Ricorso per saltum: chiarimenti della Cassazione

L’ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Prima Civile, n. 24261 del  10 settembre 2024, affronta una questione interessante in materia di impugnazioni attraverso il ricorso per saltum. La vicenda nasce da una querela di falso presentata dal ricorrente contro una sentenza del Tribunale di Prato, che è stata poi dichiarata inammissibile dalla Suprema Corte per ragioni sia procedurali che sostanziali.

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Il caso di specie

La querela di falso, proposta dal ricorrente, mirava a contestare alcune affermazioni contenute in un atto di citazione e in alcuni atti di pignoramento, emessi dalle controparti nei suoi confronti. Secondo il ricorrente, in tali atti era stato falsamente dichiarato che le controparti fossero creditori nei suoi confronti e in possesso di titoli esecutivi validi. Il Tribunale di Prato ha respinto la querela ritenendola inammissibile, poiché diretta a contestare semplici dichiarazioni contenute in atti processuali o esecutivi di parte, che non godevano di fede privilegiata.

Il ricorrente, insoddisfatto della decisione del Tribunale, ha quindi impugnato la sentenza mediante un ricorso per cassazione, lamentando la violazione di diverse norme di legge. In particolare, ha sostenuto che il Tribunale di Prato avrebbe omesso di comunicare la pendenza del giudizio di falso al Pubblico Ministero, come richiesto dalla normativa vigente. Tale omissione, a suo avviso, avrebbe dovuto comportare la nullità del procedimento.

L’inammissibilità del ricorso

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha dichiarato il ricorso inammissibile, ravvisando che si trattava di un ricorso “per saltum“, cioè un ricorso diretto alla Cassazione senza passare per il giudizio di appello. La Corte ha rilevato che il ricorso per saltum è consentito solo quando le parti siano d’accordo nell’omettere l’appello e solo per ragioni di violazione o falsa applicazione di norme di diritto. Nel caso in esame, mancava l’accordo tra le parti per procedere direttamente in Cassazione senza passare per l’appello, rendendo il ricorso inammissibile.

Inoltre, la Corte ha escluso la possibilità di avvalersi dell’art. 111 Cost., che permette il ricorso straordinario per cassazione per violazione di legge contro provvedimenti per i quali non è previsto un ulteriore grado di giudizio. Secondo la Suprema Corte, tale disposizione non era applicabile nel caso in questione, poiché la sentenza del Tribunale di Prato era suscettibile di appello, e il ricorso straordinario è utilizzabile solo quando la legge non prevede, o limita, la possibilità di ricorso per cassazione.

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Accordo per la rinuncia all’appello e ricorso per Cassazione

L’altra questione affrontata dalla Corte riguarda l’accordo tra le parti per omettere l’appello e procedere direttamente in Cassazione. La Corte ha sottolineato che tale accordo rappresenta un negozio giuridico processuale che deve essere concluso tra le parti stesse, o tramite i loro procuratori speciali, e non può essere stipulato dai rispettivi avvocati “ad litem“. Questo accordo, per essere valido, deve intervenire prima della scadenza del termine per proporre l’appello.

Di conseguenza, la Corte ha confermato che il ricorso per cassazione contro una sentenza di primo grado appellabile è ammissibile solo se le parti abbiano esplicitamente concordato di rinunciare all’appello. L’assenza di tale accordo rende inammissibile il ricorso per saltum, anche in presenza di potenziali ragioni di merito sollevate dal ricorrente.

Infine, la Corte ha richiamato importanti precedenti giurisprudenziali per confermare questa interpretazione. Infatti, la sentenza delle Sezioni Unite n. 35448/2022 ha chiarito che il ricorso per cassazione contro una sentenza appellabile può essere presentato solo se le parti sono d’accordo nel rinunciare all’appello. La Corte ha inoltre ribadito che l’articolo 111 Cost. è destinato esclusivamente ai provvedimenti per i quali la legge non prevede o limita il ricorso per cassazione, escludendo quindi i casi in cui è possibile l’appello.

Conclusione

Questa pronuncia della Corte di Cassazione sottolinea l’importanza del rispetto delle regole processuali e dei requisiti formali per l’accesso ai vari gradi di giudizio. Il ricorso per saltum rappresenta un’eccezione nel sistema delle impugnazioni e richiede un accordo specifico tra le parti, che deve essere formalizzato nel rispetto delle norme vigenti.

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