Mediazione Civile e Commerciale dopo la Riforma Cartabia

La mediazione civile e commerciale ha conosciuto, nel 2024, un significativo consolidamento quale strumento centrale nella gestione delle controversie, in particolare a seguito delle modifiche strutturali introdotte dalla Riforma Cartabia (D.Lgs. 149/2022), entrata in vigore il 30 giugno 2023. Tra le principali novità si segnala la riconfigurazione del primo incontro di mediazione, che ha cessato di essere un mero filtro preliminare gratuito, per trasformarsi in una vera e propria sede di trattativa sostanziale.

La portata di queste trasformazioni trova concreta evidenza nel “Report Mediazione 2025” (clicca qui per consultare il testo integrale del report) diffuso dalla Camera Arbitrale di Milano (CAM), che documenta, con approccio quantitativo e qualitativo, l’impatto delle novità normative sull’effettività e sull’efficienza del procedimento. I dati segnalano una crescita costante non solo nella quantità delle domande e degli accordi raggiunti, ma anche nella rapidità delle procedure e nella loro capillarità tematica.

Incremento delle domande e tasso di successo: i numeri del 2024

Nel 2024, le nuove richieste di mediazione depositate presso la CAM sono aumentate del 3%, passando da 1.016 a 1.051. Più rilevante è la crescita dei procedimenti conclusi, con un +15% rispetto all’anno precedente, per un totale di 1.004 casi chiusi.

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Le ultime novità nella mediazione civile e commerciale

Le ultime novità nella mediazione civile e commerciale

Il testo fornisce una guida chiara e operativa delle novità introdotte dal recente correttivo (D.Lgs. n. 216/2024) tramite l’esame di temi centrali quali la condizione di procedibilità, la mediazione demandata dal giudice, la durata della procedura e l’efficacia esecutiva degli accordi raggiunti.
Particolare attenzione è dedicata anche alle nuove disposizioni relative alla mediazione telematica, agli incontri da remoto e ai benefici fiscali per le parti interessate. Scritto da un team multidisciplinare di professionisti, mediatori civili e commerciali iscritti all’Organismo di Mediazione della Fondazione ODCEC di Milano, il volume si propone come strumento prezioso per avvocati, commercialisti, mediatori, giudici e operatori che desiderano approfondire e applicare con competenza la nuova disciplina della mediazione.

Claudia Bruscaglioni
Avvocato, Mediatore ai sensi del D.Lgs. n. 28/2010 e mediatore di international business disputes con accreditamento del CEDR. Ha oltre 25 anni di esperienza di trattative nei settori societario e bancario, project financing, energy, construction.
Carlo Francesco
Bubani Cremonese, Dottore commercialista, Revisore legale e degli enti locali, Mediatore ex D.Lgs. 28/2010. Ha esperienza trentennale come consulente aziendale e dirigente in società italiane e multinazionali quotate. Esperto in organizzazione aziendale, negoziazione, multiculturalità e leadership, è relatore in webinar e seminari sugli strumenti ADR.
Morena La Tanza
Commercialista, Consulente aziendale, Revisore legale e Mediatore ex D.Lgs. 28/2010. Responsabile dell’Organismo di mediazione della Fondazione ODCEC di Milano, è relatrice in convegni e seminari sulle materie ADR.
Massimo Oldani
Commercialista, Gestore della crisi da sovraindebitamento, Consulente tecnico del giudice in ambito civile e penale, Mediatore ai sensi del D.Lgs. 28/2010 e Arbitro. Formatore in tecniche ADR e Responsabile scientifico riconosciuto dal Ministero della Giustizia in enti di formazione per mediatori.
Flavia Silla
Avvocato patrocinante in Cassazione e Dottore commercialista in Milano e Roma nonché Revisore legale, Mediatore ai
sensi del D.Lgs. n. 28/2010 e pubblicista. È socio fondatore di Enne.Zero, associazione tra avvocati e professionisti della negoziazione.
Collabora da tempo in qualità di docente a corsi e seminari organizzati da importanti società di formazione.

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Claudia Bruscaglioni, Carlo Francesco Bubani Cremonese, Morena La Tanza, Massimo Oldani, Flavia Silla,, 2025, Maggioli Editore
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Il dato più significativo è tuttavia rappresentato dall’incremento della percentuale di accordi raggiunti: il 26,9% dei procedimenti conclusi si è chiuso con un’intesa (270 su 1.004), rispetto al 23% registrato nel 2023. In termini assoluti, ciò equivale a un aumento del 36% degli accordi. In parallelo, si è registrata una flessione degli esiti negativi: i procedimenti terminati senza accordo sono scesi dal 43,5% al 39,6%. Questo miglioramento va attribuito, con ogni probabilità, alla nuova struttura del primo incontro, divenuto momento effettivo di mediazione, nonché all’adozione estesa di strumenti digitali.

Digitalizzazione e riduzione dei tempi: efficienza in crescita

Uno dei tratti distintivi del modello CAM è il ricorso alla tecnologia come leva di efficienza procedurale. Il 91% degli incontri nel 2024 si è svolto da remoto, determinando una riduzione del 15% nei tempi medi di gestione delle controversie: da 112 a 95 giorni. Il confronto con gli altri organismi di mediazione italiani evidenzia un ulteriore elemento: rispetto alla media nazionale (fonte Ministero della Giustizia), la durata dei procedimenti CAM è inferiore del 47%, rafforzando il ruolo della Camera come benchmark di riferimento nel settore ADR.

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Obbligatorietà, nuovi ambiti e valore delle controversie

La riforma ha introdotto l’obbligatorietà del tentativo di mediazione anche in settori finora marginali. Ne è derivato un aumento esponenziale delle mediazioni in materia di:

  • Contratto d’opera: +280% rispetto al 2023
  • Appalti: +61%
  • Successioni: +34%
  • Ambiente: +50%
  • Procedimenti internazionali: da 13 a 30 (+130%)

È in crescita anche il numero di mediazioni attivate sulla base di clausole contrattuali, che nel 2024 sono aumentate del 42%. Questo trend suggerisce un crescente grado di fiducia nella mediazione come clausola di default nei rapporti negoziali. Sul piano economico, il valore medio delle controversie è salito da € 238.000 a € 259.000 (+5%), segno di una maggiore rilevanza delle liti trattate in sede extragiudiziale.

Partecipazione e genere: criticità e segnali di equità

Permane stabile, ma criticamente rilevante, la percentuale di mancata partecipazione al primo incontro da parte dei soggetti invitati (33,5%). Questo dato continua a rappresentare un ostacolo strutturale all’efficacia della mediazione, ponendo l’interprete dinanzi alla questione – ancora irrisolta – della necessità di sanzioni dissuasive o incentivi più efficaci. Di segno opposto, invece, il dato sulla parità di genere: nel 2024, il 68,2% dei procedimenti (680 su 997) è stato affidato a mediatrici donne, a fronte del 31,7% assegnato a colleghi uomini. Si tratta di un segnale virtuoso di equità professionale all’interno di un settore spesso ancora segnato da disparità sistemiche.

Considerazioni sistematiche: quale ruolo per la mediazione nel processo civile?

L’evoluzione della mediazione sotto il profilo normativo, strutturale e statistico pone interrogativi rilevanti sul ruolo che questo istituto è destinato ad assumere nel sistema giustizia.

La trasformazione del primo incontro da “fase esplorativa” a “incontro effettivo” è sintomatica di una tendenza legislativa volta a consolidare l’autonomia funzionale dell’ADR, pur restando nell’alveo della giustizia civile. È lecito domandarsi se, in prospettiva, la mediazione debba essere considerata una tappa autonoma del processo (una “fase precontenziosa”), o se debba assurgere a un sistema parallelo, alternativo ma vincolante, che richiede un ripensamento delle regole di procedura. A ciò si aggiungono questioni di tenuta sistemica: l’incremento strutturale della mediazione comporta un crescente fabbisogno di professionalità adeguate, di formazione continua dei mediatori, di interoperabilità tecnologica e di equità nell’accesso ai servizi.

Conclusioni

I dati del “Report Mediazione 2025” certificano il consolidamento dell’istituto della mediazione in Italia e ne mostrano le potenzialità come strumento realmente efficace nella gestione delle liti civili e commerciali. La Riforma Cartabia ha certamente agito da catalizzatore di questo processo, ma la piena maturazione dell’ADR richiede ora un investimento culturale, istituzionale e operativo che ne accompagni la crescita. In un sistema giustizia che mira alla deflazione del contenzioso e alla tutela effettiva dei diritti in tempi ragionevoli, la mediazione non può più essere considerata un rimedio alternativo, ma un pilastro complementare del processo civile. La sua futura centralità dipenderà dalla capacità del legislatore, degli operatori e dell’accademia di leggere i numeri come indice di una trasformazione più profonda della cultura del conflitto.

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Istruttore Direttivo presso la Biblioteca Civica “Romolo Spezioli” di Fermo, nonché membro dei comitati scientifici di numerose riviste (tra cui Il Polo – Istituto Geografico Polare “Silvio Zavatti”, Menabò, Notizie Geopolitiche e Scholia), socio corrispondente della Deputazione di Storia Patria per le Marche e autore di oltre 500 pubblicazioni, tra articoli scientifici e contributi divulgativi. Per quanto concerne il diritto collabora con le riviste Salvis Juribus, Altalex, Italia Appalti, Moltocomuni, Ratio Iuris, Italia Ius, Obiettivo Magistrato, Lentepubblica, Terzultima Fermata, Jus101, Giuricivile, Opinio Juris, Libro Aperto e Italia Ius.

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