legittimità e offre l’occasione per riflettere sui confini del diritto di difesa.

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Rinuncia del socio al credito e incasso giuridico

La questione oggetto di analisi riguarda il trattamento fiscale della rinuncia del socio ai crediti verso la società partecipata, con particolare attenzione al tema dell’incasso giuridico. Tale nozione, elaborata dalla prassi amministrativa (Circolare n. 73/E/1994) e recepita dalla giurisprudenza, mira a evitare fenomeni di salto d’imposta nei redditi imponibili per cassa, come interessi, compensi agli amministratori e dividendi. Il quadro normativo è stato modificato dal D.lgs. n. 147/2015, in particolare con l’introduzione del comma 4-bis all’art. 88 del TUIR. La sentenza della Cassazione n. 16595/2023, oggetto dell’analisi, affronta il tema in termini potenzialmente innovativi, segnando un possibile distacco rispetto all’orientamento della prassi recente, come emerge anche dalla risposta all’interpello n. 59/2025 dell’Agenzia delle Entrate in materia di rinuncia ai dividendi.

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Distanze legali e danno risarcibile

La risarcibilità del danno conseguente alla violazione delle distanze legali tra costruzioni rappresenta una questione cruciale nel diritto civile, in cui si intrecciano profili dominicali e regole di matrice urbanistica. Al centro del dibattito si pone l’esigenza di delineare i presupposti per ottenere un ristoro economico quando l’edificazione su un fondo finitime incide sul diritto di godimento del vicino, al di là della sola illegittimità formale dell’opera.

Muovendo dall’analisi di una recente pronuncia della Corte di Cassazione (Cass. Civ. Sez. 2, n. 7290/2025), il presente contributo si propone di approfondire i criteri oggi richiesti per l’accesso alla tutela risarcitoria in tale ambito. In particolare, si riflette sulla natura e sull’onere della prova del danno, sulla distinzione tra violazione edilizia e danno-conseguenza, nonché sull’attuale rilevanza delle presunzioni semplici come strumento probatorio. L’analisi mira inoltre a chiarire l’impatto delle norme urbanistiche locali sul principio civilistico di prevenzione, offrendo una lettura sistematica dei rapporti tra tutela reale e tutela risarcitoria.

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Accettazione dell’eredità e mediazione obbligatoria in appello

L’apertura della successione comporta l’automatico trasferimento dell’eredità a favore di coloro che sono chiamati a divenirne titolari? Il giudice d’appello è obbligato a disporre la mediazione nelle materie indicate dall’art. 5 d.lgs. 28/2010?

La Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5474/2025 (clicca qui per consultare il testo integrale dell’ordinanza), ha chiarito quali sono le conseguenze giuridiche che discendono rispettivamente dalla trascrizione della denuncia di successione e dell’accettazione dell’eredità. La Suprema Corte, inoltre, nell’ambito della medesima controversia, ha fornito indicazioni in tema di mediazione obbligatoria e giudizio d’appello.

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Notifica incostituzionale dell’atto presupposto e principio di definitività

La Corte di Cassazione, Sezione Tributaria, con l’ordinanza n. 8910/2025 (puoi consultare il testo dell’ordinanza cliccando qui), ha chiarito un punto cruciale: cosa accade se una norma dichiarata incostituzionale invalida la notifica di una cartella di pagamento, ma il contribuente non l’ha impugnata? Secondo la Corte, il vizio derivante dall’incostituzionalità può incidere anche sull’intimazione di pagamento successiva. Tuttavia, il contribuente può farlo valere solo se ha già sollevato la questione nel corso del contenzioso. Se non ha impugnato la cartella nei termini, l’atto diventa definitivo. E questo impedisce di contestare la validità dell’intimazione successiva.

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Accettazione dell’eredità e mediazione obbligatoria in appello

L’apertura della successione comporta l’automatico trasferimento dell’eredità a favore di coloro che sono chiamati a divenirne titolari? Il giudice d’appello è obbligato a disporre la mediazione nelle materie indicate dall’art. 5 d.lgs. 28/2010?

La Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5474/2025 (clicca qui per consultare il testo integrale dell’ordinanza), ha chiarito quali sono le conseguenze giuridiche che discendono rispettivamente dalla trascrizione della denuncia di successione e dell’accettazione dell’eredità. La Suprema Corte, inoltre, nell’ambito della medesima controversia, ha fornito indicazioni in tema di mediazione obbligatoria e giudizio d’appello.

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Validità del testamento pubblico: è sufficiente una dichiarazione a monosillabi?

La Seconda Sezione civile della Cassazione, con l’ordinanza n. 9534/2025, depositata l’11 aprile (puoi consultare il testo integrale dell’ordinanza cliccando qui), ha affrontato una questione interessante in materia di diritto successorio. I giudici di legittimità hanno chiarito se sia valido il testamento pubblico nei casi in cui il de cuius, affetto da un deficit motorio, abbia espresso la propria volontà a monosillabi o con gesti di assenso del capo.

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Personalizzazione del danno biologico: l’autonoma liquidazione del danno morale

La Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9279/2025, depositata l’8 aprile (puoi consultare il testo integrale dell’ordinanza cliccando qui), ha affrontato nuovamente il tema della corretta liquidazione del danno non patrimoniale da lesione della salute. La decisione, in particolare, si concentra sulla distinzione tra danno biologico e danno morale, ribadendo la necessità di una valutazione autonoma di quest’ultimo, quando allegato e provato.

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Ordine di liberazione dell’immobile pignorato e locazione a canone vile

La Terza Seziona Civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9731/2025 (puoi consultare il testo integrale dell’ordinanza cliccando qui), coglie l’occasione per ribadire alcuni principi consolidati in tema di esecuzione immobiliare. In particolare, chiarisce la portata dell’art. 2923, comma 3, c.c. e conferma la legittimità dell’ordine di liberazione dell’immobile anche prima dell’aggiudicazione. Il provvedimento approfondisce il delicato equilibrio tra due esigenze: da un lato, l’opponibilità della locazione con data certa anteriore al pignoramento; dall’altro, la tutela dei creditori e dell’aggiudicatario. Viene inoltre esaminato il tema della valutazione del canone come “vile” e la natura dell’inopponibilità prevista dalla norma.

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L’indicazione della formula esecutiva nel precetto su sentenza: limiti applicativi dell’art. 654 c.p.c.

La Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7111/2025 (trovi il testo integrale dell’ordinanza qui), ha affrontato una questione di rilevanza nel contenzioso esecutivo: è necessaria l’indicazione della data di apposizione della formula esecutiva nell’atto di precetto fondato su sentenza? La pronuncia si inserisce nel solco della giurisprudenza più recente, riaffermando limiti e criteri applicativi degli artt. 480 e 654 c.p.c.

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