
Con l’approvazione del Decreto Fiscale il 12 giugno 2025, il Governo ha introdotto un insieme di misure che toccano direttamente l’operatività quotidiana di professionisti, imprese, studi associati e consulenti fiscali. Il provvedimento interviene su diversi fronti, dalla proroga dei versamenti alla deducibilità delle spese all’estero, fino a chiarimenti importanti in tema di plusvalenze, IVA e rimborsi. In questo contributo esaminiamo gli aspetti di maggior rilievo, provando a evidenziare le implicazioni pratiche e i nodi interpretativi che si aprono per chi lavora sul campo.
Consiglio: per un approfondimento su questi temi, ti segnaliamo il volume “Come cancellare i debiti fiscali”, acquistabile sia su Shop Maggioli che su Amazon.
Come cancellare i debiti fiscali
Il presente volume vuole offrire ai professionisti ed ai contribuenti, imprese e privati, soluzioni difensive, anche alternative a quelle tradizionali, al fine di risolvere la situazione compromessa.
Sono raccolti tutti gli strumenti utili per una efficace difesa in ogni fase, dall’avvio dell’attività imprenditoriale o professionale al primo accertamento/atto impositivo, sino ai rimedi estremi post decadenza dalle ordinarie azioni difensive.
Il lavoro, aggiornato alle ultime novità legislative e giurisprudenziali nazionali ed europee, analizza le contestazioni più frequenti, i vizi degli atti impositivi, del fermo amministrativo, dell’ipoteca e dei pignoramenti esattoriali e le relative soluzioni, attraverso il coordinamento della normativa speciale esattoriale alle previsioni amministrative, agli istituti civilistici, nonché alle norme penali (ad es. la sospensione disposta dal PM a seguito di denuncia per usura).
Al professionista viene offerto un quadro completo del suo perimetro d’azione, con l’indicazione puntuale delle circolari, dei provvedimenti e risposte della P.A., e dei vademecum e linee guida dei tribunali.
Leonarda D’Alonzo
Avvocato, già Giudice Onorario presso il tribunale di Ferrara e Giudice dell’Esecuzione in esecuzioni mobiliari, esecuzioni esattoriali mobiliari e immobiliari e opposizione all’esecuzione nella fase cautelare.
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Leonarda D’Alonzo, 2025, Maggioli Editore
44.00 €
41.80 €

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Leonarda D’Alonzo
Avvocato, già Giudice Onorario presso il tribunale di Ferrara e Giudice dell’Esecuzione in esecuzioni mobiliari, esecuzioni esattoriali mobiliari e immobiliari e opposizione all’esecuzione nella fase cautelare.
Più tempo per pagare, ma non per tutti
Uno degli interventi più immediati riguarda la proroga dei termini di versamento delle imposte: per i soggetti forfettari e per chi è soggetto agli ISA, il termine slitta al 21 luglio 2025, con possibilità di ulteriore differimento al 20 agosto in cambio di una maggiorazione dello 0,4%. È una misura utile, soprattutto per chi lavora a parcella o in ambiti stagionali, dove la liquidità è spesso irregolare.
Tuttavia, il beneficio non si estende ai contribuenti in regime ordinario. Una distinzione che crea un evidente problema di coerenza e che i professionisti dovranno spiegare con chiarezza ai clienti che gestiscono posizioni miste.
Spese estere: deducibili anche senza carta, ma solo se ben documentate
Un’importante apertura riguarda la deducibilità delle spese sostenute all’estero (vitto, alloggio, trasferte) anche quando non supportate da strumenti di pagamento tracciabili. Il nuovo orientamento permette una maggiore flessibilità per chi opera su scala internazionale, ma impone una cura ancora maggiore nella raccolta della documentazione.
Ricevute, conferme di prenotazione, scambi e-mail, ordini di servizio: tutto deve essere conservato in modo ordinato. Per le STP (società tra professionisti) o gli studi associati, sarà fondamentale dimostrare il nesso funzionale tra la spesa e l’attività del singolo professionista. Attenzione: la semplificazione non si applica alle spese di rappresentanza, che restano soggette ai consueti vincoli di tracciabilità.
Rimborsi fuori fattura e forfetari: una semplificazione vera
Una novità concreta e subito utile riguarda i rimborsi di spese anticipate in nome e per conto del cliente: dal 2025, per i soggetti in regime forfetario, questi importi non concorrono più alla formazione del reddito. Si tratta di un passo avanti significativo, che offre margine per accettare incarichi con anticipo spese senza temere di superare i limiti di soglia.
È però necessario formalizzare con attenzione il mandato, magari inserendo nei contratti una clausola esplicita che specifichi il ruolo meramente esecutivo del professionista e la richiesta proveniente dal cliente.
Plusvalenze e redditi finanziari: cambia il quadro dichiarativo
Due chiarimenti di rilievo riguardano la qualificazione reddituale di plusvalenze e proventi finanziari:
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Le plusvalenze derivanti dalla cessione di quote in STP non costituiscono più reddito da lavoro autonomo, ma rientrano tra i redditi diversi.
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Interessi e dividendi percepiti in ambito professionale devono ora essere trattati come redditi di capitale.
Per gli operatori ciò significa dover rivedere i modelli dichiarativi (ad esempio: quadro RT anziché RE o LM) e, più in generale, impostare una consulenza più attenta su investimenti e liquidazioni di quote. Anche in ottica successoria, la corretta qualificazione può fare la differenza.
IVA: il doppio binario tra split payment e reverse charge
Dal 1° luglio 2025 cambia qualcosa anche in ambito IVA:
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Non si applica più lo split payment per le operazioni verso società FTSE-MIB.
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Si estende il meccanismo del reverse charge ai settori dei trasporti e della logistica.
Due novità che richiedono aggiornamenti immediati ai software gestionali e l’adozione di checklist operative per inquadrare correttamente le operazioni soggette a reverse charge. Anche la verifica dell’identità del cliente (società quotata o meno) diventa un passaggio essenziale.
Terzo Settore: meno burocrazia dal 2026
Una novità meno visibile, ma importante per il non profit: dal 2026 non sarà più necessaria l’autorizzazione UE per l’applicazione del regime fiscale agevolato agli enti del Terzo Settore. Si tratta di una semplificazione attesa, che apre la strada a una maggiore adesione al sistema previsto dal Codice del Terzo Settore.
Per prepararsi, gli enti dovranno:
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Verificare la propria iscrizione al RUNTS;
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Valutare la convenienza del passaggio;
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Aggiornare gli statuti in tempo utile.
Conclusioni: semplificazioni reali o solo apparenti?
Il Decreto Fiscale 2025 contiene misure utili e in parte innovative. Ma resta la sensazione di una razionalizzazione parziale, che agisce su singoli elementi senza incidere sulle criticità strutturali del sistema tributario.
Molte disposizioni, seppur apprezzabili, introducono nuove aree grigie interpretative, costringendo professionisti e operatori a continui adattamenti. In un contesto che richiederebbe stabilità e prevedibilità, il quadro resta ancora frammentato, spesso incoerente.
Per chi lavora con PMI (Piccole e Medie Imprese), autonomi e studi associati, la sfida è sempre la stessa: tradurre le novità normative in strumenti chiari e sostenibili, capaci di rendere l’obbligo fiscale più gestibile, e – quando possibile – più equo.