
La cartella esattoriale rappresenta uno degli strumenti più incisivi attraverso cui l’Agenzia delle Entrate – Riscossione recupera i crediti per conto degli enti impositori. Tuttavia, il contribuente destinatario di tale atto non è privo di strumenti di tutela. In un contesto spesso segnato da difficoltà economiche e timori di azioni esecutive, la normativa offre la possibilità di sospendere l’efficacia della cartella nei casi previsti dalla legge. Ma quando è possibile richiedere la sospensione? Quali sono i requisiti, le tempistiche e le modalità operative da seguire? Come documentare la propria posizione?
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Come cancellare i debiti fiscali
Il presente volume vuole offrire ai professionisti ed ai contribuenti, imprese e privati, soluzioni difensive, anche alternative a quelle tradizionali, al fine di risolvere la situazione compromessa.
Sono raccolti tutti gli strumenti utili per una efficace difesa in ogni fase, dall’avvio dell’attività imprenditoriale o professionale al primo accertamento/atto impositivo, sino ai rimedi estremi post decadenza dalle ordinarie azioni difensive.
Il lavoro, aggiornato alle ultime novità legislative e giurisprudenziali nazionali ed europee, analizza le contestazioni più frequenti, i vizi degli atti impositivi, del fermo amministrativo, dell’ipoteca e dei pignoramenti esattoriali e le relative soluzioni, attraverso il coordinamento della normativa speciale esattoriale alle previsioni amministrative, agli istituti civilistici, nonché alle norme penali (ad es. la sospensione disposta dal PM a seguito di denuncia per usura).
Al professionista viene offerto un quadro completo del suo perimetro d’azione, con l’indicazione puntuale delle circolari, dei provvedimenti e risposte della P.A., e dei vademecum e linee guida dei tribunali.
Leonarda D’Alonzo
Avvocato, già Giudice Onorario presso il tribunale di Ferrara e Giudice dell’Esecuzione in esecuzioni mobiliari, esecuzioni esattoriali mobiliari e immobiliari e opposizione all’esecuzione nella fase cautelare.
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Leonarda D’Alonzo, 2025, Maggioli Editore
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Premessa
La cartella di pagamento (cd. cartella esattoriale) costituisce l’atto che l’Agenzia delle Entrate – Riscossione invia ai contribuenti al fine di recuperare i crediti vantati dagli enti impositori (Agenzia delle Entrate – Enti locali).
In particolare, essa trae origine da una serie eterogenea di obbligazioni pecuniarie quali tributi non pagati, multe ed ammende non soddisfatte, mancato versamento di contributi previdenziali, solo per citare alcune fattispecie a titolo esemplificativo.
A seguito della ricezione di una cartella esattoriale può accadere che il contribuente, spesso già condizionato da una precaria situazione economica, possa pensare di non avere soluzioni percorribili che effettuare il solerte pagamento, considerato che il timore di un pignoramento o di un fermo amministrativo concorrono quali accadimenti succedanei tutt’altro che remoti.
Il presente elaborato, in attesa della definizione della tanto attesa rottamazione – quinquies, si pone l’obiettivo di indagare una delle opzioni fruibili da parte del contribuente, ossia la sospensione della cartella di pagamento.
La sospensione, tuttavia, non rappresenta una sanatoria o un condono, trattandosi solo di uno strumento utile per chi desideri guadagnare tempo difensivo, contestare la legittimità della pretesa vantata da Agenzia delle Entrate -Riscossione e, di conseguenza, evitare l’ingiustificato pagamento di un debito contestato.
La cartella di pagamento
La cartella di pagamento, ex art. 25, D.p.r. n. 602/1973, è un atto amministrativo individuale di esecuzione, adottato dall’agente per la riscossione e finalizzata all’attivazione della procedura di recupero del credito preteso.
Nel dettaglio, costituisce contemporaneamente atto di intimazione al pagamento e avviso di mora, sussumendo in sé le funzioni di titolo esecutivo e precetto.
La cartella, per poter essere dichiarata legittima, deve tassativamente contenere:
- la descrizione delle somme dovute all’ente creditore;
- l’invito a provvedere al pagamento entro i termini definiti dalla data contenuta nella notifica;
- le informazioni modali per procedere al pagamento;
- le istruzioni per richiedere la rateizzazione, la sospensione, ovvero per formalizzare la proposizione del ricorso.
La procedura di riscossione del credito
A seguito delle risultanze delle verifiche e dei controlli eseguiti dall’Amministrazione finanziaria, le somme che risultano dovute dal contribuente vengono iscritte a ruolo.
Il ruolo non rappresenta altro che un elenco all’interno del quale si rinviene, rispettivamente:
- il nominativo dei soggetti debitori;
- la tipologia del credito;
- l’ammontare delle somme dovute.
Il ruolo viene formato dall’ente creditore e trasmesso all’ Agenzia delle Entrate – Riscossione che provvede ad elaborare e notificare la cartella di pagamento ai fini della riscossione delle somme indicate.
L’Agente della riscossione può, a seguito di istanza del contribuente, concedere la rateizzazione della cartella ai sensi dell’art. 19, D.p.r. n.602/1973, salvo diverse indicazioni dell’ente creditore.
Una volta ricevuto il pagamento dell’importo indicato nella cartella, l’Agenzia delle Entrate -Riscossione effettua il riversamento di quanto riscosso alle casse dello Stato o degli altri enti creditori.
In caso di mancato pagamento, o non tempestiva presentazione dell’istanza di rateizzazione o sospensione, avvia le procedure cautelari o esecutive per il recupero delle somme dovute.
La sospensione della cartella di pagamento
La legge di Bilancio 2012 (L. n. 243/2012 – Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell’articolo 81, sesto comma, della Costituzione) ha introdotto l’istituto della sospensione, il quale consente al contribuente, in presenza di motivi legittimi, di sospendere le procedure di riscossione per far verificare la legittimità della pretesa all’ente impositore.
Le ragioni a sostegno dell’attivazione di questo strumento possono variare e si polarizzano dalla mera strategia difensiva fino alla illegittimità della pretesa vantata dichiarata con sentenza, passando attraverso la prescrizione del debito o l’esistenza di provvedimenti di sgravio.
Pertanto, se si ritiene che la richiesta di pagamento presente nella cartella non sia dovuta, è possibile chiedere all’ Agenzia delle Entrate-Riscossione, entro 60 giorni dalla notifica della cartella, di sospendere le procedure di riscossione per far verificare all’ente creditore la situazione.
La richiesta è esperibile in presenza di fattispecie tassativamente previste dal Legislatore, ossia:
- pagamento effettuato prima della formazione del ruolo;
- provvedimento di sgravio emesso dall’ente creditore;
- prescrizione o decadenza intervenute prima della data in cui il ruolo è stato reso esecutivo;
- sospensione amministrativa (dell’ente creditore) o giudiziale;
- sentenza che abbia annullato in tutto o in parte la pretesa dell’ente creditore, emessa in un giudizio al quale Agenzia delle Entrate-Riscossione non ha preso parte.
Allo scopo è necessario corredare l’istanza di sospensione da relativa documentazione capace di supportare le ragioni della richiesta, prestando doviziosa attenzione data la non ripetibilità della domanda.
Successivamente all’invio dell’istanza l’Agenzia delle Entrate – Riscossione entro 10 giorni deve inoltrare la segnalazione ricevuta dal contribuente all’ente pubblico creditore.
Infine, a seguito della segnalazione, decorre un termine di 220 giorni entro il quale l’ente è onerato a fornire una risposta al contribuente. Se entro questo termine il contribuente non riceve risposta alcuna, la cartella si considera annullata.
Conclusioni
La sospensione della cartella di pagamento rappresenta un importante presidio di garanzia per il contribuente, che consente di opporsi in modo tempestivo a pretese potenzialmente illegittime o già estinte. In un panorama normativo complesso e spesso soggetto a modifiche, conoscere con precisione le condizioni e le modalità per attivare tale procedura è fondamentale per tutelare i propri diritti. L’attenzione alla documentazione da allegare, il rispetto dei termini e la conoscenza dei presupposti previsti dalla legge sono elementi essenziali per ottenere un esito favorevole. Si tratta, in definitiva, di uno strumento tecnico ma accessibile, che consente di evitare esborsi indebiti e di attivare un percorso di verifica trasparente e garantito, in grado di bilanciare l’interesse pubblico alla riscossione con quello privato alla corretta imposizione tributaria.