Il settore degli affitti brevi è al centro di una nuova regolamentazione che prevede lo stop ai check-in online per garantire una maggiore sicurezza. La misura, introdotta in un contesto di crescente preoccupazione per la gestione dei flussi turistici e il controllo delle attività ricettive, tende a rafforzare la sicurezza e la tracciabilità degli ospiti, obbligandoli a presentarsi fisicamente al momento dell’arrivo per completare la procedura di identificazione. La novità normativa nasce dall’esigenza di contrastare attività illecite, garantire una maggiore trasparenza e adeguarsi agli standard di sicurezza già applicati ad altre tipologie di alloggi, come hotel e alberghi.
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Le criticità dei check-in online
La possibilità di effettuare check-in online ha certamente semplificato l’esperienza per gli ospiti, ma ha anche aperto la strada a nuovi rischi. Tra questi, la difficoltà nel verificare l’identità degli ospiti, problemi legati all’evasione fiscale e l’utilizzo delle strutture per finalità non dichiarate. L’eliminazione del check-in online punta a risolvere tali criticità, offrendo strumenti più efficaci per il controllo e la gestione delle attività ricettive. L’impatto di questa scelta non si limita però agli operatori economici, ma coinvolge l’intero sistema turistico, mettendo in evidenza la necessità di un equilibrio tra flessibilità operativa e sicurezza pubblica.
I gestori di affitti brevi
L’obbligo di accogliere fisicamente gli ospiti comporta un aumento dei costi di gestione, legato alla necessità di personale in loco, e potrebbe ridurre la competitività degli affitti brevi rispetto ad altre soluzioni di alloggio più flessibili. Inoltre, le piattaforme digitali dovranno probabilmente adeguare i propri sistemi tecnologici per conformarsi alle nuove regole, affrontando ulteriori spese e complessità nell’organizzazione.
Impatti per gli ospiti
Dal punto di vista degli ospiti, la misura potrebbe apparire meno pratica rispetto alle soluzioni digitali, soprattutto per chi arriva in orari non convenzionali o ha difficoltà logistiche nell’effettuare il check-in fisico. Tuttavia, l’introduzione di controlli più stringenti potrebbe contribuire a creare un ambiente più sicuro e regolamentato, migliorando complessivamente la qualità dell’offerta ricettiva. Per i turisti, ciò potrebbe tradursi in una maggiore fiducia nelle strutture, rafforzando la percezione di un settore professionale e attento agli standard di sicurezza.
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Roberto Di Napoli
Avvocato in Roma, abilitato al patrocinio dinanzi alle Giurisdizioni Superiori. Esercita la professione forense prevalentemente in controversie a tutela degli utenti bancari e del consumatore. Già Vice Presidente di sottocommissione per esami di avvocato (distretto Corte d’Appello di Roma), è autore di vari “suggerimenti per emendamenti” al disegno di legge (S307) di modifica della disciplina sui benefici alle vittime di usura ed estorsione, alcuni dei quali recepiti nella legge 3/2012, e di numerose pubblicazioni giuridiche. È titolare del blog www.robertodinapoli.it
Critiche
Non mancano le critiche da parte degli operatori del settore, che temono una perdita di competitività a livello internazionale, dato che molti turisti scelgono gli affitti brevi proprio per la loro flessibilità e semplicità d’uso. Alcuni sottolineano inoltre la necessità di un periodo di transizione adeguato, per consentire ai gestori di adattarsi gradualmente alle nuove disposizioni senza subire ripercussioni economiche troppo gravose. Un altro aspetto critico riguarda l’armonizzazione delle regole a livello europeo: in un mercato turistico fortemente globalizzato, differenze significative tra i vari Paesi potrebbero penalizzare il settore nazionale.