Libra e Gramm: il futuro delle criptovalute

in Giuricivile, 2020, 3 (ISSN 2532-201X)

di Italo Iafanti e Filomena Passamano – Oggi nel mondo si contano oltre duemila criptovalute. Sicuramente tra la più importante e diffusa, vi è il Bitcoin, ma nell’ultimo anno sta prendendo piede una nuova criptovaluta ideata dal colosso mondiale Facebook.

Libra, la criptovaluta di Facebook: cos’è e come funziona

È, infatti, il giugno del 2019 quando Facebook presenta al mondo Libra, una criptovaluta basata su blockchain per lo scambio di denaro tramite social network, con la promessa di immetterla sul mercato globale entro giugno 2020. Subito dopo il lancio, le Financial Authorities di tutto il mondo hanno posto un focus su alcuni aspetti controversi, infatti, dopo il parere positivo di numerose società (Visa, Mastercard, Uber, Spottify, Lyft, Vodafone), alcuni tra i più importanti partner mondiali hanno espresso precise posizioni e alcune delle organizzazioni che inizialmente avevano supportato Libra si sono tirate indietro.

Il progetto del colosso americano non si limita a dar vita ad una nuova criptovaluta, ma prevede lo sviluppo di un intero ecosistema: un’infrastruttura finanziaria globale accessibile a miliardi di persone.

Il progetto nasce a gennaio 2018, quando Zuckerberg, senza destare il sospetto dei media, ha acquistato una licenza in Irlanda con la quale, i suoi 2,07 miliardi di utenti, potessero beneficiare di prestiti personali. Nei sei mesi successivi, l’interesse si è gradualmente concretizzato con varie indiscrezioni sull’emissione di una possibile criptovaluta da parte di Facebook. Fino all’annuncio ufficiale.

L’obiettivo è quello di fornire accesso al sistema finanziario a circa 1,7 miliardi di adulti “unbanked” presenti oggi nel mondo, cioè tutti quelli che sono sprovvisti di un conto corrente bancario o analoghi servizi.

Il progetto di Libra è caratterizzato da tre elementi essenziali: l’associazione di attori che la governa, la blockchain su cui si regge e la criptovaluta con cui viene utilizzata. Libra rappresenta quindi un ecosistema etero-alimentato e poliedrico, che unisce per la prima volta società, associazioni e investitori di diversi settori. Per quanto concerne l’associazione che guida il progetto, è identificata in “Libra Association una non-profit con sede legale ed amministrativa a Ginevra, di cui all’inizio facevano parte circa 28 soggetti economici tra aziende, organizzazioni non-profit e multilaterali, istituzioni accademiche provenienti da tutto il mondo. Queste organizzazioni aderiscono attivamente all’associazione partecipando al network Libra, eseguendo un nodo di convalida sulla rete e servendo nella governance in cambio di ricompense generate da commissioni sulle transazioni, commissioni su conversioni e interessi sui depositi.

Nel White Paper diffuso al momento della comunicazione della notizia, la Libra Association ha annunciato di voler raggiungere i 100 membri entro il lancio previsto per la seconda metà del 2020. Le condizioni richieste per diventare membri sono: il valore (più di 1 miliardo di dollari di Market Value o più di 500 milioni di dollari di saldi di conti di clienti); la scala (raggiungere più di 20 milioni di persone per anno, in più nazioni) e la sostenibilità (essere riconosciuti come Top-100 da associazioni terze o media nell’ambito della sostenibilità.

Inoltre, i Funding Members saranno remunerati per il lavoro svolto e avranno diritto al Libra Investment Token, un secondo token della piattaforma, legato ai rendimenti dai titoli conservati dalla Libra Reserve.  L’obiettivo ulteriore è quello di aprire la rete rendendola totalmente permessionless, modificando di conseguenza anche quel meccanismo di remunerazione oggi previsto.

Il 14 Ottobre 2019 The Libra Association ha ufficializzato il suo Board of Directors e l’Executive Team, con CEO David Marcus (già Leader di Blockchain in Facebook). Dei 28 Membri iniziali che avevano mostrato interesse, 21 hanno apparentemente firmato lo statuto della Libra Association, l’ente deputato alla direzione e alla governance della struttura blockchain alla base della criptovaluta. L’Associazione ha visto le defezioni di Mastercard, VISA, Paypal, Mercado Pago, eBay, Stripe, Booking Holdings, lasciando al momento come unica società di pagamenti PayU.

Allo stesso tempo, sempre il 14 ottobre, la società ha avvalorato i rumors secondo cui la stessa avesse ricevuto indicazioni di interesse da più di 1.500 controparti, con 180 controparti che posseggono i canoni necessari per diventare membri fondatori.

Libra non è il solo ente che è stato mostrato al mondo lo scorso giugno. Infatti, è stata presentata anche Calibra, una società direttamente gestita da Facebook. Calibra è il primo wallet disponibile per gestire la nuova criptovaluta ed effettuare transazioni tramite questa moneta digitale. Essa ha lo scopo di semplificare la user experience rispetto alla complessa gestione delle chiavi private e chiavi pubbliche che è generalmente prevista in tutte le piattaforme Blockchain.

Attualmente Calibra è l’unico tool ad essere perfettamente integrato con Whatsapp e Messenger, (le principali piattaforme di messaggistica gestite da Facebook), agevolando così lo scambio di denaro.

Ciascuno dei membri della Libra Association deterrà un nodo validatore. Nelle piattaforme permissionless come Bitcoin ed Ethereum, chiunque può partecipare al processo di validazione, mentre in Libra i validatori saranno decine di grandi aziende internazionali.

La criptovaluta Libra è garantita da un paniere di valute legali (per ora Euro, USD, GBP, Yen) che le consentirà di avere un valore stabile nel tempo e di permettere a consumatori e merchant di oltrepassare i rischi di volatilità che oggi sfavoriscono le criptovalute come mezzo di pagamento.

Come detto, le persone che non hanno attualmente accesso ai servizi finanziari (i cosiddetti “unbanked”) potranno finalmente pagare e scambiarsi denaro in modo facile e veloce.

A sostegno dell’idea di espansione della criptovaluta, Libra, nel giorno del debutto del sito dell’associazione su Internet, ha utilizzato la foto di una donna africana. In particolare proprio l’Africa è ormai da oltre un decennio un grande laboratorio per le nuove tecnologie. L’impatto della telefonia mobile sul trasferimento dei soldi ha cambiato le dinamiche. 

Tra le criticità nell’uso di Libra potrebbero esserci le questioni legate alla privacy.

Nella pagina dedicata alla privacy sul sito di Calibra, è scritto che, se gli utenti daranno il consenso, Facebook o altre terze parti potranno accedere ai dati relativi alle transazioni finanziarie degli utenti stessi. 

È opportuno, però, evidenziare che Facebook è già diventata una banca. Solo in Italia, per esempio, Mark Zuckerberg può teoricamente decidere di offrire conti correnti e prestiti a 31 milioni di italiani iscritti a Facebook. Per mettere questi numeri nella giusta prospettiva,  basta ricordare che Banca Intesa, il più grosso gruppo bancario italiano, ha 11,1 milioni di clienti. Nessuno di questi utilizza l’app della banca 5 o 10 volte al giorno come un utente medio di Facebook.

L’ingresso di Facebook ha portato una forte accelerazione al processo di trasformazione digitale delle banche che, sia a livello mondiale che italiano, hanno potenziato i loro servizi di open banking, con non poche difficoltà.

È evidente che la diffusione di criptovalute come quelle di Facebook, sta creando non poche difficoltà alle banche. Tra le varie preoccupazioni c’è quella che la proliferazione di criptovalute come Libra possa portare a una radicale revisione delle regole statali sulle politiche monetarie.

A Libra va il merito di aver scatenato un dibattito globale e ispirato competitor ancor prima ancora di essere realizzata.

In conclusione Libra sta aprendo una nuova frontiera, anche se dovrà affrontare inevitabili contrapposizioni di governi e istituzioni che non possono non cercare di mantenere una stabilità globale.

Gramm, la criptovaluta di Telegram: cos’è e come funziona

Accanto al progetto Libra sta nascendo Gramm, la criptovaluta del servizio di chat multimediale “Telegram”.

Il Gramm dovrebbe dunque fare il suo esordio entro il 31 ottobre. Pena la perdita di un ricco giro di finanziamenti – circa 1,7 miliardi di dollari messi sul piatto da alcuni grandi fondi della Silicon Valley – raccolti proprio per sviluppare la criptovaluta e infine organizzare la cosiddetta Ico, “initial coin offering”, cioè la cessione dei token in cambio di una raccolta di denaro reale. Secondo un’indiscrezione del New York Times, che ha visionato una serie di documenti legali, la scadenza appare appunto reale e definitiva dopo i numerosi ritardi. Gli utenti che acquisteranno e poi scambieranno i Gram li accumuleranno in un borsellino digitale predisposto da Telegram. Gli oltre 200 milioni di utenti della chat (in Italia sono circa nove milioni, appena due anni fa erano 3,5) potranno così utilizzare questi fondi – alla pari di quanto promesso da Mark Zuckerberg con la sua Libra – ovunque nel mondo, offrendo dunque un servizio a chi non ha o non può accedere ai tradizionali strumenti finanziari come conti correnti o carte di credito.

A differenza di Libra, Telegram ha avuto un impatto mediatico molto meno evidente. Le criticitá, però, sono sempre le stesse: queste monete virtuali, alla pari di quanto accaduto con il Bitcoin, possano essere un vero e proprio regalo per il crimine organizzato, dal riciclaggio, al traffico di droga e armi. Oltre a mettere il dito in questioni più ampie che incrociano geopolitica internazionale, embarghi o finanziamento al terrorismo.

Rimane ovviamente, il problema di come affrontare questi sistemi decentralizzati che in qualche maniera “non battono bandiera” di alcuno stato, memorizzano le loro informazioni sui server di mezzo mondo e sfuggono alle tradizionali impalcature legislative che si occupano di finanza, così come agli organismi sovranazionali. Stando a ai primi documenti risalenti al 2017 con cui veniva promosso il progetto, il Gram sarà organizzato in modo simile al Bitcoin, cioè si baserà su una “blockchain” decentralizzata che appunto consentirà di schivare ogni genere di controllo statale e al contempo non permetterà alcun coordinamento da parte della stessa piattaforma. Benchmark e Lightspeed Capital, insieme a molti altri investitori russi, hanno finanziato il fundraising propedeutico al lancio nel corso del 2018, in cambio di un’ampia fetta di Gram.

Contrariamente alla Libra, che sarà una “stable coin” garantita da una serie di asset e alla quale parteciperanno società importanti e istituzioni finanziarie, da Visa a Mastercard, Gram potrebbe iniziare immediatamente la sua corsa sull’ottovolante delle quotazioni – e delle speculazioni – ricalcando esattamente il percorso del bitcoin. In ogni caso dovrebbe esserci un periodo di test, prima dell’Ico ufficiale, per rodare la catena di blocchi che gestirà il funzionamento.

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