Rassegna giurisprudenziale del 19 novembre

Questa rassegna si propone di esaminare le principali novità giurisprudenziali della settimana.

Nullità dell’anatocismo e prescrizione: i criteri di verifica delle rimesse

L’ordinanza n. 27460/2025 (che puoi leggere cliccando qui) della Cassazione ribadisce due principi cardine del contenzioso bancario sui contratti di conto corrente: il regime transitorio dell’anatocismo e la ripartizione dell’onere della prova nella prescrizione dell’azione di ripetizione dell’indebito, con focus sulla qualificazione delle rimesse. Al centro della decisione vi è la legittimità della capitalizzazione trimestrale in assenza di pattuizione scritta e il corretto metodo per distinguere versamenti solutori e ripristinatori, decisivo per individuare il dies a quo della prescrizione decennale.

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Ritenute previdenziali non versate: perché il termine di 90 giorni è decisivo

Il tema dell’individuazione del termine entro cui l’INPS deve contestare la violazione dell’omesso versamento delle ritenute previdenziali continua a rappresentare una questione interpretativa rilevante, poiché dall’osservanza del termine decadenziale dipende la validità degli atti sanzionatori notificati dall’Istituto. In particolare, la giurisprudenza aveva già chiarito che, per le violazioni commesse dopo l’entrata in vigore del D.lgs. 8/2016, trova applicazione il termine di novanta giorni previsto dall’art. 14 della L. 689/1981 (ne avevamo parlato qui). Rimaneva invece aperto il dibattito circa l’estensione dello stesso termine alle violazioni anteriori alla legge di depenalizzazione, profilo sul quale si erano registrati significativi contrasti.

Con la sentenza n. 7641 del 22 marzo 2025 (che puoi leggere cliccando qui), la Suprema Corte è intervenuta a definire il quadro in modo definitivo. Il principio affermato chiarisce che la disciplina richiamata dall’art. 6 del D.lgs. 8/2016, pur riferita alle sanzioni amministrative “previste dal presente decreto”, si applica anche alle violazioni oggetto dell’art. 8, e dunque a quelle commesse prima della sua entrata in vigore. Ne deriva che anche tali illeciti sono soggetti al termine decadenziale di novanta giorni per la contestazione, con conseguente invalidità degli atti tardivamente emessi.

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Cartella di pagamento via PEC in PDF: quando la notifica resta valida e sanata

È valida la notifica della cartella di pagamento via PEC quando il documento allegato non è firmato digitalmente in formato “.p7m”? La questione, negli anni, ha generato contrasti interpretativi, soprattutto in relazione agli effetti del mancato disconoscimento della copia e alla possibile sanatoria del vizio. La Corte di Cassazione, Sezione Tributaria, con l’ordinanza n. 29048/2025 (puoi leggerla cliccando qui), offre un chiarimento sul tema, ricostruendo la funzione della notifica via PEC.

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Caduta su scalinata pubblica: quando l’imprudenza del passante esclude il risarcimento

La Terza Sezione Civile della Cassazione, con l’ordinanza n. 29760 dell’11 novembre 2025 (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), affronta un caso di responsabilità per caduta su una scalinata monumentale comunale (nell’episodio specifico, la Scalinata Tirinità dei Monti a Roma), mettendo a fuoco uno degli aspetti centrali in tema di responsabilità da cose in custodia: il ruolo della condotta del danneggiato nella verifica del nesso causale. Pur riguardando un bene storico soggetto a costante usura, la vicenda offre l’occasione per chiarire, ancora una volta, come si distribuiscono gli oneri probatori e quando l’imprudenza può integrare caso fortuito, escludendo la responsabilità dell’ente custode.

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Classamento catastale: motivazione apparente se mancano i parametri

L’ordinanza n. 29358 del 6 novembre 2025 della Corte di Cassazione, Sezione Tributaria (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), offre un contributo ermeneutico in materia di classamento catastale e di vigilanza sulla corretta esplicazione del potere giurisdizionale da parte del giudice di merito. La quaestio iuris verteva sull’illegittimità della rettifica del classamento di un’unità immobiliare dalla categoria C/3 (laboratorio artigianale) alla categoria D/7 (capannone industriale), operata dall’Amministrazione finanziaria.

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Ristrutturazione dei debiti del consumatore e colpa: la negligenza del finanziatore non interferisce con la condotta del debitore

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21048 del 24 luglio 2025 (ud. 28 maggio 2025), affronta un nodo centrale nella disciplina della ristrutturazione dei debiti del consumatore ex art. 69 CCII: il rapporto tra la condotta del debitore nella formazione del sovraindebitamento (colpa grave, malafede o frode) e la violazione degli obblighi del finanziatore in tema di valutazione del merito creditizio ex art. 124-bis TUB.

La decisione chiarisce che non sussiste alcun automatismo tra le due sfere di responsabilità: la negligenza della banca non esclude, né attenua, la colpa del consumatore. Il giudice del merito deve valutare autonomamente entrambi i profili, secondo logiche e finalità diverse. La pronuncia contiene un importante richiamo alla corretta interpretazione del novellato art. 69 CCII (post correttivo 2020), distinguendo nettamente l’ambito dell’inibitoria del creditore colpevole (limitata alla convenienza economica) da quello delle contestazioni sulla legittimità dell’accesso alla procedura.

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Successioni: quando la costituzione in giudizio degli eredi equivale ad accettazione tacita dell’eredità

La Prima Sezione Civile della Cassazione, con l’ordinanza n. 24006 del 27 agosto 2025 (che puoi leggere cliccando qui), chiarisce che la costituzione in giudizio degli eredi del de cuius costituisce un’accettazione legale dell’eredità. La Corte, così, conferma il principio di diritto secondo il quale la costituzione in giudizio degli eredi, allo scopo di paralizzare una pretesa creditoria esperita verso il loro dante causa, assume l’efficacia, ai sensi dell’art. 476, c.c., di un’accettazione tacita dell’eredità.

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Clausola penale e interessi in mora: nullo il cumulo eccessivo nei finanziamenti

La sentenza in commento, emessa dal Tribunale di Modena (puoi leggerla cliccando qui), affronta la spinosa e attualissima questione del rapporto tra interessi moratori e clausola penale nei contratti di finanziamento stipulati con i consumatori. Il cuore del problema giuridico risiede nello stabilire se, ai fini della valutazione di vessatorietà, tali oneri debbano essere considerati separatamente o cumulativamente.

Il Tribunale emiliano offre un’importante applicazione dei principi comunitari e nazionali a tutela del consumatore, stabilendo che la valutazione del carattere “manifestamente eccessivo” della penale, ai sensi del Codice del Consumo, non può prescindere da un’analisi globale degli oneri imposti al debitore inadempiente. L’analisi del giudice si concentra quindi sulla valutazione cumulata di tali costi, giungendo a dichiarare la nullità della clausola che, sommando penale e mora, supera le soglie di legge, anche in presenza di un giudicato parziale formatosi sulla non usurarietà dei singoli tassi.

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Usucapione della quota in comproprietà: quando il possesso è davvero esclusivo

L’ordinanza della II Sezione Civile della Cassazione, n. 27784 del 17 ottobre 2025 (che puoi leggere cliccando qui), tratta questioni di usucapione e comproprietà, consolidando principi ermeneutici sul possesso esclusivo e i limiti della legittimazione a intervenire nel giudizio per gli eredi legittimari. La Corte rigetta il ricorso degli eredi testamentari che impugnavano la dichiarazione di usucapione di una quota di comproprietà su terreni, confermando la legittimità della pronuncia della Corte territoriale e precisando i criteri per la valutazione del possesso esclusivo in comunione.

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Dichiarazione dello stato di adottabilità e recupero genitoriale: il dovere di una valutazione dinamica

La Prima Sezione civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza 7 settembre 2025, n. 24728 (che puoi leggere cliccando qui), è tornata a pronunciarsi sul tema, nevralgico nel diritto minorile contemporaneo, del corretto perimetro della dichiarazione dello stato di adottabilità e del rapporto fra il giudizio sull’idoneità genitoriale e la natura evolutiva dei percorsi di sostegno intrapresi dai genitori in condizioni di fragilità.

La vicenda esaminata, assai complessa sul piano fattuale e umanamente sensibile, impone di riflettere sul modo in cui il giudice di merito debba confrontarsi con il principio di residualità dell’intervento ablativo e con l’obbligo, imposto sia dalla L. 184/1983 sia dalla giurisprudenza della Corte EDU, di valorizzare non solo la fotografia del passato, ma soprattutto i dinamismi, gli avanzamenti e le potenzialità di recupero emergenti da interventi psicologici, sociali e culturali in itinere.

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Il volume consigliato

Il volume NIS 2 ed Evoluzione della Cybersicurezza Nazionale, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon, rappresenta una delle opere più complete oggi disponibili sul nuovo ecosistema normativo introdotto dalla direttiva UE 2022/2555 (NIS 2) e dal suo recepimento nazionale tramite il d.lgs. n. 138/2024. In un quadro caratterizzato da crescente complessità tecnologica, aumento delle minacce cyber e convergenza tra sicurezza digitale, governance aziendale e responsabilità pubblica, il libro, a cura di Gian Luca Berruti, Giuseppe Corasaniti e Pierluigi Perri, offre una ricostruzione sistematica e operativa dell’intero apparato regolatorio, evidenziando le interconnessioni con PSNC, DORA, CER e con il più ampio diritto penale e processuale in materia di criminalità informatica.

NIS 2 ed Evoluzione della Cybersicurezza Nazionale

NIS 2 ed Evoluzione della Cybersicurezza Nazionale

La direttiva NIS 2 (dir. UE 2022/2555) e il suo recepimento italiano tramite il decreto legislativo n. 138/2024 rivoluzionano l’architettura di cybersicurezza del Paese.

L’opera analizza l’integrazione tra la normativa NIS 2, il Perimetro di Sicurezza Nazionale Cibernetica (PSNC) e le regolamentazioni settoriali come DORA e CER.

Il volume esplora i nuovi e stringenti obblighi di governance, che hanno posto gli organi direttivi al centro della gestione del rischio informatico, e tutte le misure di sicurezza proporzionate per i soggetti essenziali e importanti, l’obbligo di notifica degli incidenti con tempistiche rigorose e il rafforzamento delle misure crittografiche, inclusa la sfida della transizione post-quantum.

Ampio spazio è dedicato ai poteri di vigilanza e sanzionatori dell’ACN, e all’impatto sul diritto penale e processuale della Legge n. 90/2024, che inasprisce le pene e introduce nuovi strumenti di contrasto alla criminalità digitale.

Gian Luca Berruti
Colonnello t. ST della Guardia di Finanza, è attualmente Direttore – Capo della Divisione Procedimento Sanzionatorio dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e Consigliere per l’Intelligenza Artificiale e la Cybersicurezza del Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie.

Giuseppe Corasaniti
Professore ordinario di Filosofia del diritto digitale e Informatica giuridica presso la Università Mercatorum di Roma. Docente a contratto di Macchine intelligenti e diritto alla Università LUISS Guido Carli. Esperto presso la Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale italiana (ACN).

Pierluigi Perri
Avvocato, Of Counsel presso Chiomenti, dove è responsabile della practice area Data Protection & Privacy. Professore associato in Sicurezza Informatica, Privacy e Protezione dei dati sensibili, presso l’Università degli Studi di Milano.

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Gian Luca Berruti, Giuseppe Corasaniti e Pierluigi Perri, 2025, Maggioli Editore
36.00 € 34.20 €

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