L’arbitrato tra Stati e investitori stranieri: clausola ISDS e convenzione ICSID

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La ricerca prende le mosse dalle contrastanti opinioni sollevatesi in seno alla dottrina, internazionale ed europea in particolare, nel corso delle trattative tra Stati Uniti ed Unione Europea per lo sviluppo del Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP).

Sono numerosi, infatti, gli snodi problematici collegati ad un trattato dall’oggetto ampio, il cui fine ultimo è aprire alla libera circolazione delle merci tra il mercato europeo e quello statunitense, facilitando il flusso degli appalti, d’opera e di servizi, e degli investimenti in generale.

I timori maggiori sono suscitati dall’introduzione, in un accordo di tale portata, di una disposizione di Investor-State Dispute Settlement (ISDS).

La possibilità per le grandi multinazionali americane di convenire i governi europei in costosi arbitrati internazionali, in caso di lamentate violazioni del TTIP, è vista da molti come il preludio ad un periodo di “legislazione delle multinazionali”, le quali potranno indirizzare le scelte dei legislatori europei sotto la minaccia del ricorso allo strumento arbitrale per far fronte a misure legislative ritenute contrarie al principio di libero mercato posto a fondamento del TTIP.

Nell’attesa di conoscere la sorte delle trattative per il TTIP, vista la molteplicità e contraddittorietà delle opinioni sollevate in relazione alle clausole ISDS ed alla difficoltà nel reperire informazioni organiche sul funzionamento di queste e degli arbitrati internazionali che disciplinano, il lavoro di ricerca mira a chiarire e tratteggiare in modo organico il funzionamento di questo discusso istituto.

L’attenzione è posta innanzitutto sui rapporti internazionali di investimento tra Stati e soggetti privati, nell’ambito dei quali le clausole ISDS hanno visto la loro nascita, ricostruendo le ragioni che hanno spinto i protagonisti di questi rapporti a ritenere necessaria l’adozione di strumenti di origine privatistica per la protezione dell’investimento internazionale, e l’evoluzione che ha interessato questi strumenti laddove inseriti in tale contesto.

L’analisi si concentra quindi sulle clausole ISDS: la loro redazione e la validità, i contenuti, l’interpretazione, ed il funzionamento; per spostarsi quindi sull’unica convenzione internazionale in materia, la convenzione di Washington del 1965.

Di questa vengono evidenziati in particolare, oltre alla genesi storica ed alla struttura del centro per la soluzione delle controversie che ha costituito, le clausole che legittimano la giurisdizione del centro stesso ed il regolamento arbitrale che adopera, ponendo l’accento sulle peculiarità dell’arbitrato ICSID che fanno di questo un unicum nel panorama internazionale.

Da ultimo vengono prese in considerazione le obiezioni sollevate dall’inserimento di clausole compromissorie in rapporti contrattuali tra Stati e privati e le critiche mosse al sistema di arbitrati in materia di investimenti internazionali nel suo complesso, a più di sessant’anni dagli accadimenti che ne hanno visto la genesi; evidenziando inoltre le proposte di riforma volte ad aggiornare tale sistema alla pratica corrente dei rapporti di investimento internazionali e la loro percorribilità.

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Praticante avvocato. Laureato con lode in giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Genova con Tesi sulle clausole arbitrali ISDS e le procedure arbitrali nei contratti di investimento internazionale. Collabora con il dipartimento di Diritto privato dell'Università di Genova ed è iscritto al corso di Dottorato in Logistica e Trasporti tenuto dal Centro Italiano di Eccellenza sulla Logistica Integrata dell'Università di Genova.

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