L’ordinanza n. 25067 del 2024 del 18 settembre 2024 emessa dalla Corte di Cassazione riguarda la responsabilità sussidiaria dei nonni nel mantenimento dei nipoti in caso di inadempimento del genitore. Questo principio, disciplinato dall’art. 316-bis c.c., è volto a tutelare i minori in situazioni di fragilità economica causata dall’insolvibilità o dall’irreperibilità di uno o entrambi i genitori. L’ordinanza della Cassazione ha confermato questa responsabilità, ponendo l’accento sull’obbligo morale e giuridico dei nonni di farsi carico, in ultima istanza, del sostentamento dei nipoti.
Il caso in esame
Nel caso specifico, la madre della minore, affidataria “super esclusiva” della figlia, si è rivolta ai nonni paterni per ottenere il pagamento di una somma mensile a titolo di mantenimento, a seguito della prolungata inadempienza del padre. Quest’ultimo, oltre a essere stato condannato ai sensi dell’art. 570 del Codice Penale per la sua mancata contribuzione all’assegno di mantenimento, si era reso irreperibile, cambiando abitazione e lavoro in modo da sfuggire ai suoi obblighi.
I nonni, appellandosi al principio che il loro obbligo fosse sussidiario e subordinato al tentativo di recupero del credito dal padre inadempiente, hanno contestato la sentenza di secondo grado della Corte d’Appello di Milano, che li obbligava al pagamento di 200 euro mensili. I nonni sostenevano che la madre non avesse esperito tutte le vie esecutive disponibili nei confronti del padre, e che pertanto non si potesse ancora attivare l’obbligo a loro carico.
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Il ruolo della responsabilità sussidiaria dei nonni
L’articolo 316-bis c.c. stabilisce che, in caso di impossibilità economica da parte dei genitori, gli ascendenti (ovvero i nonni) sono tenuti a fornire i mezzi necessari per il mantenimento dei nipoti. Questo obbligo ha carattere sussidiario, nel senso che entra in gioco solo dopo che si sia dimostrata l’insolvibilità del genitore obbligato. In questo senso, la Corte di Cassazione ha ribadito che l’obbligo dei nonni è subordinato alla dimostrazione che i tentativi di escutere il patrimonio del genitore risultino vani o impossibili da realizzare.
Nel caso in esame, la Suprema Corte ha confermato la decisione della Corte d’Appello di Milano, che aveva ritenuto corretta l’applicazione della responsabilità sussidiaria, poiché il comportamento elusivo e la latitanza del padre non consentivano di procedere efficacemente nei suoi confronti. I nonni, dunque, sono stati chiamati a sopperire all’inadempimento del figlio.
Le critiche al sistema della responsabilità sussidiaria
Questa ordinanza si inserisce in un quadro giuridico che, negli ultimi anni, ha visto una crescente applicazione dell’art. 316-bis c.c.. Tuttavia, il principio della responsabilità sussidiaria dei nonni non è esente da critiche.
In dottrina, alcuni hanno evidenziato come tale obbligo possa comportare un aggravio per persone anziane, spesso già in pensione e con risorse economiche limitate. In una società in cui la famiglia nucleare è sempre più disgregata e i legami intergenerazionali non sono più solidi come in passato, la richiesta di contribuire al mantenimento dei nipoti può mettere i nonni in una posizione di difficoltà economica e psicologica.
Un altro aspetto che genera dibattito è la questione dell’equità: è giusto chiamare i nonni a rispondere delle mancanze di un figlio adulto? Se da un lato è comprensibile che lo Stato voglia tutelare il minore, dall’altro si potrebbe considerare che l’obbligo debba ricadere prima sul genitore e solo in via eccezionale sugli ascendenti.
La giurisprudenza in materia
L’ordinanza 25067/2024 conferma un orientamento già consolidato della Corte di Cassazione, che ha più volte ribadito come l’obbligo dei nonni sia una misura sussidiaria e non primaria. La Corte ha altre stabilito che i nonni possono essere obbligati a intervenire economicamente solo quando il genitore obbligato sia stato preventivamente escusso senza successo.
Inoltre, la Cassazione ha specificato che il contributo dei nonni non è automatico, ma deve essere valutato caso per caso, tenendo conto delle effettive capacità economiche degli stessi.
Implicazioni pratiche
L’ordinanza n. 25067 del 2024 stabilisce un principio di responsabilità che può essere invocato in una varietà di casi simili. Le famiglie coinvolte in procedimenti di separazione o divorzio potrebbero considerare questo strumento come una risorsa per garantire il mantenimento dei figli, soprattutto quando un genitore risulti irreperibile o inadempiente.
Tuttavia, i nonni che si trovano in questa situazione devono essere consapevoli delle loro responsabilità e, allo stesso tempo, dei loro diritti. Possono, ad esempio, cercare di dimostrare che il genitore obbligato non è stato adeguatamente escusso o che le loro risorse economiche non permettono di sostenere l’onere richiesto.
Conclusioni
L’ordinanza n. 25067 del 2024 si inserisce in un quadro giuridico che pone la tutela del minore al centro delle dinamiche familiari, garantendo che, in caso di inadempimento del genitore, gli ascendenti siano chiamati a intervenire per assicurare il benessere del nipote.