Nel settore legale, il percorso formativo e quello professionale seguono in genere una progressione lineare, caratterizzata da un continuo avanzamento nelle competenze e nelle responsabilità. Eppure qualche discontinuità, periodo di pausa o altra attività può esserci anche nel miglior curriculum vitae, magari per potenziare i punti di forza con formazione specialistica o esperienze sul campo. Vediamo come gestire queste lacune temporali (o gap) nel modo più efficace: con la strategia e gli strumenti giusti.
Interruzioni di carriera nella professione legale: quadro normativo e scenario culturale
L’ordinamento giuridico italiano non prevede disposizioni specifiche per quanto riguarda i gap nel percorso lavorativo, ma offre alcune tutele a chi voglia, o debba, usufruire di pause temporanee.
Per esempio, la Legge n. 53/2000 [1] non disciplina soltanto le disposizioni per il sostegno alla maternità e alla paternità, bensì anche i congedi di lavoratori e lavoratrici affinché possano esercitare il diritto alla cura e alla formazione.
L’art. 4, nello specifico, qualifica permessi e congedi per “gravi e documentati motivi familiari”, che possono essere continuativi o frazionati, e occupare fino a due anni. L’art. 5 definisce invece tempi e modalità di fruizione dei congedi a scopo formativo, e cioè finalizzati al completamento della scuola dell’obbligo, della scuola secondaria di secondo grado, dell’università nonché “alla partecipazione ad attività formative diverse da quelle poste in essere o finanziate dal datore di lavoro”.
Culturalmente, tuttavia, alcuni settori tendono a rimanere legati a modelli tradizionali (l’ambito legale è uno di questi), che vedono nel percorso lineare e ininterrotto un requisito essenziale. Coerenza e continuità sono poi considerate, in generale, elementi cardine di un profilo seriamente motivato e affidabile.
Vero è anche che l’evoluzione del mercato, gli scambi e le relazioni con il contesto internazionale e la crescente necessità di formazione continua stanno modificando questa percezione. Le tappe che deve percorrere, oggi, un giovane avvocato, sono di fatto molto diverse da quelle compite a suo tempo da un collega senior. E pur ammettendo un ipotetico parallelismo, è cambiato del tutto il contesto. In questo scenario, i periodi di interruzione dal percorso canonico possono rappresentare un momento di crescita per acquisire skill ulteriori, dalle lingue straniere alle competenze trasversali (utili peraltro in ogni fase di carriera).
Le cause principali dei gap nei CV dei professionisti legali
Le motivazioni che si celano dietro un vuoto di attività lavorativa possono essere le più diverse. E possono essere non solo del tutto legittime, ma anche meritevoli. Di seguito riportiamo un elenco delle più comuni tra chi opera in ambito legale.
- Formazione accademica specialistica: il diploma di laurea in giurisprudenza è un traguardo importante, ma necessariamente non il solo per intraprendere una carriera soddisfacente. Molti neolaureati proseguono gli studi con master, dottorati di ricerca, borse post-doc, oppure lasciano l’impiego per dedicarvi tempo pieno.
- Certificazioni extra-curricolari: in un mondo globalizzato e digitalizzato, chi opera in ambito legale – soprattutto in settori complessi come il diritto internazionale o in rapida e costante evoluzione come la cyber security – può decidere di interrompere l’attività lavorativa per conseguire certificazioni specifiche come esperto nella GDPR, nella protezione dei marchi o in diritto delle nuove tecnologie. Tutte qualifiche che richiedono tempo e concentrazione verticale, ma che rappresentano un valore aggiunto significativo per il profilo professionale.
- Esperienze professionali non convenzionali: un gap nel CV di un giovane avvocato o aspirante tale, ma anche di un profilo mid-career che voglia arricchire le proprie competenze ed esplorare nuove strade, può derivare anche da occupazioni ed esperienze in ambiti non strettamente legali, come periodi di volontariato presso ONG, ruoli pro bono in associazioni no-profit, collaborazioni con enti internazionali e organizzazioni che operano per la difesa dei diritti umani o della sostenibilità ambientale. Queste esperienze possono servire a imparare meglio una lingua straniera e potenziare una pluralità di soft skill, dalla resilienza al problem solving.
- Motivazioni personali: infine, esattamente come chiunque altro, un professionista legale può dover interrompere temporaneamente l’attività per maternità o paternità, motivi di salute, propri o altrui, problemi personali o familiari.
In tutti questi casi l’interruzione dell’attività lavorativa è più che legittima, che sia stata proattivamente cercata (per potenziare competenze e formazione) o che sia capitata (per motivi personali, di salute o analoghi). Il punto, pertanto, è valorizzarla. Vediamo come.
Strategie per valorizzare i gap nel CV
La regola di base è: a meno che non sia stato molto breve, mai omettere un gap. È invece decisamente raccomandabile metterlo bene in chiaro nel curriculum vitae. E spiegarlo. Tenendo presente che non servono lunghe arringhe: basta esplicitarne la motivazione ed evidenziare le competenze acquisite.
Nel caso di pause per apprendere nuove conoscenze, il valore aggiunto è autoevidente, ma vale la pena esplicitarlo citando ciascuna delle specifiche skill acquisite.
Nel caso di interruzioni per motivi personali o di salute, è possibile indicare la pausa in modo discreto ma trasparente, focalizzandosi su quanto si è appreso nonostante il periodo di difficoltà, per esempio con un corso online, oppure proprio in virtù delle difficoltà, per esempio per approfondire la normative legate a polizze sanitarie o indennizzi per malattia o infortunio.
Ciò detto, è bene prendere in considerazione anche i suggerimenti che seguono.
Riorganizzare il formato del CV
I CV sono tendenzialmente organizzati in ordine cronologico. Il formato cronologico, però, non è l’unico esistente. Nel caso di percorsi professionali che presentino più gap, è meglio riorganizzare il curriculum in formato funzionale o tematico. Si tratta di strutturare le sezioni del documento in modo tale da mettere in primo piano le competenze anziché la cronologia. Così l’impatto visivo dei vuoti diminuisce e quello dei punti di forza aumenta.
Affiancare al CV una lettera di presentazione
Nel settore legale i curricula tendono a essere un po’ più lunghi di quanto in genere raccomandato, ma è meglio non eccedere. Nel caso in cui il gap necessiti di spiegazioni o contestualizzazione ulteriore, si può sfruttare allo scopo la lettera di presentazione.
Usare un linguaggio chiaro
L’abitudine a confrontarsi con il lessico giuridico, quindi con un vocabolario settoriale, altamente specialistico, non deve compromettere la leggibilità del curriculum che, anche se indirizzato a esperti di settore, devono poter leggere il percorso del candidato o della candidata in modo chiaro, fluido e immediato.
Tale indicazione vale per ogni parte discorsiva del curriculum, dalla presentazione personale alla descrizione delle esperienze lavorative, a maggior ragione per la descrizione del gap.
Strumenti digitali per la redazione di CV professionali
Il mercato del lavoro legale, come del resto moltissimi altri, è sempre più competitivo e richiede una presentazione impeccabile. Se fino a ora abbiamo focalizzato il discorso sui contenuti, adesso è il momento di sottolineare anche l’importanza del colpo d’occhio: impaginazione, formattazione e struttura del CV devono riflettere l’ordine e la precisione che ci si aspetta da un professionista del diritto, e al contempo essere gradevoli.
Affinché questa esigenza non sottragga tempo eccessivo, e produca gli esiti desiderati, è vivamente consigliato usare template pre-impostati, come quelli di CVwizard, creati apposta per supportare i professionisti nella creazione di CV (e lettere di presentazione) ben strutturati e visivamente accattivanti.
Con un buon modello di curriculum preimpostato è per esempio possibile:
- Creare CV con grafica e layout su misura per il settore legale.
- Presentare in modo ordinato e coerente ogni dato rilevante, compresi i gap temporali e le competenze acquisite.
- Riorganizzare agevolmente il formato cronologico in formato funzionale.
- Creare più versioni del CV, in modo rapido e intuitivo.
Usare risorse digitali di questo tipo consente in sostanza di risparmiare tempo e ottenere risultati professionali e coerenti con le aspettative dei recruiter di settore.
Per concludere
I gap nel curriculum, spesso percepiti come punti deboli, possono invece rappresentare un’opportunità che conferisce al percorso professionale autenticità e valore aggiunto. Si tratta di essere trasparenti, spiegando le reali ragioni dell’interruzione, di valorizzare le competenze acquisite, e di presentare il tutto in modo chiaro, ben strutturato e graficamente accurato.
Così configurate, le discontinuità contribuiscono a creare l’immagine di un professionista dinamico, adattabile, capace di evolvere insieme al contesto. Il settore legale, pur rimanendo più ancorato di altri a modelli tradizionali, non è impermeabile al cambiamento e riconosce l’importanza primaria della formazione continua, ma anche delle competenze trasversali e delle esperienze non convenzionali. Trattare con metodo e strategia i gap nel CV non è solo una necessità: può essere un’occasione per distinguersi e lasciare il segno.
Note
[1] Legge 8 marzo 2000, n. 53, Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2000/03/13/000G0092/sg
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