Da parecchi decenni lo Stato italiano si confronta e si scontra con l’ordinamento sovranazionale.
A seguito del secondo conflitto mondiale l’attenzione nei confronti dei diritti fondamentali della persona e della sovranità statale si è acuita al punto di render la relazione interstatale, per utilizzare una metafora, un parto travagliato.
Con passi in avanti e altri indietro seppur sotto un cielo costellato da piccole porzioni di cessioni concesse con mille e più riserve, il cammino verso l’ integrazione europea, quant’anche a rilento non si è mai arrestato.
Da una prospettiva europea incentrata sul solo aspetto economico, finanziario, commerciale e industriale, del tutto protesa ad uno sviluppo le cui maglie erano intrise di soli valori venali, si è passati, non senza conflitti indolori, ad una prospettiva europea tesa all’antropocentrismo.
Il rapporto tra Stati membri e Unione europea potrebbe esser rappresentata nella nostra mente immaginando un continuo tiro alla fune: nessuno dei due gareggianti vuole mollare la presa, nessuno dei due vuole uscirne sconfitto.
Ma per cosa si lotta?
E, soprattutto, può ancora parlarsi di gara?
L’evoluzione relazionale tra le Corti Supreme si è allontanata, al prezzo, talvolta, di retrocedere su questioni da sempre considerate di esclusiva prerogativa statale, dall’immagine di tiro alla fune, per avvicinarsi – a volte spontaneamente , altre con forzature – ad un gioco di squadra (almeno così sembra).
L’ardua impresa non può dirsi né semplicemente raggiunta, né totalmente compiuta.
L’intento dello scritto è quello di esporre l’iter dell’integrazione europea cominciando da un’analisi storica dei fatti e finendo con un grande punto interrogativo del presente alla luce del travagliato passato.
Saranno analizzati i punti deboli e i punti di forza di quello che, da taluni, viene definito come para-federalismo.
Alla fine di questo lavoro, soprattutto a seguito degli ultimi grandi avvenimenti [1] , avremo la possibilità di sbizzarrirci sul possibile futuro dell’Italia nell’Europa .
L’indagine verrà svolta adottando una lente particolarissima: i controlimiti costituzionali quale mezzo, ma anche impedimento, di una piena integrazione europea.
[1] E qui ci si riferisce all’ ordinanza 24 del 2017 emanata dalla Corte Costituzionale .
Mi sembra un buon punto di partenza.
grazie mille per le notizie, grandi saluti
Spero le sia stato utile !