
Nell’ultimo articolo (lo trovi qui) ci siamo occupati del sistema di gestione della salute e sicurezza nell’ambiente di lavoro soffermandoci su due certificazioni in particolare, la UNI ISO 45001 e la ISO 14001. Alla luce dell’approfondimento, abbiamo notato come l’integrazione tra le due norme non punti a creare solo un ambiente di lavoro più sicuro e sostenibile ma pone anche le basi per un miglioramento continuo ed una performance aziendale sostenibile. Un sistema integrato crea sinergia tra gli standard e rafforza la capacità dell’organizzazione di operare in modo efficiente e responsabile nel lungo periodo. Nell’articolo di oggi, ponendo sempre l’attenzione sul concetto di sostenibilità, ci concentriamo su due standard internazionali in tema di materia di social accountability: facciamo riferimento alla SA 8000 e la UNI ISO 26000.
La norma SA 8000:2014 (SA sta per Social Accountability) rappresenta uno standard internazionale di certificazione redatto dal CEPAA (Council of Economical Priorities Accreditation Agency)[1], volto ad accertare gli aspetti della gestione aziendale attinenti alla Responsabilità Sociale d’Impresa (o CSR – Corporate Social Responsibility) in generale e agli standard normativi (leggi nazionali, contratti collettivi).
La UNI ISO 26000 nasce con l’obiettivo di fornire indicazioni su come attuare la responsabilità sociale, ovvero sui principi che un’organizzazione dovrebbe integrare e mettere in pratica nelle sue attività e nelle relazioni con tutte le parti interessate.
È stata scritta per aiutare le aziende a contribuire allo sviluppo sostenibile, incoraggiarle ad andare al di là del mero rispetto delle leggi, e promuovere una comprensione comune nel campo della responsabilità sociale. Non è una norma di sistema di gestione e non è destinata a fini di certificazione[2].
Norme in materia di responsabilità sociale: la SA 8000 e la UNI ISO 26000
La SA 8000 “Social Accountability”, giunta ormai alla quarta edizione (2014, la cui transizione è terminata il 30 Giugno 2017), è uno standard internazionale certificabile redatto dal SAI, Social Accountability International, e volto a disciplinare alcuni aspetti della gestione aziendale attinenti alla responsabilità sociale d’impresa (frequentemente abbreviato in CSR, dall’inglese Corporate Social Responsibility)[3].
La certificazione SA 8000 è uno standard internazionale riconosciuto che promuove condizioni di lavoro dignitose e rispettose dei diritti umani all’interno delle organizzazioni. In un contesto globale in cui la responsabilità sociale d’impresa è sempre più importante, la SA 8000 rappresenta un importante strumento per le aziende che desiderano dimostrare il proprio impegno verso la qualità delle condizioni di lavoro e il rispetto dei diritti dei lavoratori[4].
Alla SA 8000 si può affiancare, ma in nessun modo sostituire, la UNI ISO 26000 “Guida alla responsabilità sociale”[5] che fornisce una linea guida per tutte le tipologie di organizzazioni, indipendentemente dalle loro dimensioni e localizzazioni, su vari aspetti che spaziano dai concetti e termini relativi alla responsabilità sociale, alla identificazione e coinvolgimento degli stakeholder, fino alla misura delle performance[6].
La certificazione ISO 26000 rappresenta uno standard internazionale che fornisce linee guida per la responsabilità sociale delle organizzazioni.
Il tema della Responsabilità Sociale acquista un’importanza fondamentale nella definizione delle strategie di sviluppo d’impresa ed assume un ruolo di importanza crescente nell’ambito dell’economia globale e dello sviluppo sostenibile.
Rappresenta, infatti, uno strumento per difendere la solidarietà, la coesione e la parità delle opportunità. Ciò comporta che l’impresa non possa più limitarsi a perseguire l’obiettivo economico della redditività, senza tener conto dell’interdipendenza esistente con gli obiettivi sociali ed ambientali[7].
In un mondo in cui le imprese sono sempre più chiamate a rispondere delle loro azioni e del loro impatto sulla società e sull’ambiente, la ISO 26000 offre un quadro di riferimento per gestire e migliorare le prestazioni sociali[8].
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Storia e descrizione della norma SA8000
Lo standard di Social Accountability SA 8000 è nato nel 1997[9] con l’obiettivo di combattere lo sfruttamento dei bambini ed in generale per migliorare le condizioni di lavoro nel mondo, prova ne sia che i principi ispiratori dello standard sono le 19 convenzioni dell’ILO (International Labour Organization) e le Convenzioni ONU sui Diritti dei Bambini e sui Diritti Umani[10].
Infatti, la norma nasce come aggregazione formata dai principi stabiliti da altri documenti internazionali, quali:
- Convenzioni ILO (Organizzazione internazionale del lavoro);
- Dichiarazione Universale dei Diritti Umani;
- Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia;
- Convenzione delle Nazioni Unite per eliminare tutte le forme di discriminazione contro le donne.
La norma SA8000 (Social Accountability), rispetto alle tipiche normative ISO con le quali ha in comune la struttura formale, è un riferimento che per sua natura coinvolge tutta l’azienda. Il suo impatto e la profondità alla quale si spinge, rispetto ad altre norme “formali”, richiede attenzione e partecipazione da parte della direzione, del top management, dei dipendenti, dei fornitori, dei fornitori (subfornitori) e dei clienti.
A titolo esemplificativo, la norma viene verificata con interviste casuali direttamente nei confronti di dipendenti, ad esempio per svelare casi di “mobbing” impossibili da dimostrare mantenendo la verifica a livelli manageriali[11].
I temi di dettaglio sponsorizzati dalla SA8000 sono tipicamente:
- Contrasto al lavoro minorile;
- Contrasto al lavoro forzato o obbligato;
- Promozione della salute e sicurezza dell’ambiente di lavoro;
- Tutela della libertà di associazione e diritto alla contrattazione collettiva;
- Contrasto alla discriminazione;
- Contrasto alle pratiche disciplinari non conformi ai diritti umani;
- Rispetto per i tempi di lavoro massimi previsti dalle convenzioni ILO;
- Tutela del diritto ad un salario dignitoso.
L’Italia, nel 2020, è il primo paese al mondo per numero di imprese certificate, ed è importante segnalare una curiosità rispetto ai numeri ottenuti nel territorio italiano: nel mese di marzo del 2015 erano 3.490 le imprese al mondo certificate con lo standard SA8000 di cui 1.081 in Italia e 173 in Toscana.
Questi numeri hanno fatto della Toscana la prima regione al mondo per imprese certificate (il 16% del totale italiano).
Tale record fu il risultato del programma “Fabrica Ethica” della Regione Toscana, che dal 2001 aveva promosso la cultura della Responsabilità Sociale delle Imprese sostenendo la certificazione, anche grazie a misure che, per le imprese virtuose, abbattevano l’Irap dello 0,50%, offrivano un maggiore punteggio nei bandi per la richiesta di contributi e una maggiore visibilità del loro operato[12].
Lo scopo della SA 8000: il rapporto di fiducia con i consumatori
La SA 8000 è focalizzata sul miglioramento delle condizioni di lavoro; quindi, non contempla le questioni ambientali e non apre agli aspetti extra-lavorativi del Welfare aziendale, come ad esempio quelli legati ai vantaggi fiscali.
Le organizzazioni che adottano la SA 8000 rendono trasparente il proprio comportamento etico nei confronti dei diritti umani e dei lavoratori, garantendo sicurezza e salubrità sul posto di lavoro, tutela dei diritti umani, lotta allo sfruttamento dei minori e impegno a diffondere la responsabilità sociale presso i fornitori e i clienti[13].
Pertanto, l’organizzazione conforme ai requisiti SA 8000 migliora la propria immagine sia verso la collettività, gli azionisti, i clienti o la pubblica amministrazione, sia, soprattutto, verso i dipendenti.
fiducia, una buona immagine volta a favorire, nel tempo, una vera e propria fedeltà di acquisto nei confronti del proprio marchio. Attraverso un miglior controllo etico sui fornitori previene, nel caso di potenziali pubbliche denunce sull’uso di fornitori non eticamente conformi, un potenziale danno di reputazione e i relativi costi[14].
Sotto il profilo tecnico l’implementazione della SA 8000 non è particolarmente complessa e la relativa certificazione di parte terza può contribuire al raggiungimento del necessario punteggio per l’ottenimento dello sconto sul premio INAIL[15].
Come ottenere la certificazione Social Accountability?
I requisiti della norma sono generici e concepiti per essere applicabili a tutte le organizzazioni indipendentemente dal tipo, dalle dimensioni e dalla natura dell’attività, sia nel settore pubblico, sia in quello privato o del no profit[16] mentre le fasi principali dell’iter di certificazione comprendono:
- Pre-Audit (su richiesta): analisi delle lacune e valutazione dell’attuale conformità ai requisiti;
- Verifica preparatoria: verifica documentale e analisi delle informazioni raccolte dalle parti interessate;
- Verifica di certificazione: (finalizzata all’emissione del certificato) per controllare l’adeguata ed efficace implementazione del sistema di gestione, attraverso analisi documentale, osservazioni, interviste al personale;
- Visite di sorveglianza semestrali: per controllare il miglioramento continuo;
- Rinnovo della certificazione: dopo 3 anni a seguito di una valutazione continua nel tempo.
All’azienda viene consegnato un rapporto chiaro e completo su tutte le fasi dell’iter, che consente di migliorare continuamente le prestazioni in materia di gestione della responsabilità sociale.
La certificazione è applicabile a tutte le organizzazioni, indipendentemente dalla dimensione, area geografica di appartenenza e settore merceologico.
Sono particolarmente interessate:
- Organizzazioni che hanno acquisito un forte valore del proprio marchio e sono scrupolose nel cercare di non compromettere la propria immagine;
- Organizzazioni che hanno catene di fornitura complesse e critiche in termini di settore merceologico e area geografica;
- Organizzazioni, incluse piccole e medie imprese e PA, che decidono di percorrere circuiti virtuosi finalizzati a fidelizzare clienti sensibili al tema e disposte a premiare le buone pratiche[17].
Storia e descrizione della norma ISO 26000
Il progetto ISO 26000 è iniziato nel 2005 con il contributo di esperti ed osservatori provenienti da 99 Paesi dei quali 69 appartenenti all’area dei Paesi in via di sviluppo[18]. Dopo un intenso lavoro durato cinque anni il Gruppo ISO/TMBG ha raggiunto un accordo condiviso per la pubblicazione[19].
La ISO 26000, pubblicata per la prima volta a novembre 2010, ha l’intento di aiutare le organizzazioni a contribuire allo sviluppo sostenibile, di incoraggiarle ad andare al di là del mero rispetto delle leggi, di promuovere una comprensione comune nel campo della responsabilità sociale e di integrare altri strumenti ed iniziative per la responsabilità sociale, ma non di sostituirsi ad essi.
La normativa UNI EN ISO 26000 rappresenta una guida essenziale per le organizzazioni che desiderano integrare la responsabilità sociale nelle proprie strategie e operazioni.
Non essendo certificabile, questa norma fornisce un quadro di riferimento volontario, basato su principi etici e di sostenibilità, per aiutare le imprese a operare in modo più responsabile[20].
L’ente italiano di normazione (UNI) ha recepito la versione ISO nella UNI EN ISO 26000 con emissione 2020[21].
Lo sviluppo sociale e la responsabilità sociale d’impresa (RSI) sono strettamente connessi, poiché le aziende giocano un ruolo chiave nel migliorare il benessere delle comunità in cui operano. La RSI non si limita alla conformità normativa, ma implica un impegno attivo nel promuovere pratiche etiche, sostenibili e inclusive.
L’adozione di standard come la ISO 26000 aiuta le aziende a integrare la responsabilità sociale nelle strategie aziendali, rispondendo alle aspettative di consumatori e stakeholder. Un’impresa responsabile non solo migliora la propria reputazione, ma contribuisce attivamente a un futuro più equo e sostenibile.
Come applicare la certificazione ISO 26000
La certificazione ISO 26000 è applicabile ad organizzazioni di qualsiasi dimensione e settore, che si tratti di piccole imprese o grandi multinazionali, adottare questa certificazione permette di dimostrare il proprio impegno verso un modello di business socialmente responsabile e sostenibile[22].
I principali aspetti trattati nella normativa sono includono:
- Identificazione e coinvolgimento degli stakeholder: mappatura delle parti interessate e analisi delle loro aspettative per favorire un dialogo aperto e costruttivo;
- Integrazione della RSI nella governance aziendale: incorporazione della responsabilità sociale nelle decisioni strategiche e nei processi interni;
- Sostenibilità ambientale: implementazione di politiche e azioni per ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’uso delle risorse;
- Etica e trasparenza: adozione di pratiche aziendali corrette, lotta alla corruzione e promozione della concorrenza leale;
- Comunicazione e reporting: monitoraggio delle prestazioni sociali e ambientali e diffusione di informazioni trasparenti agli stakeholder.
La certificazione ISO 26000 è particolarmente indicata per le organizzazioni che desiderano migliorare la loro reputazione e la gestione delle relazioni con i dipendenti, i consumatori, le autorità e altri stakeholder, dimostrando un impegno concreto per lo sviluppo sostenibile[23].
Ottenere la certificazione ISO 26000, inoltre, offre una serie di benefici tangibili, tra cui:
- Rafforzamento dell’immagine aziendale, grazie a un sistema di gestione etico e responsabile;
- Maggiore competitività sul mercato, grazie all’adozione di standard internazionali riconosciuti;
- Standardizzazione e miglioramento delle pratiche di Corporate Social Responsibility (CSR);
- Miglioramento della sostenibilità ambientale e delle relazioni con gli stakeholder;
- Possibilità di partecipare a bandi e appalti pubblici che richiedono certificazioni di responsabilità sociale.
Il processo di certificazione ISO 26000 richiede una valutazione accurata delle pratiche aziendali in termini di responsabilità sociale e gestione etica[24].
La ISO 26000 come standard di riferimento più autorevole per la realizzazione di una valutazione di Corporate Responsibility
Lo standard individua sette temi chiave che un’organizzazione deve presidiare per potersi definire sostenibile in altrettanti ambiti:
- la governance;
- i diritti umani;
- le prassi lavorative;
- l’ambiente;
- le pratiche commerciali;
- gli aspetti relativi al consumatore;
- il coinvolgimento e lo sviluppo delle comunità.
Le linee guida forniscono, inoltre, indicazioni su come integrare la sostenibilità nelle strategie, nelle prassi e nei processi aziendali.
In particolare, a partire dai temi chiave della ISO 26000, si aiuta l’organizzazione ad identificare le tematiche per questa rilevanti e ad identificare i punti di forza e le opportunità di miglioramento rispetto all’approccio che l’azienda ha già in atto verso la sostenibilità[25].
Avendo tra gli obiettivi quello di chiarire i concetti di Responsabilità Sociale d’Impresa all’interno delle imprese, la norma UNI ISO 26000 parte dall’evocazione di principi, in gran parte di origine dall’OECD[26] e, per questa ragione, la suddetta è ancora considerata difficile da attuare nella pratica, perché spesso giudicata troppo teorica.
Di conseguenza, sul piano operativo, la norma non fornisce una guida all’implementazione di politiche per il Welfare, come peraltro neanche la AS 8000.
Per quanto riguarda la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, l’INAIL ritiene pienamente fondata la connessione fra adozione di politiche di responsabilità sociale e un miglioramento delle condizioni di sicurezza e di igiene nei luoghi di lavoro.
Pertanto, riconosce alle aziende che applicano la norma il pieno punteggio ai fini dello sconto assicurativo[27].
Differenze chiave tra ISO 26000 e SA 8000
La norma UNI ISO 26000:2010 copre in larga misura le stesse tematiche della SA 8000, ma la differenza è che si tratta di una Linea Guida e non di una norma; ciò significa che essa non sarà certificabile da una terza parte, ma costituisce una guida a concetti, principi e pratiche connesse alla Responsabilità Sociale d’Impresa.
Questo implica, in pratica, che un’azienda o un’organizzazione che volessero adottare queste Linee Guida non possono affidarsi a una società esterna che ne certifichi l’impegno nel campo della responsabilità sociale, ma devono confrontarsi con le proprie parti interessate, prima fra tutte il sindacato per quanto attiene i rapporti e le condizioni di lavoro, affinché siano loro a valutare se vengono rispettati o meno i contenuti della ISO 26000. Si differenziano, invece, per le questioni ambientali, che non sono contemplate nella SA 8000, la quale, invece, resta piuttosto focalizzata sulle condizioni di lavoro in senso stretto[28]. La principale differenza tra ISO 26000 e SA 8000 sta nel loro scopo e nel metodo di implementazione: per quanto concerne la ISO 26000, si tratta di una linea guida che fornisce un quadro di riferimento per la responsabilità sociale d’impresa che include anche aspetti ambientali e sociali (come sottolineato all’inizio del paragrafo) mentre la SA 8000 è un sistema di gestione, uno standard di certificazione che verifica se un’azienda soddisfa i requisiti di gestione sociale in linea con i diritti umani e le condizioni di lavoro[29].
Note
[1] https://www.madehse.com/it-it/standard-sa-8000.aspx.
[2] http://www.diodoroecologia.it/certificazione-sa-8000.
[3] https://www.aqanetwork.it/norme-materiale-di-responsabilita-sociale-la-sa-8000-e-la-uni-iso-26000.
[4] www.saasaccreditation.org, Va ricordato che fra le 4.266 aziende attualmente certificate SA 8000, compaiono ben 1.665 realtà italiane. Seguono l’India con 1.226 aziende e la Cina con 713, e altre 59 nazioni.
[5] Alla UNI ISO 26000 si affianca, infine, una Prassi di Riferimento, la UNI/PdR 18:2016 “Responsabilità sociale delle organizzazioni – Indirizzi applicativi alla UNI ISO 26000” (aprile 2016), che fornisce spunti utili a trarre il maggior vantaggio in termini economici, di competitività e di sostenibilità.
[6] https://www.sistemieconsulenze.it/iso-26000/
[7] https://www.sardegnaimpresa.eu/it/la-norma-iso-26000-sulla-responsabilita-sociale-delle-imprese
[8] https://www.puntosicuro.it/pubbliredazionale-C-119/responsabilita-sociale-sa-8000-norme-su-genere-discriminazione-AR-24107.
[9] E’ stata elaborata dal SAI (Social Accountability International) e da altre 25 organizzazioni: l’ultima versione risale al 2008.
[10] https://www.lavorodirittieuropa.it/dottrina/principi-e-fonti/320-l-organizzazione-internazionale-del-lavoro-un-introduzione-nel-centenario-2.
[11] L’elenco mondiale delle imprese con certificazione SA8000 è reperibile sul sito della SAAS: Al 2019 il numero di tali imprese certificate risulta essere 4042, dislocate in 62 nazioni.
[12] In Toscana la responsabilità sociale è disciplinata dalla Legge Regionale 8 maggio 2006 n. 17, ‘Disposizioni in materia di responsabilità sociale delle imprese’ (pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Toscana n. 13 del 12 maggio 2006).
[13] https://scanavinoepartners.it/sa-8000-tutti-i-vantaggi-del-modello-gestionale-sociale.
[14] Nell’ultima revisione della norma è stato introdotto in modo esplicito l’obbligo di istituire il Social Performance Team (Comitato interno con il coinvolgimento dei lavoratori).
[15] http://www.sa8000.info/sa8000doc/2001StdItalian.pdf
[16] https://www.dasa-raegister.com/certificazione/certificazione-sa-8000.
[17] https://www.gcerti.it/iso-26000.
[18] https://www.uni.com/?option=com_content&view=article&id=1645%3Aiso-26000-uncodice-di-valori-per-le-imprese-e-le-organizzazioni&catid=111%3Agenerale&Itemid=546
[19] https://www.rina.org/it/social-responsibility-iso-26000
[20] https://www.poloinnovativo.it/iso-26000.
[21] https://store.uni.com/uni-en-iso-26000-2020
[22] https://www.inail.it/portale/it/inail-comunica/news/notizia.2023.08.pubblicata-la-norma-con-le-indicazioni-per-applicare-la-uni-en-iso-26000.html
[23] https://www.artser.it/nostri-servizi/servizi/iso-26000-linee-guida-per-la-responsabilita-sociale.html
[24] https://qsm.it/uni-en-iso-260002020-responsabilita-sociale.
[25] https://www.studioqualitech.it/consulenza/sistemi-gestionali/sistemi-per-responsabilita-sociale-sa-8000-iso-26000/
[26] https://www.esg360.it/social-responsibility/iso-260002020-la-linea-guida-sulla-responsabilita-sociale/
[27] https://aicqsicev.it/wp-content/uploads/2015/03/schede-tecniche-uni-en-iso-26000.pdf
[28] https://www.bureauveritas.it/needs/certificazione-sa8000.
[29] https://farewelfare.it/news/benessere-in-azienda-come-verificarlo-norme-e-standard-di-qualita.