
Viviamo un momento in cui l’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando anche le abitudini più consolidate della professione legale. In questo scenario, il corso di Maggioli Formazione “La ricerca giurisprudenziale con l’AI”, a cura dell’Avv. Giovanna Panucci, rappresenta un’occasione concreta per imparare a utilizzare in modo efficace strumenti avanzati come Perplexity, migliorando radicalmente le modalità con cui si cercano, selezionano e analizzano le fonti giuridiche.
Punti di forza del corso
Il primo punto di forza è la chiarezza con cui vengono presentate le differenze tra i principali strumenti di AI generativa oggi disponibili per il giurista: ChatGPT da un lato, Perplexity dall’altro. Non si tratta di un confronto astratto, ma di un approccio pratico e ben guidato, che consente di capire quando è più utile uno strumento piuttosto che l’altro, con esempi concreti e casi d’uso reali.
Il secondo valore aggiunto è la centralità della dimensione pratica: dalla configurazione dell’interfaccia al perfezionamento dei prompt, ogni fase è progettata per fornire al partecipante un metodo replicabile, personalizzabile e subito applicabile nella propria attività. Il corso non si limita a spiegare “cosa fare”, ma mostra passo passo “come farlo”, anche attraverso tecniche avanzate come chaining e rewriting.
Infine, un grande pregio è lo stile dell’Avv. Panucci: professionale ma accessibile, tecnico ma diretto. Riesce a semplificare concetti complessi senza banalizzarli, rendendo il corso adatto sia ai giuristi più esperti sia a chi sta iniziando a esplorare il potenziale dell’AI nel lavoro quotidiano.
Perché frequentarlo?
Perché oggi saper interrogare bene uno strumento di AI non è più una competenza accessoria, ma una nuova forma di alfabetizzazione professionale. Non si tratta di sostituire l’intelligenza umana, ma di potenziarla: evitare ricerche lunghe e inefficienti, ottenere un primo screening delle fonti giurisprudenziali, elaborare riassunti o confronti tra sentenze, il tutto in pochi minuti.
Il corso offre strumenti operativi veri, come modelli di prompt già pronti per l’uso, esempi di interrogazione su casi reali, indicazioni pratiche su come usare le funzioni strategiche di Perplexity (come Copilot e Spazi), e una riflessione costante su affidabilità delle fonti e limiti dell’AI.
In poche parole: frequentare il corso significa risparmiare tempo, aumentare la precisione e acquisire maggiore consapevolezza nella gestione delle nuove tecnologie nel diritto.
Chi dovrebbe frequentarlo?
Il corso è perfetto per avvocati, magistrati, praticanti, operatori giuridici e consulenti che vogliono:
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velocizzare la ricerca giurisprudenziale;
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evitare di perdersi tra risultati irrilevanti o duplicati;
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migliorare la qualità delle analisi e delle elaborazioni giuridiche;
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usare l’AI come strumento strategico, e non come gadget.
È particolarmente indicato per chi lavora in contesti dinamici, deve gestire molti fascicoli contemporaneamente o è alla ricerca di metodi per standardizzare e migliorare i flussi di lavoro legati alla documentazione.
Conclusioni
“La ricerca giurisprudenziale con l’AI” non è un semplice corso sull’uso di uno strumento tecnologico: è un laboratorio per ripensare il metodo di lavoro del giurista. Una guida agile, efficace e aggiornata per affrontare – con intelligenza e metodo – la nuova stagione digitale del diritto. >>> Per info e iscrizioni <<<