Rassegna giurisprudenziale del 28 maggio

Questa rassegna si propone di esaminare le principali novità giurisprudenziali della settimana.

Il mantenimento dei figli maggiorenni tra responsabilità genitoriale e autoresponsabilità

Con l’ordinanza n. 12121 dell’8 maggio 2025 (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), la Corte di cassazione torna a esaminare la questione, tanto frequente quanto complessa, del diritto al mantenimento dei figli divenuti maggiorenni. Il caso deciso prende avvio dalla revoca di un assegno in favore di una giovane neomaggiorenne nel giudizio di separazione dei genitori, senza un adeguato accertamento delle sue condizioni di autosufficienza. La Corte riafferma un principio fondamentale: il dovere genitoriale non cessa con la maggiore età del figlio, ma solo con il raggiungimento dell’indipendenza economica, da valutarsi secondo parametri di diligente condotta. Il contributo propone un’analisi sistematica della decisione, integrando i profili normativi, giurisprudenziali e dottrinali, al fine di ricostruire i criteri applicativi dell’obbligo di mantenimento e le implicazioni del principio di autoresponsabilità.

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Omologazione forzosa del concordato

La recente sentenza del Tribunale di Pavia del 2 aprile 2025 (Concordato preventivo R.G. n. 130-1/2024) tratta un tema del diritto della crisi d’impresa: i presupposti per l’omologazione forzosa (o cross-class cram-down) di un concordato preventivo in continuità aziendale. Nello specifico, i giudici pavesi valutavano se la presenza di un valore eccedente quello di liquidazione, generato dalla prosecuzione dell’attività, sia una condizione imprescindibile per imporre il piano ai creditori dissenzienti. La decisione offre importanti chiarimenti sull’interpretazione dell’art. 112, comma 2, del Codice della Crisi e dell’Insolvenza (CCII).

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Azione contro il cliente e obbligo di rinuncia agli incarichi: le Sezioni Unite sull’art. 34 CDF

La Sezioni Unite Civili, con l’ordinanza n. 11519/2025, pubblicata il 2 maggio (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), sono intervenute su una questione di rilievo in materia deontologica forense, chiarendo i presupposti applicativi dell’art. 34 CDF (Codice Deontologico Forense). La Suprema Corte, in particolare, ha precisato se la proposizione di un’azione giudiziaria per il pagamento del compenso professionale da parte dell’avvocato nei confronti dell’assistito, senza previa rinuncia agli incarichi pendenti, integri o meno illecito disciplinare, e se la permanenza di tale condotta possa incidere sul computo del termine prescrizionale dell’azione disciplinare.

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PMA, la Consulta promuove le madri intenzionali ma boccia le single

È incostituzionale il divieto per la madre intenzionale di riconoscere come proprio il figlio nato in Italia da PMA legittimamente praticata all’estero (sentenza n. 68), mentre risulta conforme a Costituzione (sentenza n. 69) la scelta del legislatore di non consentire l’accesso alla PMA alla single.

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Verbale della Polizia Municipale: valore probatorio e strumenti di contestazione

La Seconda Sezione Civile della Cassazione, con l’ordinanza n. 12925/2025 (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), è intervenuta nuovamente sul tema della valenza probatoria del verbale redatto dalla Polizia Municipale e sui presupposti per poterne contestare efficacemente il contenuto. La vicenda riguardava l’opposizione a una sanzione amministrativa per utilizzo del cellulare alla guida: la Corte ha chiarito quando la dichiarazione del pubblico ufficiale è assistita da fede privilegiata e quali sono i rimedi per confutarla.

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Detrazione Riqualificazione Energetica e Omessa Comunicazione ENEA

Le agevolazioni fiscali per interventi di riqualificazione energetica degli edifici rappresentano un importante strumento di politica ambientale ed economica. La loro fruizione è subordinata a specifici adempimenti procedurali. L’ordinanza n. 12422/2025 della Corte di Cassazione (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione) definisce gli effetti dell’omessa o tardiva comunicazione all’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) dei dati relativi agli interventi effettuati. Nello specifico, chiarisce se la mancanza della trasmissione dei dati al citato Ente pubblico comporti la decadenza dal diritto alla detrazione fiscale prevista dalla Legge n. 296/2006. La pronuncia offre un chiaro consolidamento giurisprudenziale sul tema.

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Spese processuali in appello e valore effettivo della causa

La determinazione delle spese processuali nei giudizi di impugnazione rappresenta un tema di grande rilievo pratico, specie nei casi in cui il valore della controversia risulta ambiguo o dichiarato erroneamente. La Terza Sezione Civile della Cassazione, con l’ordinanza n. 13145/2025 (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), si è pronunciata su un caso in cui la parte vittoriosa in primo grado, appellando la sola regolamentazione delle spese, si è vista poi condannare in appello a un rimborso superiore rispetto al valore effettivamente controverso. La Corte ha colto l’occasione per ribadire alcuni principi fondamentali in materia di liquidazione dei compensi, richiamando anche i parametri del D.M. 55/2014 e il c.d. principio del decisum.

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Principio di competenza e accertamento fiscale

In tema di imputazione temporale dei componenti di reddito, il nostro ordinamento tributario è informato al principio fondamentale della competenza economica, essenziale per garantire la determinazione dell’imponibile in ciascun periodo d’imposta secondo criteri di certezza e oggettività. L’articolo 109 del TUIR sancisce il suddetto principio di competenza economica, derogando al quale si rischia di alterare la capacità contributiva del soggetto passivo.

Su tale assunto è recentemente intervenuta la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 13027/2025 (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione). La Suprema Corte, accogliendo uno dei motivi di ricorso proposti da soci di una S.N.C., ha cassato la sentenza della Commissione Tributaria Regionale che aveva avallato l’operato dell’Agenzia delle Entrate fondato erroneamente sul principio di cassa anziché su quello di competenza. La pronuncia offre l’occasione per ribadire la portata inderogabile del principio di competenza e le condizioni per la sua corretta applicazione nell’ambito degli accertamenti fiscali.

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Rinvio pregiudiziale alla CGUE sui contratti a termine in agricoltura

Con l’ordinanza interlocutoria n. 12572 del 2025 (clicca qui per consultare il testo integrale dell’ordinanza), la Sezione Lavoro della Corte di Cassazione ha sospeso un giudizio in corso e rimesso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) due quesiti fondamentali sulla conformità della normativa italiana che esclude i rapporti di lavoro agricolo a termine dalla disciplina generale sui contratti a tempo determinato. Al centro del rinvio: l’art. 10, comma 2, del D.Lgs. 368/2001, la clausola 5 dell’accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE, e la tenuta del sistema di tutele contro l’abuso dei contratti a termine nel settore agricolo.

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Società di comodo e detrazione IVA

L’ordinanza della Cassazione n. 13598/2025 (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), offre un’occasione di rimeditazione dogmatica sui limiti che incontra la potestà legislativa nazionale nel configurare istituti presuntivi – quali le società di comodo – allorché questi incidano su posizioni giuridiche soggettive armonizzate a livello sovranazionale, specificamente il diritto alla detrazione IVA.

Il Supremo Collegio, nel risolvere la controversia, ha statuito l’inapplicabilità della disciplina domestica recata dall’art. 30 della L. n. 724/1994, ravvisandone un insanabile contrasto con i principi del diritto UE, segnatamente con la Direttiva 2006/112/CE, così come interpretata dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia. Ne discende, quale corollario ermeneutico, la necessità di una disapplicazione della norma interna da parte del giudice nazionale, con significative ricadute sulla tutela del contribuente e sulla coerenza sistematica dell’ordinamento tributario multilivello.

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Revoca del consenso alla separazione consensuale: natura negoziale dell’accordo

Il Tribunale di Venezia, con la sentenza n. 343/2025 (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), si è occupato di una questione tanto frequente nella prassi quanto controversa: la revocabilità del consenso alla separazione consensuale. La decisione offre l’occasione per riflettere, con taglio sistematico, sulla distinzione tra natura negoziale dell’accordo di separazione e natura processuale del divorzio congiunto, riportando in primo piano un dibattito classico nel diritto di famiglia: fino a che punto può retrocedere l’accordo tra i coniugi?

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Revoca del testamento e imposta di successione

Con la sentenza n. 14063 del 27 maggio 2025 (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), la Corte di Cassazione affronta un tema rilevante in materia di imposta di successione. Al centro della decisione vi è il caso di un soggetto designato come erede in un testamento, poi revocato da disposizioni successive. La Suprema Corte chiarisce che la revoca del testamento ha effetto retroattivo: annulla la vocazione ereditaria iniziale e priva di efficacia anche un’eventuale accettazione implicita. Di conseguenza, viene meno il presupposto per l’imposizione tributaria. La pronuncia offre spunti importanti per distinguere tra la figura civilistica dell’erede e quella tributaria del “chiamato all’eredità”.

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Improcedibilità del ricorso in Cassazione depositato in forma cartacea

A partire dal 1° gennaio 2023, l’obbligo del deposito telematico degli atti introduttivi del giudizio è stato esteso anche al giudizio di Cassazione. Le Sezioni Unite Civili, con l’ordinanza n. 13056/2025, del 16 maggio (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), si sono pronunciate sulle conseguenze del mancato rispetto di tale obbligo. La decisione si inserisce nel contesto di un progressivo consolidamento del processo civile telematico, a seguito delle novità introdotte dalla Riforma Cartabia.

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Domanda di regresso e art. 346 c.p.c.: va sempre riproposta in appello se non decisa

La Terza Sezione Civile della Cassazione, con l’ordinanza n. 13860/2025, pubblicata il 24 maggio (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), torna a pronunciarsi su un tema rilevante nella prassi processuale: l’onere di riproposizione in appello di una domanda respinta o non esaminata in primo grado. In particolare, la Corte interviene sulla corretta applicazione dell’art. 346 c.p.c. nel caso di domanda di regresso ex art. 292, comma 1, cod. ass., proposta da un’impresa assicuratrice nei confronti di un’altra compagnia per scopertura della RCA.

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Il volume consigliato

Con l’entrata in vigore della Riforma Cartabia e dei relativi decreti correttivi, il processo civile dinanzi al giudice di pace ha subito rilevanti modifiche, non solo in termini di rito ma anche sotto il profilo operativo. In tale contesto si inserisce Il “Formulario commentato del processo civile innanzi al giudice di pace”, a cura di Lucilla Nigro, edito da Maggioli Editore, uno strumento concepito per fornire ai professionisti del diritto una guida concreta e aggiornata nella redazione degli atti processuali.

Formulario commentato del processo civile innanzi al giudice di pace

Formulario commentato del processo civile innanzi al giudice di pace

Il testo, aggiornato alle disposizioni processuali dei decreti correttivi Cartabia e mediazione e alla nuova Tabella Unica Nazionale per il risarcimento danni da macrolesioni (TUN), raccoglie oltre 150 formule, coordinate con il nuovo rito semplificato, corredate da norma di legge, commento, indicazione dei termini di legge o scadenze, delle preclusioni e delle massime giurisprudenziali. Il Volume si configura come uno strumento completo e operativo di grande utilità per il Professionista che deve impostare un’efficace strategia difensiva nell’ambito del processo civile innanzi al giudice di pace.
L’opera fornisce per ogni argomento procedurale lo schema della formula, disponibile anche online in formato editabile e stampabile.

Lucilla Nigro
Autore di formulari giuridici, unitamente al padre avv. Benito Nigro, dall’anno 1990. Avvocato cassazionista, Mediatore civile e Giudice ausiliario presso la Corte di Appello di Napoli, sino al dicembre 2022, è attualmente Giudice ordinario di pace.

 

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Lucilla Nigro, 2025, Maggioli Editore
64.00 € 60.80 €

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