
L’ordinanza n. 3982/2025, della seconda sezione civile della Corte di Cassazione, depositata il 17 febbraio, affronta una questione complessa riguardante la proprietà immobiliare e l’incidenza del giuramento decisorio nel processo civile. Il caso trae origine da una controversia sulla titolarità di un fondo rustico e di un fabbricato rurale, connesse a una donazione e a un contratto di locazione preesistente. L’ordinanza si pronuncia su aspetti fondamentali in materia di prova legale e valutazione giudiziale, stabilendo un principio che merita un’attenta riflessione. Per un approfondimento su queste tematiche, ti consigliamo il “Formulario commentato del nuovo processo civile” aggiornato alle ultime novità normative e giurisprudenziali.
Trovi il testo dell’ordinanza qui ==> Cass. civ., sez. II, 17/02/2025, n. 3982/2025
Il caso
La controversia ha origine dalla rivendicazione della proprietà di un immobile. Al centro del contenzioso vi era un contratto di locazione stipulato tra il convenuto e un intermediario, il quale agiva per conto dei precedenti proprietari. Il contratto è stato oggetto di un lungo dibattimento giudiziario, che ha portato alla sua risoluzione per grave inadempimento del conduttore.
Il Tribunale di primo grado ha accolto la domanda dell’attrice, riconoscendone la titolarità dell’immobile. Tale decisione è stata confermata in appello, dove è stata ritenuta fondata l’eccezione di usucapione sollevata dalla parte attrice. La Corte d’Appello ha stabilito che l’attrice aveva maturato il termine ventennale richiesto per l’usucapione, sommando il proprio possesso a quello dei suoi danti causa, consolidando così il titolo di proprietà.
Un aspetto centrale del giudizio ha riguardato il giuramento decisorio, inizialmente ammesso e successivamente revocato. Il convenuto ha sostenuto che, una volta prestato il giuramento, il giudice non avrebbe potuto fondare la decisione su prove documentali. Tuttavia, sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno ritenuto che la documentazione in atti fosse sufficiente per decidere la controversia, rendendo superfluo il giuramento.
Il convenuto ha presentato ricorso per Cassazione denunciando la presunta violazione degli articoli 2736, n. 1, e 2738, comma 1, c.c., nonché dell’articolo 345, ultimo comma, c.p.c. Nello specifico, ha contestato la decisione della Corte d’Appello di revocare il giuramento decisorio, sostenendo che, una volta ammesso e prestato, esso avrebbe dovuto vincolare il giudice, impedendogli di fondare la propria decisione su elementi probatori di natura documentale. Secondo il ricorrente, il valore di prova legale del giuramento avrebbe precluso ogni ulteriore accertamento tramite documenti, rendendo la pronuncia della Corte d’Appello viziata da un errore di diritto.
Consiglio: Per un approfondimento su queste tematiche, ti consigliamo il “Formulario commentato del nuovo processo civile” aggiornato alle ultime novità normative e giurisprudenziali.
Formulario commentato del nuovo processo civile
Il volume, aggiornato alla giurisprudenza più recente e agli ultimi interventi normativi, il cd. correttivo Cartabia e il correttivo mediazione, raccoglie oltre 200 formule, ciascuna corredata da norma di legge, commento, indicazione dei termini di legge o scadenze, delle preclusioni e delle massime giurisprudenziali. Il formulario si configura come uno strumento completo e operativo di grande utilità per il professionista che deve impostare un’efficace strategia difensiva nell’ambito del processo civile.
L’opera fornisce per ogni argomento procedurale lo schema della formula, disponibile anche online in formato editabile e stampabile.
Lucilla Nigro
Autrice di formulari giuridici, unitamente al padre avv. Benito Nigro, dall’anno 1990. Avvocato cassazionista, Mediatore civile e Giudice ausiliario presso la Corte di Appello di Napoli, sino al dicembre 2022.
Leggi descrizione
Lucilla Nigro, 2025, Maggioli Editore
94.00 €
89.30 €

Formulario commentato del nuovo processo civile
Il volume, aggiornato alla giurisprudenza più recente e agli ultimi interventi normativi, il cd. correttivo Cartabia e il correttivo mediazione, raccoglie oltre 200 formule, ciascuna corredata da norma di legge, commento, indicazione dei termini di legge o scadenze, delle preclusioni e delle massime giurisprudenziali. Il formulario si configura come uno strumento completo e operativo di grande utilità per il professionista che deve impostare un’efficace strategia difensiva nell’ambito del processo civile.
L’opera fornisce per ogni argomento procedurale lo schema della formula, disponibile anche online in formato editabile e stampabile.
Lucilla Nigro
Autrice di formulari giuridici, unitamente al padre avv. Benito Nigro, dall’anno 1990. Avvocato cassazionista, Mediatore civile e Giudice ausiliario presso la Corte di Appello di Napoli, sino al dicembre 2022.
Revoca del giuramento decisorio e poteri del giudice: la decisione della Corte
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del convenuto, confermando l’orientamento giurisprudenziale secondo cui il giudice ha il potere di revocare l’ammissione del giuramento decisorio se ritiene che non ne sussistano i presupposti, anche dopo la sua prestazione.
Revocabilità del giuramento decisorio
La Corte ha ribadito che, ai sensi dell’art. 2738 c.c., il giuramento decisorio, pur avendo valore di prova legale, può essere revocato se il giudice ritiene che non ne sussistano le condizioni di ammissibilità. Il giudice deve infatti verificare che il giuramento abbia ad oggetto fatti storici specifici e non valutazioni giuridiche, e che la sua formula sia idonea a definire la lite.
Prova documentale e prevalenza sulle dichiarazioni giurate
Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che la prova documentale in atti fosse sufficiente a risolvere la controversia, rendendo superflua la valutazione delle dichiarazioni rese nel giuramento. Ha quindi ribadito il principio secondo cui, laddove esista una prova documentale chiara e inequivocabile, il giudice può decidere sulla base di questa, anche in presenza di un giuramento precedentemente ammesso e prestato.
Effetti processuali e condanna per lite temeraria
Infine, la Cassazione ha confermato la validità del titolo di proprietà della parte attrice, ritenendo che la successione dei possessi, unita all’accertamento dell’esistenza del contratto di locazione, fosse sufficiente a dimostrare l’usucapione. Ha inoltre condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali, oltre a una somma ulteriore ai sensi dell’art. 96 c.p.c. per lite temeraria, ritenendo il ricorso infondato e volto esclusivamente a ritardare l’esecuzione della sentenza.
Conclusioni
L’ordinanza n. 3982/2025 della Corte di Cassazione ribadisce un principio essenziale: il giuramento decisorio, pur essendo un mezzo di prova legale, può essere revocato se il giudice ritiene che non ne sussistano i presupposti di ammissibilità. La decisione rafforza l’autonomia valutativa del giudice nella gestione delle prove, sottolineando che la documentazione in atti può prevalere su un giuramento che non abbia ad oggetto fatti storici determinati.
Dal punto di vista pratico, questa pronuncia assume rilevanza per gli operatori del diritto, in quanto chiarisce i limiti del giuramento decisorio e la sua interazione con le prove documentali. In particolare, emerge l’importanza di un’attenta valutazione delle condizioni di ammissibilità di tale mezzo istruttorio, al fine di evitare contestazioni processuali prive di fondamento. La sentenza offre, dunque, un utile spunto di riflessione sul rapporto tra prove legali e documentali, con implicazioni significative per la gestione delle controversie in ambito civilistico.