Nullità della sentenza d’appello deliberata in data anteriore all’udienza di discussione

La Terza Sezione Civile della Cassazione, con l’ordinanza n. 11891/2025, depositata il 6 maggio (clicca qui per consultare il testo integrale della decisione), ha chiarito se sia affetta da nullità la sentenza d’appello deliberata in data anteriore all’udienza di discussione ex art. 352, secondo comma, c.p.c., nella formulazione anteriore alla Riforma Cartabia. La Suprema Corte, in particolare, richiamando l’orientamento della giurisprudenza di legittimità sul tema, ha precisato se, in situazioni di questo tipo, possa configurarsi la violazione del principio del contraddittorio e del diritto di difesa. Il “Formulario commentato del nuovo processo civile”, di Lucilla Nigro, offre un supporto utile per gestire ogni fase del contenzioso civile.

Formulario commentato del nuovo processo civile

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Lucilla Nigro
Autrice di formulari giuridici, unitamente al padre avv. Benito Nigro, dall’anno 1990. Avvocato cassazionista, Mediatore civile e Giudice ausiliario presso la Corte di Appello di Napoli, sino al dicembre 2022.

 

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Il caso

L’attore, a seguito di un intervento chirurgico che gli aveva causato un grave danno alla salute, conveniva in giudizio il medico chiedendone la condanna al risarcimento per il pregiudizio subito. Il Tribunale rigettava la domanda attorea e la Corte d’Appello confermava la decisione di primo grado.

L’attore presentava ricorso in Cassazione deducendo, con il primo motivo, la nullità della sentenza d’appello per essere stata deliberata in data 15 febbraio 2022, prima della discussione orale, ritualmente richiesta ex art. 352, secondo comma, c.p.c., e fissata per l’udienza del 1 marzo successivo.

Il vizio processuale: deliberazione anticipata della sentenza

Il ricorrente ha censurato la sentenza d’appello in quanto deliberata “ante tempus”, ossia prima della celebrazione dell’udienza di discussione, ritualmente richiesta ex art. 352, comma 2, c.p.c., nella versione applicabile ratione temporis.

Il collegio, infatti, aveva deliberato la sentenza il 15 febbraio 2022. La data risultava indicata sia nel corpo della motivazione sia in calce al dispositivo, prima della sottoscrizione del relatore e del presidente. L’udienza di discussione, inizialmente fissata per quel giorno, si era tenuta solo il 1° marzo 2022, come emergeva chiaramente dagli atti. Deliberando prima della discussione, i giudici avevano impedito alle parti di esercitare pienamente le loro difese finali violando così il principio del contraddittorio e compromettendo il diritto di difesa.

Il precedente delle Sezioni Unite e la nullità automatica

La Suprema Corte, nel decidere il ricorso, ha richiamato la sentenza delle Sezioni Unite n. 36596/2021, la quale ha chiarito che la sentenza emessa prima della scadenza dei termini per il deposito delle comparse conclusionali e delle memorie di replica (ex art. 190 c.p.c.), o comunque prima del pieno esaurimento delle difese conclusive, è affetta da nullità assoluta. Il vizio risulta insanabile anche in assenza di una prova concreta del pregiudizio subito. La violazione incide, infatti, su strumenti processuali che costituiscono espressione del diritto inviolabile di difesa e della garanzia del contraddittorio, principi che trovano applicazione lungo l’intero arco del processo, e non solo nella fase introduttiva.

Giurisprudenza conforme: discussione orale, note sostitutive e visibilità telematica

Il principio enunciato trova conferma in numerose pronunce recenti della Suprema Corte:

  • Cass. n. 29510/2024: ha dichiarato nulla la sentenza emessa prima che il giudice potesse accedere telematicamente alle memorie di replica già depositate;

  • Cass. n. 32016/2024: ha ritenuto viziata la deliberazione avvenuta nonostante la mancata comparizione di una parte non rinunciataria al termine ex art. 190 c.p.c.;

  • Cass. n. 30180/2024: ha ravvisato la nullità della sentenza di merito nell’ipotesi in cui sia pronunciata ai sensi dell’art. 281-sexies c.p.c. senza previo invito delle parti a discutere oralmente la causa, dal momento che la discussione, sostituendo il deposito dei detti atti scritti defensionali, è essenziale per un’adeguata tutela del diritto di difesa;

  • Cass. n. 34421/2024: ha ritenuto che la deliberazione della sentenza prima della scadenza dei termini per il deposito delle note scritte in sostituzione dell’udienza comporti la nullità della stessa anche se il giudizio di appello si conclude con ordinanza di inammissibilità ex art. 348-ter c.p.c., atteso che il principio del contraddittorio presidia esigenze in relazione alle quali non assumono rilievo né la forma, né i particolari effetti del provvedimento conclusivo del procedimento;

  • Cass. n. 2067/2023: ha ribadito, con specifico riguardo al giudizio d’appello, che la mancata fissazione dell’udienza di discussione orale, pur se ritualmente richiesta, determina ex se la nullità della sentenza, a prescindere dal contenuto delle difese non svolte.

L’irrilevanza del momento del deposito

La Corte ha escluso che la data di deposito della sentenza possa sanare la deliberazione anticipata. Il momento rilevante, ai fini della tutela del contraddittorio, è quello in cui il collegio decide la controversia, non quello in cui la decisione viene pubblicata. Una volta deliberata la sentenza, ogni successiva attività difensiva (scritta o orale) risulta priva di incidenza sul contenuto della pronuncia, rendendo meramente formale la celebrazione dell’udienza.

Inammissibilità del richiamo all’errore materiale

La Corte ha altresì negato rilevanza alla tesi del controricorrente, secondo cui l’indicazione del 15 febbraio 2022 come data di deliberazione sarebbe frutto di un mero errore materiale. In assenza di riscontri oggettivi, non può presumersi un errore. La nullità consegue automaticamente alla menomazione del contraddittorio, ove dalla sentenza emerga che la sua deliberazione ha preceduto l’esaurimento delle facoltà difensive.

Accoglimento del primo motivo e assorbimento degli altri

La Corte, sulla scorta di tali considerazioni, ha accolto il primo motivo di ricorso, fondato sulla violazione del diritto di difesa e del principio del contraddittorio, e ha conseguentemente dichiarato assorbiti i restanti motivi. La sentenza d’appello era dunque nulla in quanto deliberata ante discussione, in violazione delle garanzie processuali offerte dall’art. 352 c.p.c.

Conclusioni

La Cassazione, con l’ordinanza n. 11891/2025, ribadisce che la deliberazione della sentenza prima dell’udienza di discussione, se ritualmente richiesta, integra una nullità per violazione del contraddittorio e del diritto di difesa. Il vizio sussiste indipendentemente da un concreto pregiudizio e non può essere sanato dal successivo deposito. La decisione si allinea a un orientamento giurisprudenziale costante, che tutela l’effettività delle garanzie difensive anche nella fase finale del processo.

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