Rassegna giurisprudenziale del 25 settembre 2024

Questa rassegna giurisprudenziale si propone di esaminare le principali novità delle sentenze e ordinanze della settimana.

Ripetibilità indennità di mobilità dopo la reintegrazione del lavoratore licenziato

La recente pronuncia della Corte di Cassazione ha sollevato la questione circa la ripetibilità delle somme percepite dai lavoratori a titolo di indennità di mobilità in situazioni in cui il loro licenziamento viene successivamente dichiarato illegittimo e il rapporto di lavoro ripristinato ope iudicis.

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Interclusione giuridica e servitù coattiva: la Cassazione interviene

Con l’ordinanza n. 25088 del 2024, la Corte di Cassazione ha affrontato un caso in tema di servitù coattiva di passaggio, chiarendo che l’interclusione di un fondo non riguarda solo ostacoli fisici, ma può essere determinata anche da divieti imposti dalla legge o dalla pubblica amministrazione. La decisione, che annulla una precedente sentenza della Corte d’Appello di Brescia, amplia il concetto di interclusione giuridica, offrendo una maggiore tutela ai proprietari di fondi agricoli senza accesso alla via pubblica.

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Responsabilità da custodia: dubbi sull’art. 2051 c.c. alle Sezioni Unite

L’ordinanza interlocutoria n. 24227/2024 della Corte di Cassazione vede al centro una questione legata alla responsabilità civile da custodia. Nello specifico, la vicenda riguarda l’interpretazione dell’art. 2051 c.c. e sulle implicazioni della responsabilità da custodia, con particolare riguardo al nesso di causalità e all’onere della prova.

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Efficacia delle sentenze penali nel giudizio di Cassazione tributario

La Suprema Corte di Cassazione, V sezione civile, con ordinanza n.23570/2024, ha stabilito che la sentenza penale irrevocabile di assoluzione perché il fatto non sussiste o l’imputato non lo ha commesso, di cui all’art. 1, comma 1, lett. m) D. lgs. n.74/2000 (come modificato dall’art. 21-bis D.lgs. n. 87/2024), può essere depositata anche nel giudizio per Cassazione contro la sentenza tributaria d’appello fino a quindici giorni prima dell’udienza o dell’adunanza in camera di consiglio. Pertanto, ne deriva che, se i fatti non sussistono secondo il giudizio penale, producendo la sentenza medesima efficacia nell’ambito del giudizio tributario, l’esistenza dei fatti posti a fondamento della pretesa fiscale dovranno ritenersi inesistenti anche in sede tributaria.

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