Il nuovo linguaggio della sostenibilità: analisi degli acronimi piu’ utilizzati

L’UE si sta configurando come leader nella lotta contro il cambiamento climatico e le problematiche relative all’ambiente, andando a definire dei nuovi modelli di produzione e consumo sostenibili.

Lo scopo è quello di trasformare profondamente l’economia del continente per diventare un potente paese climaticamente neutro, circolare e più competitivo.

Di conseguenza, esistono già ampi processi di regolamentazione che svolgono un ruolo centrale attuato dalle istituzioni europee per completare le linee di intervento strategico.

Il Green New Deal[1], per esempio, definisce la strategia europea per trasformare l’UE in un’economia che si pone l’obiettivo di non produrre emissioni nette di gas serra entro il 2050 e dissociare la crescita economica dall’uso delle risorse risorsa[2].

Tra il 2020 e il 2023, tale processo ha portato alla presentazione ed alla discussione da parte della Commissione europea di diverse proposte legislative che si propongono di modificare il quadro normativo comunitario per renderlo funzionale al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal per sostenere istituzioni, imprese e cittadini nelle complesse e ambiziose sfide poste dalla transizione ecologica[3].

Affinché si possa comprendere, in maniera ancora più approfondita, il messaggio della sostenibilità, urge avere a disposizione una panoramica sull’uso corretto delle varie terminologie protagoniste di questo settore per evitare di creare confusione anziché chiarezza.

I principali acronimi utilizzati nel campo della sostenibilità: ESG e SDG

Di questi due acronimi abbiamo già parlato negli articoli precedenti; per quanto concerne gli ESG la sigla racchiude al suo interno i tre pilastri della sostenibilità: La “E”, che sta per environment, si riferisce all’impatto ambientale di un’impresa; la “S”, sociale, e si riferisce all’impatto sociale di un’azienda ed è legato a temi come il gender gap, l’inclusione e a livello più ampio l’attenzione ai temi sociali; infine la “G” di governance fa riferimento alla gestione e alla responsabilità dell’azienda verso temi come la trasparenza di comunicazione, remunerazione e molto altro[4].

L’altro acronimo del mondo sostenibilità, di cui si è discusso in maniera approfondita, è SDG (o anche SDGs) che fa riferimento ai 17 Sustainable Development Goals promossi dalle Nazioni Unite identificati al fine di cercare di garantire un futuro più sostenibile[5].

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La battaglia contro i gas serra: i GHG

Soffermandoci, invece, su GHG, qui si fa riferimento ai Gas ad Effetto Serra (GHG, dall’inglese Greenhouse Gases), nello specifico, parliamo dei gas (es. anidride carbonica, metano e protossido di azoto) che contribuiscono al riscaldamento globale intrappolando il calore nell’atmosfera terrestre.

Essendo una delle problematiche maggiori per la lotta al cambiamento climatico, la riduzione di queste emissioni è protagonista degli sforzi globali e tra le principali azioni che le aziende si impegnano ad attuare optando per l’adozione di energie rinnovabili e pratiche sostenibili[6].

Il GHG Protocol è stato creato negli anni ’90, quando il WRI (World Resources Institute) e il WBCSD (World Business Council for Sustainable Development) hanno riconosciuto la necessità di uno standard internazionale per la rendicontazione delle emissioni di gas a effetto serra delle aziende[7].

Il GHG Protocol ha sviluppato strumenti per aiutare le aziende a calcolare le proprie emissioni e misurare i benefici dei progetti di mitigazione del cambiamento climatico.

Attualmente, oltre agli standard, fornisce anche linee guida, strumenti e formazione per aziende e istituzioni per misurare e gestire le emissioni di gas serra[8].

Infatti, tutte le aziende, qualunque sia la loro dimensione e il settore di riferimento, hanno riconosciuto la necessità di rivedere i propri processi produttivi per renderli più sostenibili e puntano a ridurre il più possibile il proprio impatto sull’ambiente.

Il primo passo da compiere, in questo senso, è quantificare le emissioni generate e, in un secondo momento, agire su due fronti: ridurre la quantità di gas serra emessi, adottando nuovi modelli organizzativi, cambiando le proprie abitudini in ottica sostenibile e realizzando interventi che permettano di ridurre gli sprechi (migliorando, in particolare, l’efficienza energetica) mentre dall’altro sarà necessario compensare le emissioni inevitabilmente prodotte con la propria attività[9].

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La CSR E la CSRD

Spesso si crea grande confusione tra gli acronimi CSR e CSRD che, però, sono due cose diverse: CSR, Corporate Social Responsability, o responsabilità sociale d’impresa, è una politica aziendale nata con l’obiettivo di rendere l’impresa sostenibile.

La CSRD, Corporate Sustainability Reporting Directive, è invece la direttiva UE che dal 2024 obbliga le grandi aziende a pubblicare Report di Sostenibilità inerenti l’impatto ambientale e sociale che ha l’impresa.

La CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) è volta ad armonizzare la rendicontazione della sostenibilità aziendale e, in particolare, introduce il concetto di “doppia materialità” andando così a rafforzare gli standard ESG (Ambientali, Sociali e di Governance). L’attuazione di questa regolamentazione rappresenta un grande passo avanti per la trasparenza finanziaria e la considerazione dell’impatto ambientale delle aziende[10].

Gli altri strumenti che coinvolgono aziende ed enti senza scopo di lucro

Tra questi occorre segnalare l’importanza della NFRD (Non-Financial Reporting Directive), che coinvolge un numero più alto di aziende con l’obiettivo di aumentare la trasparenza e la comparabilità delle informazioni non finanziarie, facilitando l’accesso ai dati cruciali per gli investitori e altri stakeholder[11].

Il CSDDD è l’acronimo per una sostenibilità etica che corrisponde a Corporate Sustainability Due Diligence Directive, direttiva europea nata nel 2022 per cercare di ridurre al minimo gli impatti sui diritti umani e sull’ambiente che potrebbero generarsi nelle imprese. La direttiva, in particolare, richiede alle aziende di porre attenzione a questi temi non solo internamente ma lungo tutta la sua catena di fornitura[12].

Gli ESRS (European Sustainability Reporting Standards) sono una serie di norme sviluppate per standardizzare il modo in cui le aziende europee rendono conto del loro impatto ambientale, sociale e di governance (ESG).

Gli ESRS sono parte della CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) concepita per standardizzare il bilancio di sostenibilità nell’UE ed entrata in vigore dal 5 gennaio 2023. Gli ESRS sono importanti perché migliorano la trasparenza e la comparabilità delle informazioni sulla sostenibilità[13].

Il TBL, per il mondo delle imprese è di vitale importanza conoscere anche il significato dell’acronimo della sostenibilità TBL, Triple Bottom line. Il concetto di Triple Bottom Line è stato introdotto per la prima volta da John Elkington nel 1994.

Si tratta di un approccio alla gestione aziendale che si concentra non solo sul profitto economico, ma anche sugli impatti sociali e ambientali delle attività aziendali[14].

Conosciuto anche come “le tre P” (People, Planet, Profit), il TBL sostiene che il successo di un’azienda non dovrebbe essere misurato solo dai suoi risultati finanziari, ma anche da come contribuisce al benessere delle persone e del pianeta[15].

Il CDP, pone la trasparenza al centro, ed è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che si impegna a promuovere la trasparenza e la gestione di tutte le informazioni inerenti le emissioni di gas serra, ai rischi e alle opportunità legate al cambiamento climatico e alla sostenibilità delle aziende e delle città[16].

EFRAG, European Financial Reporting Advisory Group, è un organismo indipendente che fornisce consulenza alla Commissione Europea su questioni legate alla rendicontazione finanziaria e che ha sviluppato anche gli ESRS (European Sustainability Reporting Standards) ovvero degli standard tecnici che le aziende devono seguire per conformarsi alla CSRD[17].

GRI sta per Global Reporting Initiative e si tratta di un ente internazionale senza scopo di lucro nato con il fine di definire gli standard di rendicontazione delle performance ESG di aziende e organizzazioni di qualunque dimensione, appartenenti a qualsiasi settore e paese del mondo[18].

Cos’è la Non-Financial Reporting Directive?

In questo articolo analizzeremo il ruolo dei primi tre strumenti: NFRD, CSDDD e ESRS.

Con le risoluzioni sulla «Responsabilità sociale delle imprese», i paesi europei hanno tracciato il percorso volontario che indirizza le aziende verso un’integrazione dei fattori ESG nelle loro attività. Nel 2014 l’Unione europea ha modificato la normativa relativa ai bilanci d’esercizio e ai bilanci consolidati con lo scopo di affiancare la rendicontazione finanziaria con una “dichiarazione di carattere non-finanziario”.

La Non Financial Reporting Directive (NFRD), recepita nell’ordimento italiano con il Dlgs 254/16[19], introduce l’obbligo per le imprese UE di grande dimensione a redigere un report di sostenibilità che includa: una descrizione del modello aziendale di gestione ed organizzazione delle attività dell’impresa; le politiche praticate dall’impresa e i risultati conseguiti ed i relativi indicatori fondamentali di prestazione di carattere non finanziario; i principali rischi, generati o subiti, connessi ai temi ESG e che derivano dalle attività dell’impresa, dai suoi prodotti, servizi o rapporti commerciali, incluse le catene di fornitura e subappalto[20].

La redazione della dichiarazione non finanziaria è realizzabile attraverso standard di rendicontazione internazionalmente riconosciuti, come ad esempio quelli pubblicati dal Global Reporting Initiative (GRI) che consentono alle organizzazioni di comprendere e rendicontare i propri impatti sull’economia, sulle persone e sull’ambiente in modo comparabile e credibile[21].

L’11 dicembre 2019, nella sua comunicazione sul Green Deal europeo (EGD), la Commissione ha individuato la necessità di una strategia rinnovata per finanziare la crescita sostenibile, riconoscendo il ruolo chiave del settore privato nel finanziamento della transizione verde[22].

La nuova strategia, prevista nella prima metà del 2021, si concentrerà su alcuni aspetti

azioni, compresa la revisione della NFRD. Come sottolineato dalla Commissione, questo è importante le aziende e gli istituti finanziari migliorano la divulgazione delle informazioni non finanziarie in modo tale gli investitori sono pienamente informati sulla sostenibilità dei loro investimenti[23].

Che cos’è la direttiva CSDDD?

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) sviluppa le sue radici nel febbraio 2022, quando il Parlamento Europeo e il Consiglio chiariscono come la condotta delle società in tutti i settori dell’economia sia fondamentale per il successo della transizione dell’Unione a un’economia verde e climaticamente neutra.

In accordo con il Green Deal dell’UE e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, è stato ritenuto fondamentale potenziare la normativa sul governo societario sostenibile. In precedenza, il tema era lasciato alla volontarietà delle aziende, ora, invece, si vuol garantire la certezza del diritto e la parità di condizioni per le società nel mercato unico[24].

La Direttiva europea che riguarda l’obbligo di dovere di diligenza delle imprese in materia di sostenibilità (CSDDD) stabilisce nuovi obblighi giuridici per il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità, come la neutralità climatica entro il 2050, la riduzione delle emissioni di almeno il 55% entro il 2030 e la limitazione del cambiamento climatico a 1,5°C (Accordi di Parigi)[25].

Per avere un impatto rilevante, l’obbligo del dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità si estenderà agli effetti negativi sui diritti umani e agli impatti ambientali negativi. Questi sono generati durante la gran parte del ciclo di vita dei prodotti e servizi all’interno delle attività dell’azienda stessa, delle sue filiali e dei suoi partner commerciali nelle catene di attività in cui sono coinvolti.

Uno dei grandi cambiamenti che introduce la direttiva riguarda il fatto che influenzerà tutta la catena di attività dell’azienda; infatti, include le operazioni dei partner commerciali a monte relative alla produzione di merci o alla fornitura di servizi da parte dell’azienda, compresi la progettazione, l’estrazione, l’approvvigionamento, la produzione, il trasporto, lo stoccaggio e la fornitura di materie prime, prodotti o componenti di prodotti e lo sviluppo del prodotto o del servizio[26].

Le società avranno l’obbligo di adottare e programmare un piano di transizione basato su evidenze scientifiche per la mitigazione del cambiamento climatico, che contenga strategie e modelli di business compatibili con la limitazione del cambiamento climatico a 1,5°C[27].

Cosa si intende per ESRS?

Gli ESRS (European Sustainability Reporting Standards) sono i nuovi standard europei per la rendicontazione societaria di sostenibilità, adottati in via definitiva a luglio 2023 dalla Commissione Europea.

Sono gli standard di rendicontazione per il bilancio di sostenibilità sviluppati dall’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) un’associazione privata senza scopo di lucro fondata nel 2001.

Gli ESRS rappresentano un nuovo step verso la sostenibilità dell’economia Europea e verso la sostenibilità aziendale: questo processo di trasformazione sostenibile è iniziato con il Green Deal nel 2019, ed è passato attraverso una serie di direttive e atti legislativi tra cui la direttiva CSRD, direttiva CSDDD per la due diligence e la nuova normativa sul Greenwashing 2024/825/UE[28].

Gli standards ESRS elaborati dall’organismo tecnico European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG)[29] definiscono le modalità, i requisiti generali e gli obblighi di informativa che le imprese sono obbligate a seguire per la rendicontazione ESG di sostenibilità. A proposito di EFRAG, si tratta del il consulente tecnico della Commissione Europea per la creazione degli standard di rendicontazione, inizialmente finanziaria e, dal 2020, anche di sostenibilità. Il suo ruolo è stato ampliato con lo sviluppo degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS).

I nuovi standard di rendicontazione ESRS si compongono, oltre ai due standard generali, di 10 standard topici relativi all’ambiente, al sociale e alla governance.

Questi standard forniscono uno strumento per organizzare ed illustrare le informazioni ESG nel modo più chiaro e trasparente possibile, infatti, tali standard sono stati realizzati tenendo in considerazione quanto già noto e presente negli standard globalmente noti come i GRI (Global Reporting Initiative) e gli ISSB (International Sustainability Standards Board)[30].

Secondo gli ESRS, un’impresa deve fornire informazioni sugli impatti, i rischi e le opportunità legati ai temi ESG, inclusi gli effetti che l’impresa ha sull’ambiente e come i temi ESG influenzano lo sviluppo, le prestazioni e la posizione finanziaria dell’impresa[31].

Nello specifico, gli impatti sono gli effetti positivi o negativi legati alla sostenibilità associati alle attività dell’impresa, basati su una valutazione della materialità in relazione agli impatti dell’impresa sulla sostenibilità (materialità dell’impatto).

Rischi e opportunità sono invece i rischi e le opportunità finanziarie legati alla sostenibilità derivanti dalle dipendenze dalle risorse naturali, umane e sociali, identificati attraverso una valutazione della materialità finanziaria[32].

L’importanza delle azioni della BCE

La BCE, come banca centrale della zona euro, ha il mandato principale di garantire la stabilità dei prezzi e sostenere la crescita economica. Tuttavia, il cambiamento climatico è emerso come un rischio sistemico che può influenzare l’economia nel suo complesso.

Un importante passo avanti compiuto dalla BCE è stato l’integrazione del cambiamento climatico all’interno delle sue politiche monetarie, in particolare, la BCE sta valutando l’inclusione dei rischi climatici nei suoi modelli di previsione e analisi per comprendere meglio l’impatto potenziale dei fenomeni meteorologici estremi sul sistema finanziario. Ciò consentirà alla BCE di adottare misure preventive e di pianificazione per attenuare i rischi finanziari legati al cambiamento climatico.

La BCE ha anche intrapreso azioni per integrare i criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) all’interno delle sue attività di acquisto di attività finanziarie, per questa ragione, la BCE considera le prestazioni ESG delle obbligazioni che acquista, prendendo in considerazione la responsabilità ambientale delle imprese e degli enti emittenti. Questa politica contribuisce a promuovere gli investimenti sostenibili e l’economia verde, supportando aziende e istituzioni impegnate nel raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi dell’Agenda 2030 e del Piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile[33].

La BCE, in qualità di supervisore bancario, ha il compito di valutare e mitigare i rischi che il cambiamento climatico potrebbe avere sulle banche e sul sistema finanziario.

Ciò significa che la BCE sta avviando un processo di valutazione su come le banche dovrebbero gestire i rischi climatici nel loro portafoglio e tener conto delle questioni ambientali nella loro strategia aziendale.

Una prima iniziativa in questa direzione è lo stress test sul rischio climatico col fine di valutare il grado di preparazione delle banche nell’affrontare gli shock economici e finanziari derivanti dal rischio climatico.

Integrando il cambiamento climatico nelle sue politiche, adottando criteri ESG nelle decisioni di acquisto e lanciando programmi di finanziamento sostenibile, la BCE sta svolgendo un ruolo guida nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio[34].

Focus sulla “tassonomia”: la prima classificazione delle attività green in Europa

Dopo aver introdotto le prime norme sugli obblighi in merito all’informativa delle performance ESG (DNF e SFDR), nel marzo 2018 la Commissione europea presenta l’Action Plan Financing Sustainable Growth (Piano d’Azione per finanziare la crescita sostenibile), un piano che descrive le azioni e gli obiettivi finanziari che l’Unione deve prendere in considerazione per raggiungere i target globali dall’Accordo di Parigi e dall’Agenda 2030[35]. Il piano d’azione è suddiviso in tre grandi obiettivi: riorientare i flussi di capitale verso un’economia più sostenibile integrare la sostenibilità nella gestione dei rischi promuovere la trasparenza e la visione a lungo termine[36].

Come risposta al primo obiettivo, la Commissione istituisce un ulteriore gruppo di consulenza il Technical Expert Group (TEG) on Sustainable Finance con il compito di redigere un sistema di classificazione delle attività sostenibili, la cosiddetta Tassonomia.

Per Tassonomia si intende un elenco di attività economiche valutate e classificate sulla base del loro contributo agli obiettivi ambientali dell’UE e, per gli investitori, è uno strumento che fornisce la possibilità di navigare verso un’economia a basse emissioni di carbonio, resiliente ed efficiente.

Il regolamento sulla Tassonomia è un atto legislativo che permette di attuare il Green Deal europeo: la strategia di crescita economica sostenibile, nonché parte integrante dell’Agenda 2030 e degli SDG, che possa «trasformare l’UE in una società giusta e prospera» attraverso: neutralità climatica entro il 2050 ed efficienza dell’uso delle risorse[37].

[1]  https://www.consilium.europa.eu/it/policies/green-deal; La visione del Green Deal europeo prevede l’obiettivo di rendere l’UE la prima zona al mondo a impatto climatico zero entro il 2050, al fine di ridurre l’inquinamento e ripristinare un sano equilibrio nella natura e negli ecosistemi.

[2] https://www.europarl.europa.eu/topics/it/article/20180305STO99003/ridurre-le-emissioni-di-anidride-carbonica-obiettivi-e-azioni-dell-ue, Tematiche Parlamento Europeo, Ridurre le emissioni di anidride carbonica: obiettivi e politiche dell’UE.

[3] https://www.assolombarda.it/servizi/ambiente/documenti/levoluzione-della-legislazione-ue-il-ruolo-dei-sistemi-di-gestione-quale-strumento-di-governance

[4] https://www.esg360.it/agrifood/significato-dell-esg-e-perche-sta-influenzando-economia-e-finanza/

[5] https://asvis.it/l-agenda-2030-dell-onu-per-lo-sviluppo-sostenibile/

[6] https://ictfootprint.eu/it/faq-page/cosa-sono-i-greenhouse-gases-ghg-ovvero-i-gas-ad-effetto-serra

[7] La prima edizione degli standard è stata pubblicata nel 2001 e successivamente aggiornata con nuove linee guida.

[8] https://karmametrix.com/it/ghg-protocol-cose-e-come-funziona/

[9] https://foreverzeroco2.it/cosa-sono-le-emissioni-ghg/

[10] https://agicap.com/it/articolo/report-sostenibilita-csrd/

[11] https://www.esg360.it/normative-e-compliance/dichiarazione-non-finanziaria-cose-chi-deve-realizzarla-e-perche-e-importante/

[12] https://www.osservatoriobilancisostenibilita.it/acronimi-della-sostenibilita/

[13] LisaServizi.it, Bilancio di sostenibilità: Cosa sono Gli ESRS e perché sono importanti?

[14] https://www.greenmarketingitalia.com/triple-bottom-line-e-sostenibilita/

[15] https://www.henryandco.it/faq/glossario-acronimi-sostenibilita/

[16] https://www.mase.gov.it/pagina/carbon-disclosure-project-cdp

[17] https://zeroco2.eco/it/glossario/

[18] https://www.globalreporting.org/how-to-use-the-gri-standards/gri-standards-italian-translations/

[19] Decreto Legislativo 30 dicembre 2016, n. 254 Attuazione della direttiva 2014/95/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014, recante modifica alla direttiva 2013/34/UE per quanto riguarda la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario e di informazioni sulla diversita’ da parte di talune imprese e di taluni gruppi di grandi dimensioni. (17G00002) (GU Serie Generale n.7 del 10-01-2017)

[20]https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/BRIE/2021/654213/EPRS_BRI(2021)654213_EN.pdf

[21] CreditSafe, Il Bilancio di Sostenibilità e la Non-Financial Reporting Directive (NFRD), https://www.creditsafe.com/it/it/blog/esg-e-sostenibilita/bilancio-di-sostenibilita-nfrd.html

[22] https://eur-lex.europa.eu/resource.html, Comunicazione della commissione al parlamento europeo, al Consiglio, al comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni.

[23] Ibidem

[24] Che cosa è la direttiva CSDDD, https://www.stantec.com/it/ideas/what-is-csdd-directive.

[25] GFNews, La Direttiva UE sul dovere di diligenza delle imprese: quando la sostenibilità aziendale si fa legale.

[26] https://www.cerved.com/community/news/la-supply-chain-act-e-la-direttiva-europea-sulla-sostenibilita-delle-filiere

[27] https://www.stantec.com/it/ideas/what-is-csdd-directive

[28] https://www.cribis.com/it/approfondimenti/esrs-standard-europei-report-sostenibilita-cosa-prevedono/

[29] https://www.esg360.it/normative-e-compliance/lo-standard-esrs-approvato-da-efrag-quali-prospettive/

[30] Scanavino & Partners, Standard ESRS: i nuovi requisiti per il Bilancio di Sostenibilità.

[31] https://blog.3bee.com/bilancio-di-sostenibilita-gli-standard-esrs/#next-1

[32] https://blog.3bee.com/rendicontazione-di-sostenibilita-gli-esrs-environment/

[33] https://www.creditsafe.com/it/it/blog/esg-e-sostenibilita/bce-cambiamento-climatico.html

[34] BCE, La Vigilanza bancaria della BCE avvia la prova di stress sul rischio climatico 2022.

[35] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_18_1404

[36] Risposte della commissione europea alla relazione speciale della Corte dei conti europea: “Finanza sostenibile: l’UE deve agire in modo più coerente per Reindirizzare i finanziamenti verso investimenti sostenibili”.

[37] Ibidem

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